Ciao Lapo, tutto bene? Non so se ti farò domande sul golf. Parliamo di Puglia, sole e mozzarelle?
Come vuoi, lo sai che io sono tranquillo su tutto. Con le mozzarelle vado sempre forte, ma immagino avrai altre domande da farmi e per questo sono molto preoccupato.
A parte gli scherzi sei il rappresentante del Golf nel Sud, sei fiero di questo? Come è visto il nostro sport nelle zone dove vivi?
Non abbiamo molte strutture ma quelle presenti sono belle e, tra l’altro, ci sono altri progetti in cantiere. Lo scarso numero di campi non ha certamente aiutato a rendere popolare il nostro sport ma credo nel futuro e nelle persone che vedono il golf come veicolo turistico.
Sto lavorando da sempre per raggiungere risultati sui green di tutto il mondo per esportare la Puglia ovunque.
Magari dando il buon esempio altri ragazzi delle mie zone si avvicineranno al campo pratica.
Lapo hai un look sempre aggressivo, musica trap a palla nelle orecchie. Il nuovo golfista è così modaiolo o stai diventando tu il nuovo influencer per i giovani golfisti?
È la moda che ci porta a essere così.
Mi è sempre piaciuto distinguermi e non voglio sembrare troppo golfista sia dentro che fuori dal campo.
Visto che qualche volta il nostro sport è criticato perché troppo ingessato, ho deciso di vivere un po’ più rock la mia vita.
Bene, iniziamo piano piano a parlare del tuo gioco. Se ti dico -23 cosa rispondi?
Ti rispondo Turchia. Un grande inizio di stagione con un primo round dove ho sfiorato il record di maggior numero di eagle in 18 buche.
Ne ho segnati 4 imbucando due approcci, con il quinto sarei entrato nella storia. Giuro ci ho provato.
Peccato solo per il finale, mi ha sconfitto Connor al play off ma sono contento di una cosa, di essere arrivato tranquillo sul tee della 18 per lo spareggio.
Pensa che in quel frangente parlavo dell’Inter con un giornalista…
Quest’anno è arrivata la prima vittoria da professionista. Lapo so che tenevi molto al trofeo del Campionato Nazionale Open.
Dopo due secondi posti ci tenevo parecchio, anche perché non avevo mai vinto una gara da professionista, quindi immagina la voglia di stringere tra le mani un trofeo.
Ci sono riuscito davanti al mio maestro Pietro Cosenza, è stata una gioia incontenibile per tutti e due.
Cosa pensa un giocatore appena dopo la vittoria? Credi di aver sbloccato un livello nuovo come si fa con i videogiochi?
Si pensa che il lavoro paghi, sempre. Poi a dirti la verità non ti senti diverso ma sapere di essere sulla strada giusta è molto, molto piacevole.
Rimane un punto di partenza dal quale ricominciare ad allenarsi.
Ultimamente tutti i big player hanno più di un maestro, lo psicologo, il mental coach, il personal trainer. Lapo cosa ne pensi?
Io li ho tutti!!! (ride) Ho due maestri, psicologo, nutrizionista, preparatore atletico, mental coach.
A questo punto ti manca solo il cuoco, ma non posso propormi visti i piatti pugliesi a cui sei abituato. Io so fare polenta e sono campione europeo di caffè e latte…
Tranquillo Belli, stai pure a casa. Comunque, da buon italiano abituarsi al cibo durante i viaggi è complicato.
Siamo davvero fortunati in italia quando ci sediamo a tavola, ma dobbiamo imparare a scegliere cosa mangiare ovunque, quando siamo dall’altra parte del mondo.
Certo non ti nego che quando vado in Cina mi porto qualcosa da casa…
Sei fidanzato con Ersilia, porti spesso la tua ragazza in giro per il mondo? Oppure è lavoro e viaggi sempre da solo?
Lei lo sa, mi piace stare da solo. Spesso mi isolo anche a casa quando mi alleno.
Sono un ragazzo al quale serve “ritrovarsi” nei propri silenzi.
Pensa che prima di ogni viaggio cammino per il campo del San Domenico cercando palline. Quelle che trovo le regalo, ma è solo per fare qualcosa che mi porti un po’ di intimità e pensieri positivi.
Mi raccomando salutamela tanto, gelosone….
Sono geloso solo di te, lo sai.
Torniamo in campo, secondo me sei un super giocatore di feeling. Quando le cose non girano a dovere cosa fai? Ti appoggi alle basi tecniche o speri che arrivi un giorno migliore?
Quando il gioco non gira cambio pallina per scaramanzia.
A parte gli scherzi, sono un giocatore di feeling nel gioco lungo ma molto tecnico sui green.
Quando tutto va storto torno in campo pratica e lavoro solamente sugli errori.
In generale, anche con l’aiuto del mio caddie, se non funzionano le cose, ci appoggiamo alla tecnica.
Qual è il punto forte del tuo gioco sia sullo swing che sul carattere?
Sono bravo intorno al green e sbaglio poco con il driver. La parte peggiore è il putter ma ci sto lavorando. Del carattere? Non mollo fino a quando la matematica non è contro di me.
E il tuo punto debole a parte collezionare scarpe più di una diva di Hollywood?
Il mio punto debole è spendere troppi soldi nelle scarpe e qualche volta, essendo molto autocritico, sento di non aver lavorato a sufficienza.
Su quali percorsi ti senti più a tuo agio, facendo anche riferimento alla prestazione al Nazionale dove hai vinto e al Samsun Golf Club (in Turchia) dove sei arrivato secondo…
Uno è molto stretto, l’altro è largo e raggiungibile nei par 5. Io sono abituato a giocare nei links come San Domenico e quindi a gestire il vento.
Ma sai una cosa? Io odio il vento a parte quando è contro o a favore, se arriva laterale rischio il panico. Comunque preferisco i campi stretti, mi piacciono i teeshot complicati.
Come disegneresti il tuo campo da golf?
Praticamente come il mio in Puglia, sul mare. Però con molti più ostacoli d’acqua e green mossi.
Parliamo di futuro, dove sarà Lapo fra tre anni e cosa avrà conquistato a parte essersi sposato…
Sull’essermi sposato non lo so (ride). Mi immagino sul Tour e vorrei aver vinto una gara.
Comunque io sogno di giocare la Ryder Cup nel 2022 a Roma. E di avere ancora più scarpe nell’armadio…
Sempre guardando avanti, abbiamo visto che i giovani ti seguono molto. Durante il Campionato Nazionale Open gli azzurri ti hanno riempito di domande. Cosa ti hanno chiesto?
Mi hanno domandato come è la vita da professionista, come sono i campi nei quali giochiamo e com’è viaggiare.
Ho parlato molto con uno di loro che voleva sapere come va affrontato il passaggio da amateur a pro.
Gli ho detto di divertirsi che avrà il tempo di capire quando diventerà un vero e proprio lavoro.
Tornassi indietro non mi arrabbierei così tanto da amateur, non serve a nulla accumulare tensione quando ti giochi un titolo ma non i soldi per il tuo sostentamento.
Credo che i ragazzi si avvicinino a me perché sono molto “social”.
Cosa consiglieresti a tutti gli under 18?
I ragazzi di oggi parlano solo di tecnica e di swing perfetti.
Ma il golf è tanto di più, è uno sport con molte variabili. Devono andare in campo più sereni e tutti i pezzi del puzzle andranno al loro posto.
Lapo perché è bello giocare a golf?
Perché è uno sport “diverso” da tutti gli altri e perché l’onestà sia con sé stessi che con gli altri è alla base di questa disciplina.
Imparare l’onestà, in fondo, serve anche fuori dal campo, non credi?
Sono molto d’accordo. Lapo chiudo chiedendoti una cosa, adesso che sei famoso mi regali il tuo cappellino con il teschio oppure lo devo rubare dalla sacca?
Lo vuoi anche firmato? (ride) Comunque no, cioè va bene, forse sì… vedremo.