Quella di Rory McIlroy più essere definitiva una splendida favola contemporanea.
Se qualcuno avesse ancora delle remore su di lui direi con l’ultima performance al DP World Tour Championship ogni dubbi è stato cancellato.
McIlroy è tornato il giocatore più forte in circolazione, l’unico dell’era moderna a essersi avvicinato ai livelli di Sua Maestà Tiger Woods. Che il nordirlandese sia di fatto il fuoriclasse da anni con più talento in circolazione è un dato di fatto inconfutabile. Che poi, sempre in questi anni, lo abbia un po’ sperperato questo talento è un’evidenza sotto gli occhi di tutti. 

Ma nell’ultimo giro del Masters di quest’anno qualcosa è cambiato

L’ha più volte sostenuto lui stesso che il quarto giro strabiliante ad Augusta, che gli è valso il secondo posto in classifica, gli ha fatto aprire gli occhi. Rory è sempre stato lo stesso solo che ora è tornato a divertirsi, riprendendo fiducia in ogni singola parte del suo gioco. E il merito è anche di Bob Rotella, uno dei più famosi mental coach del mondo, con il quale ha iniziato a lavorare a inizio 2022. 

Alla vigilia dell’ultima gara della stagione del circuito continentale erano rimasti in tre con l’obiettivo finale di alzare la coppa riservata al numero uno del DP World Tour Ranking, l’Harry Vardon Trophy: Rory McIlroy, Ryan Fox, una delle grandi rivelazioni di questo 2022, e Matthew Fitzpatrick, il giovane inglese vincitore a giugno dello U.S. Open. 

Alla fine, con il suo quarto posto in classifica nel DP World Tour Championship è stato proprio il nordirlandese ad avere la meglio, confermandosi re indiscusso e conquistando così il trono per la quarta volta dopo le edizioni del 2012, 2014 e 2015. Come misura della sua superiorità ricordiamo che il suo quarto titolo è stato ottenuto in soli 10 eventi, 14 presenze in meno rispetto al secondo classificato, Ryan Fox.

L’uomo dei record mese per mese

Anche se all’appello manca un major dal 2014, questa può essere sicuramente definita l’annata stellare di Rory McIlroy. In 22 tornei giocati tra America ed Europa, ha ottenuto tre vittorie, 12 piazzamenti tra i primi cinque e 15 tra i primi 10. Nelle sue ultime 16 apparizioni in campo, a parte un taglio mancato, non ha mai concluso oltre la 19esima posizione in classifica. 

Con il primo posto dell’ordine di merito europeo è diventato il secondo giocatore a vincere nello stesso anno sia la FedEx Cup che e il DP World Tour Ranking (il primo è stato Luke Donald nel 2011, poi Henrik Stenson nel 2013).

Ma diamo uno sguardo più da vicino al 2022 del fuoriclasse di Holywood, sempre sulla cresta dell’onda:

Gennaio-marzo

Le ottime prestazioni nei primi due eventi Rolex Series della stagione hanno gettato solide basi per i mesi successivi. Ha ottenuto un dodicesimo posto nell’Abu Dhabi HSBC Championship e un terzo al Slync.io Dubai Desert Classic, mancando di un solo colpo la possibilità del playoff. 

Sul fronte americano, nella prima parte del 2022, ha registrato due top 15 al Genesis Invitational e all’Arnold Palmer Invitational. 

Aprile-giugno

Ad Augusta ha iniziato a fare sul serio arrivando secondo nel primo major della stagione, alle spalle di Scottie Scheffler. Sebbene non sia riuscito ad assicurarsi la vittoria di cui ha bisogno per completare il Grande Slam, ha coronato una settimana memorabile imbucando l’uscita dal bunker alla 72esima buca e consegnando uno score di 64, il suo punteggio migliore al Masters nonché il più basso nell’ultimo giro di questo torneo. Scacciati i fantasmi del passato, è poi arrivato quinto nel Wells Fargo Championship, prima di cogliere l’ottavo posto nel PGA Championship. Il mese di giugno lo ha visto difendere e confermare l’RBC Canadian Open che gli è valso il suo ventunesimo titolo sul PGA TOUR, per poi ottenere il quinto posto allo U.S. Open. 

Luglio-settembre

A St Andrews ha continuato la sua corsa per conquistare il suo quinto major in occasione del 150° Open Championship. Partito da leader a pari merito con Viktor Hovland all’attacco della quarta giornata, si è dovuto arrendere a un inarrestabile Cameron Smith terminando il torneo in terza posizione. Ma se questa delusione negli gli anni passati poteva essere vista come un’ennesima battuta d’arresto, ora ha invece creato un senso di rivalsa che ha raggiunto il suo apice a fine agosto nell’ultimo atto della FedEx Cup. La domenica del Tour Championship, infatti, ha ribaltando il risultato recuperando ben sei colpi a Scottie Scheffler e diventando il primo giocatore a vincere per tre volte l’ordine di merito del PGA Tour. Spostatosi nel circuito del Vecchio Continente, ha nuovamente brillato in un evento delle Rolex Series concludendo secondo al BMW PGA Championship a un solo colpo da Shane Lowry. Volato a Roma, ha collezionato una Top 10 con il quarto posto nel DS Automobiles 79° Open d’Italia. 

Ottobre-novembre

Gli ultimi due mesi sono iniziati con un’altra quarta piazza nell’Alfred Dunhill Links Championship, per coronare questa annata con la vittoria nella CJ Cup in South Carolina che l’ha riportato a occupare il posto che gli spetta di diritto, il vertice della classifica mondiale. Ciliegina sulla torta il finale di stagione a Dubai e il suo quarto Harry Vardon Trophy proprio in occasione del 50° anniversario del DP World Tour.