Nel golf l’età è solo un dato anagrafico. Molti sono infatti i giocatori che, anche dopo aver superato i quaranta, restano competitivi come, e in alcuni casi, più di prima. Proviamo a capire il perché di questa tendenza che si è sempre più sviluppata negli ultimi trent’anni.
È vero che molto spesso chi la dura la vince ma poi devi anche essere capace di… ‘Carpe Diem’, ovvero di saper cogliere l’attimo.
La bellezza del golf sta proprio nel fatto che è a tutti gli effetti uno sport molto tecnico e longevo.
Tanti giocatori ci hanno infatti dimostrato che la speranza è l’ultima a morire e, quando meno te l’aspetti, i sogni si possono avverare.
Se non ti arrendi, se ci credi fino in fondo e se non getti la spugna in seguito alle tante delusioni che inevitabilmente incontrerai sulla tua strada, è ormai appurato che puoi arrivare al successo anche in età più avanzata e trasformare in breve tempo la tua carriera da mediocre a eccellente.
Eh sì, i montepremi odierni ti consentono di vincere in un paio di settimane più di quanto tu non abbia fatto in venti duri anni di competizioni.
Pensate a Richard Bland
A 48 anni, con una sola vittoria sul Challenge Tour alle spalle e una carriera vicina al tramonto, è andato a vincere al play-off il British Masters del 2021 proprio contro il nostro Guido Migliozzi.
È davvero incredibile come alcuni episodi possano cambiarti la vita e farti scoprire in un attimo, dopo 477 tornei consecutivi senza alcun successo, quanto golf hai ancora nel tuo corpo e quanto vali come giocatore.
Bland arrivò sul tee della 72esima buca, la famosa e temutissima 18 del Belfry, sapendo di aver bisogno di un birdie per poter sperare di agganciare un eventuale play-off.
Il suo drive partì molto più a sinistra della linea ideale e sorvolò di pochi centimetri l’enorme lago che costeggia la buca a sinistra.
La palla negli ultimi metri di volo sfiorò in caduta le robuste canne che delimitano il bordo dell’acqua.
Sarebbe bastata una bava di vento o un leggero contatto con uno di quegli arbusti e quella palla sarebbe inesorabilmente finita in ostacolo, relegando l’inglese in ottava posizione.
Il destino ha voluto premiare la sua tenacia e la sua resilienza e Bland ha avuto poi il merito e la freddezza di saper ‘cogliere l’attimo’.
Imbucò il birdie alla 18 dalla lunga distanza e, poco dopo, vinse il prestigioso torneo al play-off.
Da quel momento il quasi 50enne inglese ha inanellato tre anni memorabili nei quali è riuscito a vincere una decina di milioni sul LIV Golf e addirittura un major sul Champions Tour, lo U.S. Senior Open.
Una seconda giovinezza resa possibile da pochi incalcolabili centimetri all’interno di un colpo di 265 metri.
L’età è solo un numero
Niente di nuovo direi: sappiamo bene che nello sport puoi passare dalla vittoria alla sconfitta in un batter d’occhio e che molto spesso si perde e si vince per millesimi e per centimetri.
In questo caso è l’età di questo atleta ad aggiungere qualcosa di particolare a questa storia a lieto fine .
Tanti altri giocatori in questi ultimi anni ci hanno regalato inaspettati exploit in età avanzata.
Marcel Siem, vincitore del nostro Open d’Italia a Cervia, è tornato al successo ben oltre i 40 anni dopo una lunga pausa e due operazioni alle anche per risolvere una problematica che, negli anni 90, avrebbe posto definitivamente fine alla sua carriera.
Poche settimane fa abbiamo visto Paul Waring vincere ad Abu Dhabi a 39 anni e guadagnarsi la carta per il PGA Tour.
In casa nostra abbiamo avuto Costantino Rocca, che ha iniziato la sua brillante carriera con una vittoria a Lione alla tenera età di 37 anni ed è poi stato capace di proseguire alla grande il suo cammino con importanti successi e riconoscimenti internazionali.
Edoardo Molinari, 43 anni, fresco vincitore della Qualifying School 2024, gara lunga e faticosa dove solitamente si mettono in evidenza i giovani astri nascenti del golf mondiale.
Quali sono le ragioni di questi successi ottenuti in tarda età?
Fortuna, fatalità, bravura, freddezza, determinazione, programmazione… Tante possono essere le componenti che portano a questi inaspettati risultati che molto spesso avvengono in momenti nei quali ormai vedi il tramonto dei tuoi sogni avvicinarsi inesorabilmente.
Sicuramente qualcosa è cambiato in questi ultimi trent’anni
Assistiamo infatti sempre più spesso sia a bambini prodigio che competono con successo contro i pro che ad anziani giocatori che rimangono sulla cresta dell’onda e tengono a lungo il passo dei potenti ventenni.
La tecnologia delle nuove attrezzature, i macchinari a disposizione per studiare e perfezionare la propria tecnica e la preparazione atletica sempre più mirata e specifica sono la ragione di questa evoluzione del golf.
Chi ha cura del proprio corpo sa bene che la preparazione atletica, oltre ad aiutarti a tirare più forte, ti allunga decisamente la carriera, ti fa guadagnare mobilità e ti aiuta di conseguenza anche a prevenire gli infortuni. In poche parole ti mantiene più giovane!
I circuiti senior: dove la qualità di gioco si slega dall’età
La differenza fra un atleta e un semplice golfista la potete facilmente notare guardando in televisione i tornei dei circuiti senior.
In queste competizioni partecipano sia giocatori che fanno ormai fatica a chinarsi per raccogliere la palla in buca e finiscono il giro stremati per i 20 chili in eccesso che si devono portare a spasso sia quelli che sembrano addirittura essere più in forma ora che a inizio carriera.
È certificato e provato dai numeri del Trackman che alcuni di questi campioni, con l’introduzione dei nuovi materiali e della preparazione fisica, tirano più lungo il drive ora rispetto a quando erano giovani.
Se al prossimo U.S. Senior Open vietiamo materiali quali la grafite e il titanio e mettiamo nelle sacche dei giocatori i vecchi driver con teste di legno e shaft in acciaio, sono assolutamente certo che non vedremo un singolo score sotto il par.
La maggior parte dei giocatori probabilmente non riuscirebbe nemmeno a terminare il giro sotto gli 80 colpi.
E vi dirò di più, anche nel PGA e nel DP World Tour potremmo avere delle belle e brutte sorprese. Giocatori come Rory McIlroy probabilmente vincerebbero ancora di più e molto più spesso, mentre altri suoi colleghi non avrebbero alcuna possibilità di mantenere la carta.
Un gioco più tecnologico e un panorama più competitivo
Parecchi anni fa, per ottenere una rigidità di shaft accettabile per i professionisti, si doveva andare ben sopra i 100 grammi di peso. Ora con 60 grammi puoi avere lo stesso risultato e anche maggior affidabilità.
La tolleranza delle teste è aumentata a dismisura e questo fa sì che i colpi presi fuori dal centro vengano nettamente meno penalizzati rispetto al passato.
Tutto ciò ha fortemente contribuito a livellare le differenze di abilità fra i giocatori più dotati e i mediocri, e ovviamente anche ad alzare di parecchio il livello medio dei tournament player, soprattutto di quelli di seconda e terza fascia.
Sul tour degli anni 90 molto spesso i campioni inglesi festeggiavano un 64 con un paio di birre.
Adesso, se vuoi provare a vincere un torneo, vai a mangiare cibi salutari, fai una sessione di pratica, un’oretta di gioco corto, una bella seduta in palestra , un massaggio dai fisio, dello stretching e poi vai in camera a riposare.
Anche perché, il più delle volte, nonostante il gran giro in 64, hai comunque qualche giocatore che ha fatto meglio di te in classifica e tanti altri che sono pronti a sbranarti il giorno dopo.
Materiali e preparazione atletica sono quindi i ‘responsabili’ sia della precocità dell’inizio di una carriera sia del significativo allungamento del periodo di permanenza sul tour a livelli competitivi.
Una volta ci si doveva sempre adeguare alle caratteristiche dei pochi bastoni che c’erano in commercio, oggi un fitting ben fatto ti permette di adeguare il bastone alle tue caratteristiche.
Il decremento della tua velocità di bastone non corrisponde in maniera così diretta all’abbassarsi della velocità della palla in partenza.
Con le nuove grammature degli shaft, il loft e la distribuzione dei pesi sulla testa del bastone puoi continuare a sentirti giovane anche a una certa età e puoi iniziare a tirare lungo anche a 12 anni con 40 chili di corporatura
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Il passaggio al professionismo è sempre più precoce
Nasce quindi un’interessante contraddizione fra questi dati di fatto che abbiamo analizzato e quello che in realtà sta succedendo in questo momento nel sottobosco del golf mondiale.
Perché, nonostante sia provato che la carriera di un tour pro si stia allungando notevolmente, i nostri giovani sono ormai spinti e incentivati a passare al professionismo sempre prima?
Il fatto che tu possa essere competitivo fino ai 55 anni farebbe pensare che un ragazzo possa tranquillamente finire il Liceo, iscriversi all’Università e passare al professionismo a 24 anni.
Chi ha voglia di terminare gli studi ha sulla carta ancora vent’anni buoni di carriera davanti a sé prima di passare al Senior Tour e farsi poi altri dieci anni di tornei giocando con i vecchi amici e continuando a divertirsi mettendo anche in tasca un po’ di quattrini.
Non solo questioni d’età: il costo di giocare a golf
Purtroppo la realtà delle cose non è sempre quella più facile e ovvia o quella che si pensa essere, paragonando il golf ad altri sport molto meno costosi e più facili da allenare dal punto di vista logistico.
Non tutti infatti hanno una famiglia alle spalle che ti permette di poter studiare e giocare a golf da dilettante fino ai 24 anni.
In Italia ci vogliono soldi, organizzazione e soprattutto genitori disposti a dedicare il loro tempo libero ai propri figli negli anni in cui i ragazzi non hanno i propri mezzi di trasporto.
In tutte le gare Under 18 alle quali ho presenziato negli Stati Uniti la percentuale di ragazzi che gioca tutti i giorni a golf e frequenta la scuola online è ormai altissima.
Un dato di per sé molto preoccupante, che produce sicuramente giovanissimi talenti in grado di competere sul Tour, ma anche una moltitudine di ragazzi che resteranno con nulla di fatto in mano e che dovranno inventarsi un futuro senza avere ne arte ne parte.
Ma su questo argomento ci torneremo in un’altra occasione e andremo sicuramente più nei dettagli.