Vincere in casa ha sempre un sapore speciale, se poi lo si fa quando tutto o quasi sembra ormai sfumato, allora l’effetto è ancora più piacevole.
Kevin Na, coreano di nascita ma naturalizzato statunitense, vive ormai da diversi anni a Las Vegas. Pro dal 2001, nella sua carriera ha giocato su tutti e tre i principali circuiti mondiali, Asian (con una vittoria nel 2002, il Volvo Masters of Asia), European e PGA Tour. Proprio sul circuito americano ha trovato la sua dimensione, iniziando a giocare con regolarità nel 2004, anno in cui conquistò la carta.
Tanti, tantissimi piazzamenti e poi la sospirata prima vittoria arriva nel 2011 al 211° tentativo, proprio nella sua Las Vegas, nel Justin Timberlake Shriners Hospitals for Children Open al TPC Summerlin.
Da quel primo acuto Na ha dovuto attendere altri sette lunghissimi anni prima di sollevare un altro trofeo, quello del Greenbrier. Famoso per la sua curiosa tecnica sul green che lo vede camminare verso la buca subito dopo aver puttato, Na ha finalmente scacciato i fantasmi degli anni precedenti confermandosi quest’anno con due successi tra maggio e ottobre. Il primo nel Charles Schwab Challenge, il secondo, lo scorso week end, ancora una volta nella sua Las Vegas, dopo un finale al cardiopalmo in cui ha battuto alla seconda buca di playoff Patrick Cantlay, uno dei giocatori più in forma del momento.
Prima di quest’ultimo playoff Na aveva un record di tre spareggi giocati tutti persi (2005 al Chrysler Classic of Tucson contro Geoff Ogilvy, 2014 al Memorial Tournament contro Hideki Matsuyama, e 2015 al Frys.com Open contro Emiliano Grillo).
La maledizione del playoff l’ha scacciata con un putt micidiale e caldissimo con cui ha salvato il par alla 17 da 7 metri per rimanere agganciato a Cantlay sino alla 18. Il capolavoro è arrivato al playoff, in cui prima ha pareggiato il birdie di Cantlay alla 18 con un delicato putt da tre metri e poi ha vinto con il par ancora alla 18 dopo che il rivale aveva ormai alzato bandiera bianca firmando un bogey.
È il suo terzo successo negli ultimi 30 tornei giocati, di cui due nel 2019, motivo per cui ora Na spera in una chiamata da parte di capitan Tiger Woods per la prossima Presidents Cup.
“Spero che ora mi mandi un messaggio – ha sorriso al termine – se non lo farà lui gli scriverò io! Sono stato spesso infortunato lo scorso anno è ho potuto giocare solo 19 tornei. Quest’anno invece sono a posto e la fiducia nelle mie possibilità è andata crescendo torneo dopo torneo. Rivincere qui è stato fantastico, devo ringraziare il mio putt che mi ha salvato nelle situazioni delicate in cui sembrava ormai tutto perso, non finirò mai di baciarlo!”.
Grazie alla vittoria nel Shriners Hospitals for Children Open Na è ora secondo nella classifica della FedEx Cup 2019/2020 ed è salito al numero 40 del World Ranking.
Questa la sacca con cui ha vinto al TPC Summerline di Las Vegas.
Driver: Callaway GBB Epic 9°, shaft Graphite Design Tour AD GP 6-TX
Fairway wood: Callaway Epic Flash Sub Zero 13.5°, shaft Mitsubishi Diamana BF 70 TX
Ibrido: PXG 0317 X Gen2 19°, shaft Graphite Design Tour AD DI 95X
Ferri: Callaway Rogue Pro (4), Callaway Apex Pro 16 (dal 5 al PW), shafts True Temper Dynamic Gold Tour Issue S400
Wedge: Callaway Mack Daddy 4 (50° e 54°), Vokey Design prototype (’18) 60°, shaft True Temper Dynamic Gold Tour Issue S400
Putter: Odyssey Toulon Madison
Palla: Titleist Pro V1x