Quando sabato 6 febbraio Jordan Spieth è salito al comando nel terzo giro del Waste Management Phoenix Open, i fan di tutto il mondo lo hanno acclamato come non succedeva da tempo. In molti si domandavano che fine avesse fatto il ragazzo prodigio, colui che faceva sembrare il golf lo sport più facile del mondo.
Dopo anni sulla cresta dell’onda qualcosa in Spieth sembrava essersi rotto
Ci sarebbe da fermarsi a riflettere qualche minuto sulla situazione psicologica in cui da qualche tempo tergiversa il campione americano. L’ex numero uno del mondo, più di altri, nel bene come nel male, nonostante la giovane età, ha già scritto pagine di storia di questo sport.
Il texano con volto da bambino, è salito alla ribalta nel 2013 quando fece per la prima volta irruzione sulla scena del golf professionistico, con la vittoria al John Deere Classic. Da lì è stata una parabola ascendente che lo ha portato sulla vetta del mondo. Nel 2015, l’anno d’oro, vince ben due major: il Masters e lo U.S. Open. Nel 2017 aggiunge un nuovo major al suo palmarès con la vittoria nell’Open Championship.
La grandezza di Spieth sta anche nell’incredibile resilienza insita nel suo DNA, nella sua capacità, cioè, di rialzarsi all’improvviso da un momento negativo verso vette di risultati eccelsi. E la prova di tutto questo è avvenuto a Phoenix con il 61 (-10) di giornata. Miglior risultato di carriera.
All’attacco del quarto giro al Phoenix Open però qualcosa sembrava tornato a tormentarlo.
L’imprecisione dal tee e l’impossibilità di concretizzare il risultato sul green lo hanno fatto concludere al quarto posto, a tre colpi dal vincitore, Brooks Koepka.
“Sono soddisfatto del risultato ottenuto. Non avrei nemmeno dovuto giocare questo torneo. Phoenix non è un percorso che mi si addice e dopo due tagli mancati volevo staccare la spina per un po’. Poi la decisione di giocare ugualmente e di provare a credere maggiormente nelle mie capacità. Sono felice di esserci riuscito nonostante domenica il mio gioco non sia stato ai livelli che speravo. Un risultato come questo non fa che aumentare la mia autostima e sposta lo sguardo verso nuovi traguardi”.