Jack Burke Jr, vincitore del Masters del 1956, ha festeggiato 100 anni domenica 29 gennaio e ha ancora molto da dire, soprattutto da raccontare.
Sebbene meno imponente e fragorosa, la voce del campione del Masters e del PGA Championship più longevo non finisce di narrare aneddoti di una vita passata sui green, tra grandi vittorie e soddisfazione personali.
Per l’icona del golf americano si è tenuta una festa degna di chi deve avere abbastanza fiato per soffiare sopra 100 candeline. L’evento si è svolto al Champions Golf Club, in Texas, il suo circolo, che nel 1957 fondò con il fedele amico e collega Jimmy Demaret. e che ha accolto molti amici provenienti anche da fuori città.
Uscito dai riflettori del professionismo da ormai 60 anni, il campione centenario potrebbe non essere completamente conosciuto dalle nuove generazioni. Burke ha vinto alcuni dei titoli e riconoscimenti più importanti del golf, vantando una carriera professionistica breve ma intensa nei risultati raggiunti.
Il ragazzino nato nel lontano 1923 è stato uno dei migliori giocatori degli anni ’50, totalizzando 16 vittorie sul PGA Tour nell’era di Ben Hogan, Sam Snead, Cary Middlecoff e Lloyd Mangrum. Nel 1952 vinse quattro tornei in quattro settimane consecutive, record ancora imbattuto, anche se il suo anno migliore probabilmente fu il 1956 con la vittoria del Masters; tre mesi dopo vinse il PGA Championship.
La stella di Fort Worth è stato anche un eccezionale giocatore di Ryder Cup, torneo in cui ha preso parte nel team USA per cinque edizioni consecutive, dal 1951 al 1959, partecipando come capitano giocatore nel 1957 e come capitano non giocatore nel 1973. Nel 2004, invece, è stato vicecapitano di Hal Sutton.
Passato professionista nel 1941, la sua carriera ha consumato poco più di un decimo della sua vita, ma i successi prodigiosi del giovane Jack lo hanno inserito di diritto nella World Golf Hall of Fame nel 2000.
Burke è una parte vitale del patrimonio del nostro sport, un uomo singolare che si è distinto come sportivo, insegnante, proprietario di club e conservatore del golf con la G maiuscola.
Come racconta il figlio Mike, la vita di suo papà, uno dei più anziani giocatori americani, è plasmata da tre principi fondamentali: l’educazione ricevuta dal padre, la famiglia e il corpo dei Marines.
Jack Burke Jr., infatti, ha conservato molto di ciò che l’esperienza da Marines gli ha insegnato durante la Seconda Guerra Mondiale, preservandone una spiccata integrità fisica e morale.
Una volta ritiratosi dal Tour americano, Burke ha dedicato tutto il suo tempo a un altro dei suoi maggiori successi, il Champions Golf Club, che non finisce di ospitare ancora oggi i più importanti tornei del golf mondiale.
La sua è una ruotine quotidiana felice e ben programmata: si alza presto sei giorni alla settimana su sette, per colazione una ciotola di cereali e, dopo essere andato in Chiesa, si reca al suo amato circolo per passeggiare tra campo pratica e putting green, dando veloci ma efficaci consigli e, soprattutto, incoraggiando i suoi giovani soci.