Il 2019 è iniziato con il botto per il golf azzurro, con la conferma di Francesco Molinari nell’élite mondiale grazie al suo straordinario successo nell’Arnold Palmer Invitational, il suo secondo sul PGA Tour, e all’eccezionale Masters, in cui è andato a un passo da indossare addirittura la mitica Giacca Verde.
E gli altri?
Ma dietro a un Chicco in formato stellare, il golf azzurro sembra per ora latitare, e non poco. Unico acuto di una stagione al momento decisamente sotto tono dei nostri giocatori impegnati sul principale circuito continentale è venuto da Guido Migliozzi, che ha brillantemente ottenuto al Kenya Open a marzo il suo primo successo in carriera sull’European Tour nella stagione del suo debutto tra i grandi.
Migliozzi, dopo il trionfo in Africa, ha partecipato a tre tornei, superando il taglio in tutte le occasioni e portando a casa un 25° posto al Trophee Hassan II come miglior piazzamento. Attualmente con 434.3 punti è 43° nella Race to Dubai, secondo azzurro dopo Francesco Molinari, 9°, con 1.014.8 punti.
Tanti, troppi, i tagli mancati
Poche invece le notizie positive dagli altri, paurosamente scomparsi dalle parti alte delle classifiche e lontani dalla loro forma migliore.
Renato Paratore e Andrea Pavan sono rispettivamente 128° e 129° nella Race to Dubai. Renato Paratore in dieci tornei giocati non ha passato il taglio in cinque e il 18° posto nel Saudi International a febbraio è al momento il suo miglior risultato. Viene da due tagli mancati consecutivi (Trophee Hassan II e Volvo China Open) e da score troppo altalenanti per poter tornare a competere per le posizioni che contano.
Andrea Pavan di tornei ne conta nove in questa stagione, con un 21° posto nel Trophee Hassn II come miglior piazzamento. Poco più indietro Nino Bertasio, 139°, con dieci tornei giocati e un 18° posto nel Hero Indian Open come miglior piazzamento. Ritirato nell’ultimo Volvo China Open per problemi alla schiena, Bertasio si sta sottoponendo attualmente a verifiche mediche attraverso risonanza magnetica per cercare di capire quale sia il reale problema. La sua partecipazione al prossimo British Masters è a forte rischio.
Edoardo Molinari ha giocato più di tutti, 12 tornei, ma il suo rendimento è stato decisamente deludente: 8 tagli mancati non possono che rappresentare una cocente delusione per chi vanta come lui tre titoli sul circuito europeo e una partecipazione in Ryder Cup.
Discorso simile per Lorenzo Gagli, che con sette tagli mancati su dieci apparizioni non può che cercare di dimenticare in fretta un brutto avvio di stagione e voltare pagina.
Prima parte di anno complicato anche per l’altro debuttante sul tour, Filippo Bergamaschi, che nelle 9 gare a cui ha preso parte è riuscito a passare il taglio solo in tre occasioni e vanta un 31° posto al Kenya Open vinto da Migliozzi come migliore score.
Chiude le fila un ‘non pervenuto’ Matteo Manasssero, alle prese con la prima stagione dal suo esordio tra i pro senza la carta piena dell’European Tour. Dieci tornei giocati (l’ultimo sul Challenge) e un solo taglio passato sono il magrissimo bilancio di un’annata in cui per ora il vero Matteo non è praticamente mai sceso in campo.
World Ranking: dietro a Chicco il vuoto
La situazione è ancora più allarmante se parliamo di World Ranking: con Molinari saldamente settimo al mondo dopo l’eccezionale prestazione del Masters, per rivedere un tricolore azzurro in classifica bisogna scorrere sino alla posizione numero 124 di Andrea Pavan, in discesa dopo aver chiuso il 2018 tra i Top 100 (99°).
Migliozzi è 197°, unico azzurro ad aver migliorato il suo ranking dall’inizio della stagione inisieme a Francesco Laporta (444°); Paratore è 342°, Gagli 428°. L’unica magra consolazione è venuta proprio da Laporta, impegnato sul circuito satellite europeo, che al Turkish Airlines Challenge di fine aprile ha sfiorato il successo, perdendo solo al playoff dallo scozzese Connor Syme.
Italia, se ci sei batti un colpo, la stagione è ancora lunga, il tempo per recuperare c’è, ma è ora di invertire la tendenza. Il talento e le qualità non mancano. Forza azzurri.