Immaginatevi 3.000 giocatori distribuiti su una cinquantina di campi impegnati per quattro giorni nella gara più grande del mondo.

Aggiungetevi una 19ma buca delle dimensioni di un convention center e un’organizzazione che non ha nulla da invidiare ad un evento del PGA Tour.

Mettete tutto insieme e avrete il World Amateur Handicap Championship, che ogni anno a fine agosto incorona il “campione del mondo” dei giocatori dilettanti.

Il paradiso dei golfisti

Siamo a Myrtle Beach, località balneare (ma soprattutto capitale golfistica) del South Carolina al confine con il North Carolina, recentemente nominato come “destinazione golfistica numero uno negli Usa”. Insomma, un vero e proprio Paese dei balocchi per chi gioca a golf.

Quest’anno ad essere incoronato “campione del mondo” è stato Upendra Modak (Charlotte, N.C.) che nel giro “dei campioni” ha consegnato uno score di 68 colpi netti (81 lordi).

Sì perché il torneo si gioca con formula medal con classifica sul netto (ma ci sono anche le classifiche lorde) su 72 buche. Funziona così: tutti gli iscritti vengono suddivisi in flight di una cinquantina di giocatori omogenei per età e handicap di gioco.

Al termine dei quattro giri, rigorosamente su quattro campi diversi, i vincitori di ogni flight si qualificano per il giro “dei campioni” che assegna il titolo.

Gli italiani in campo quest’anno

Dal 2003 al World Am (come lo chiamano loro per abbreviare) partecipano anche giocatori italiani.

Pattuglie più o meno numerose di golfisti alla caccia di un’esperienza davvero unica. Quest’anno la squadra tricolore era formata da 13 giocatori: Massimo Baldan, Bernardo Della Mea, Ugo Fagiano, Ugo Farina, Paolo Fasano, Paolo Jez, Simon Ludovici, Massimo Mamprim, Carlo Morandi, Paolo Emilio Pacciani, Federico Rivalta, Mauro Santoni e Christian Vocaturo.

Un’eperienza che ha lasciato tutti soddisfatti indipendentemente dai risultati raggiunti.