Immagine o comodità? I pantaloni corti per i PRO fanno discutere
Pantaloni corti per i PRO, sono professionali?
Questa è la domanda che sta rimbalzando sul web in queste ore dopo aver goduto delle immagini del Taylor Made Driving Relief di domenica, appuntamento benefico vinto dalla coppia Johnson/McIlroy a danno del duo Fowler/Wolff
I ragazzi hanno camminato per 18 buche di Skins Game da soli, in pantaloncini corti e portandosi da soli la sacca, a spalle.
L’immagine è stata definita simpaticamente da “gara giovanile”, ma quale ambiente migliore per divertirsi e dare un’immagine giovane del nostro sport?
I detrattori però non ci stanno e indicano la via del pantalone lungo come unica regola professionale per mantenere alti i valori di uno sport così antico.
Chissà cosa avranno pensato i giocatori degli anni 30, vestiti in camicia, giacca e spesso maglioni di lana, nel vedere l’era dove Rickie Fowler, ad inizio carriera, passeggiava in completo arancione rendendo onore al suo sponsor
O cosa potrebbero pensare di Erik Van Rooyen che ha stupito tutti, fino a qualche mese fa, con pantaloni (lunghi) stile tuta da ginnastica. Ancora, quale sarebbe stato il loro pensiero per la prima maglietta girocollo di Tiger al Masters del ’97?
Ogni lustro cambia gusto, dicono, la moda segue il suo corso non solo con materiali nuovi ed effcienti.
Il pantalone corto è già ammesso nei giri di prova ma, ancora, in alcune gare, non è possibile indossarlo. Come lo stesso non è accettato in molti circoli amateur in diverse parti del mondo perché considerato “fuori luogo”.
“Non è più una questione di vedere o meno i polpacci dei giocatori”, dicono i fan dei bermuda.
“I giocatori sono degli atleti e, per il 90% dei professionisti con fisici invidiabili. Non vediamo partite di tennis in lungo, nemmeno sul campo centrale di Wimbledon, al massimo viene richiesto il colore unico (bianco) per onorare una tradizione. Affrontiamo piuttosto l’argomento pensando all’umidità e al caldo insopportabile al quale sono sottoposti i giocatori per 4 giorni di fila per circa 5 ore di gara….”
I detrattori, sorridendo, dicono “Beh, però andate Voi a cercare una palla nei rough molto alti o dove ci sono arbusti con spine, poi in club house andiamo insieme a medicare le ferite”.
Continuano anche su un argomento “da finale di gara”.
“Potremmo accettare il corto sempre ma non nel giro finale, non vogliamo vedere la fotografia del vincitore del torneo in pantaloncini corti a fianco di vecchie immagini di golfisti molto molto eleganti”.
La discussione è aperta, infinita e verrà ripresa ancora molte volte.
L’immagine elegante e la tradizione da un lato, la comodità e l’evoluzione della moda da un altro.
Intanto ridono i caddie, amici fidati dei pro, loro da molti anni indossano pantaloni corti e non si lamentano di polpacci martoriati da graffi da rough o da forme invidiabili da dieta e fitness.
E se la nuova regola (sembrebbe allo studio) fosse valutare di volta in volta le condizioni climatiche?
Alla prossima discussione da bar.
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