Il golf professionistico scalda i motori in vista dei primi impegni ufficiali del nuovo calendario post lockdown, in programma a giugno, ma i dubbi su come saranno organizzati restano parecchi.

Se il PGA Tour ha reso noto un protocollo di comportamento per giocatori, caddie e addetti ai lavori, l’argomento pubblico sì, pubblico no resta al centro dell’attenzione generale, anche considerando i mancati introiti che l’assenza di fan ai tornei comporterebbe per tutto il circuito.

Se poi parliamo di major o di Ryder Cup, il danno economico si aggira su cifre davvero iperboliche: lo scorso anno si stima che ad Augusta nella settimana del Masters, si siano incassati, in solo merchandising, circa 55 milioni di dollari

Molte le voci di primo piano che continuano a schierarsi contro il golf a porte chiuse: Brooks Koepka, ex numero 1 del mondo, come sempre non ha mancato di essere molto chiaro, soprattutto in tema di Ryder Cup: “La Ryder senza fan non è Ryder. È un evento che vive con e per il pubblico, e pensare di giocare nel silenzio assoluto significa rovinare l’essenza della manifestazione. Se così sarà, non so se prenderò parte a questa edizione…”.

Della stessa idea Rory McIlroy, come molti altri potenziali protagonisti di questa edizione 2020, e la musica non cambia se si parla di major: vi immaginate cosa sarebbe il Masters senza un’anima a guardare i giocatori?

Nuovo calendario alla mano, il primo major 2020 è diventato ora il PGA Championship, in programma al TPC di Harding Park, in California, la prima settimana di agosto.

Ma con o senza spettatori? È questo il grande dilemma della PGA of America. “Abbiamo un piano A e un piano A1, costruiremo le strutture necessarie nel caso dovessero esserci i supporter, in caso contrario ci adegueremo di conseguenza”. Questa la rivelazione di Kerry Haigh, Chief Championship Officer della PGA of America.

Una decisione sembra che arriverà dopo aver testato i primi tornei del PGA Tour a giugno, ma i dubbi restano, e non pochi, e il timore di perdere pesanti partnership a livello commerciale pure.

Il PGA Championship si sarebbe dovuto giocare proprio questa settimana a San Francisco, città dove i campi da golf sono stati riaperti solo da pochi giorni.

“La sicurezza di tutti – ha sottolineato ancora Haigh – è senza ombra di dubbio l’aspetto più importante. Per quel che riguarda il PGA Championship, se si giocherà a porte chiuse o no, ancora non è possibile saperlo. Dipenderà dall’evolversi della pandemia nelle prossime settimane”.

La PGA of America guarda al presente ma con un occhio sempre puntato verso il futuro: sono già state definite infatti tutte le sedi che ospiteranno il major da qui al 2031, sempre nel mese di maggio, Covid permettendo. Eccole nel dettaglio:

2021 – Kiawah Island, The Ocean Course (Kiawah Island, S.C.)
2022 – Trump National Bedminster (Bedminster, N.J.)
2023 – Oak Hill Country Club (Pittsford, N.Y.)
2024 – Valhalla Golf Club (Louisville, Ky.)
2025 – Quail Hollow Club (Charlotte, N.C.)
2026 – Aronimink Golf Club (Newtown Square, Pa.)
2027 – PGA of America Headquarters (Frisco, Texas)
2028 – The Olympic Club (San Francisco, Calif.)
2029 – Baltusrol Golf Club, Lower Course (Springfield, N.J.)
2030 – Southern Hills Country Club (Tulsa, Okla.)
2031 – Congressional Country Club (Bethesda, Md.)