All’Accordia Golf Narashino c’era il tutto esaurito: i biglietti per assistere al ritorno di Tiger Woods in Giappone, a distanza di 13 anni dalla sua ultima apparizione, erano stati polverizzati in poche ore già da mesi.
L’attesa di vedere il Fenomeno dal vivo nel Zozo Championship, primo torneo giapponese valido ufficialmente anche per il PGA Tour statunitense, era quindi altissima: ma l’inizio non poteva essere più scioccante per Woods.
Un inizio shock poi la ripresa
Partito dalle seconde nove, il tee shot alla buca 10 finisce clamorosamente in acqua per un deludente bogey, stesso risultato ottenuto nelle successive due buche. Un silenzio quasi irreale è stato però spazzato via poco dopo, alla 14, con il primo di tre birdie consecutivi che riportavano entusiasmo nell’ambiente e sicurezza nel gioco di Woods.
Un ulteriore birdie alla 18 gli ha permesso di girare le sue prime nove buche del torneo addirittura sotto par (35). Poi il capolavoro: in totale controllo del proprio gioco e micidiale con il putter, Tiger ha dato spettacolo puro, proprio quello che i tifosi giapponesi sognavano ad occhi aperti.
Il capolavoro sulle seconde nove
Cinque birdie, nessuna sbavatura, il Fenomeno ha schiacciato l’acceleratore dalla buca 3, firmando sulle seconde nove uno strepitoso 29 e chiudendo con palla in asta alla 9 per il 64 che gli ha permesso di prendere la testa del torneo dopo 18 buche in compagnia del campione U.S. Open in carica, Gary Woodland.
La caccia al record di Snead è ricominciata
La caccia al record dei record di Sam Snead (82 vittorie sul PGA Tour), ormai a una sola lunghezza, è quindi ricominciata. Tiger non giocava un torneo da metà agosto e, dopo la sua strepitosa vittoria al Masters ad aprile, la stagione 2019 non gli aveva riservato molte gioie: nelle ultime sei gare giocate ha passato solo metà dei tagli, rimanendo fuori dal Tour Championship, torneo da lui vinto nel 2018, e atto finale della FedEx Cup.
L’incognita dello stato di forma dopo l’ultima operazione
Nel frattempo ha dovuto subire la quinta operazione di artroscopia al ginocchio e le sue condizioni di forma erano un’incognita assoluta, ma visto il modo in cui si è presentato, il riposo e il lavoro svolto lo hanno riconsegnato al grande pubblico in un formato stellare.
“Non mi sarei mai aspettato di chiudere in 64 dopo un inizio simile – ha detto Tiger al termine -. È stato un avvio molto brutto ma sentivo di poter recuperare e finire la giornata sotto par, immaginando che i primi avrebbero chiuso intorno a -2/3 a causa del forte vento che c’era. Poi il vento è crollato e io mi sono acceso imbucando un sacco di putt importanti”.
Mentre il suo score finale è stato per certi versi una sorpresa, Tiger ha invece dichiarato di aver avuto ottime sensazioni nei colpi. Il problema al ginocchio che lo ha condizionato nell’ultima parte del PGA Tour di quest’anno sembra ormai un lontano ricordo e il suo swing sembre essere tornato fluido e in grado di esprimere tutta la sua potenza.
“Prima di operarmi di nuovo cercavo di compensare durante lo swing ma sfortunatamente, con la mancanza di movimento che avevo nel ginocchio, ne ha risentito la schiena, l’ultimo posto del mio corpo da sottoporre oggi a stress”, ha spiegato.
“Ora sto bene, è stato bello poter sentire che sono in grado di ruotare un po’ meglio, caricare bene il corpo e, cosa più importante, essere in grado di piegarmi senza sofferenza per leggere le linee dei putt. Se riguardate i video delle ultime gare a cui ho partecipato quest’anno quasi non riuscivo a farlo…”.
Niente di buono dal meteo
A causa delle pessime condizioni meteo previste per la seconda giornata di gara di venerdì, i tee time sono stati spostati di un’ora ma il gioco potrebbe comunque essere influenzato dal maltempo. “Sarà bagnato e molto difficile domani prima della tempesta e ci attende un weekend in cui bisognerà avere molta pazienza, spero di continuare su questa strada”.
Deludono McIlroy, Day e Spieth
Alle spalle di Tiger e Woodland con 64 si è piazzato l’eroe di casa, Hideki Matsuyama, terzo con 65. Quarti con 67 ci sono gli americani Daniel Berger e Ryan Palmer e il coreano Sung Kang. Deludente Rory McIlroy, numero 2 del mondo, 47° con 72 come Jason Day, fresco vincitore del Japan Skins giocato lunedì scorso, prologo del torneo giapponese. Profondo rosso ancora per Jordan Spieth, 63° con 74, mentre chiude la classifica dei 78 giocatori impegnati Graeme McDowell con un disastroso 81.