Nel suo libro Ricerche filosofiche, Ludwig Wittgenstein (1889-1951), uno dei più influenti filosofi del ‘900, scrive: “La vera scoperta è quella che mi rende capace di smettere di filosofare quando voglio. Quella che mette a riposo la filosofia, così che essa non sia più tormentata da questioni che mettono in discussione la filosofia stessa.”
Per Wittgenstein il lavoro della filosofia dovrebbe consistere nel dissolvere quelli che egli considerava falsi problemi e liberarci dalla fascinazione che essi hanno su di noi. Da giovane studente di filosofia di solito ci si ‘innamora’ di una questione più o meno rilevante. Io ad esempio rimasi affascinato dal concetto di identità (cosa mi fa dire che lo Stefano che scrive oggi queste righe è lo stesso che discusse la sua tesi quarant’anni fa se tutte le cellule del mio corpo sono cambiate più volte nel corso di questi anni?). Il rischio è di innamorarsene a tal punto da rimanerne intrappolati, di porsi su di essa questioni sempre più complesse e intricate, di diventare degli ‘specialisti’ che ne parlano da specialisti con altri specialisti in modo sempre più particolareggiato al punto di perdere di vista la domanda iniziale.
Al di là della filosofia, questo non è forse vero per ogni nostra attività?
Vediamo la nostra vita come un’incessante sequenza di problemi per la quale dobbiamo apprendere e raffinare sempre nuovi metodi e tecniche per risolverli. Per ogni soluzione nuovi problemi si presentano ed ecco che ci troviamo presi dal vortice dell’attenzione sempre più rivolta ai particolari, alle minuzie che alla nostra mente acquistano sempre più importanza facendoci dimenticare il problema che volevamo risolvere.
Se invece seguissimo il suggerimento di Wittgenstein e imparassimo l’arte di ignorare i falsi problemi e quelli che ci siamo creati da soli? Ne ricaveremmo pace mentale e maggior lucidità nell’affrontare le sfide importanti, anche nel golf!
Su questo è perfettamente d’accordo anche il famoso coach David Leadbetter: nel suo libro Errori e Rimedi, suggerisce di “imparare a ‘lasciar perdere’, quando siete sulla palla, i dettagli teorici.
Così come la filosofia, per Wittgenstein, è la cura per i suoi stessi mali, il golf può rivelarsi un’efficace cura per la vita stessa
La pratica del golf ci aiuta ad individuare ciò che realmente conta, a concentrarci sulla fluidità dello swing e non su come dovrebbe trovarsi la faccia del bastone in quel momento. Giocando a golf arriviamo a sperimentare, e perciò ad esserne consapevoli, che le nostre conoscenze – il giusto stance, il giusto grip e così via – sono funzionali ad un gioco fluido e naturale, non il contrario. Che i dettagli, che pur sono importanti, non devono oscurare l’obiettivo generale: giocare meglio per divertirci di più. Possiamo così trasferire questa consapevolezza dai green alla vita di ogni giorno: giocheremo meglio, vivremo meglio.
Se volete approfondire i temi trattati potete scrivermi a: stefano@stefanoscolari.it