Nella memoria storica del golf pochi colpi sono più iconici del secondo giocato da Ballesteros alla buca 18 dell’European Masters a Crans-sur-Sierre nel 1994.
Seve è impegnato in un testa a testa per la vittoria con Barry Lane e dal tee di partenza fa partire push secco sotto gli alberi di destra. Come se non bastasse la pallina è a circa un metro dal muro di cinta del percorso e la visuale è pressocché nulla. Chiunque altro avrebbe rimesso la palla in gioco e chiuso in un facile par.
Ma lui no. Decise di tentare un colpo impossibile attraverso uno spiraglio tra i rami.
Morale: il genio spagnolo riesce nell’impresa, la palla finisce prima del bunker del green e da lì imbuca l’approccio per il birdie entrando così nell’Olimpo degli eroi del golf.
Tutti amano gli eroi perché compiono azioni che noi comuni mortali non siamo in grado di portare a termine
Nella cultura greca e poi romana l’eroe assume il carattere di semidio, nato dall’unione di una o un mortale con una divinità, proprio ad indicare la natura oltre umana che gli permette di compiere le sue azioni così speciali.
Ercole era figlio di Giove e della regina Alcmena, Achille era figlio del mortale Peleo, re dei Mirmidoni, e della nereide Teti.
Anche supereroi attuali, Superman, l’Uomo Ragno e così via vanno al di là della natura umana vuoi per nascita vuoi per eventi accidentali che li trasformano.
Gli eroi sono necessari
Le loro storie sono alla base dell’origine di intere comunità, narrando i valori che quella stessa società deve adottare e nei quali ciascun membro si identifica.
Prendiamo ad esempio Enea, figlio del mortale Anchise e di Venere, alle origini di Roma visto che secondo il mito da lui discende Romolo, fondatore della città eterna. Enea è l’archetipo dell’uomo obbediente agli dei, coraggioso in battaglia e che si prende cura e protegge i più deboli e la propria famiglia. Viene infatti raffigurato mentre fugge da Troia in fiamme portando in spalle il vecchio padre Anchise e tenendo per mano il figlioletto Ascanio.
Proprio come doveva essere un romano: coraggioso e dotato di pietas, una qualità composta di devozione verso gli dei, amore e affetto per i genitori, i figli, la patria e gli amici, clemenza, giustizia e senso del dovere.
Per ogni romano Enea è la figura cui ispirarsi.
Lo stesso vale per noi golfisti
Leggendo e raccontandoci le storie dei nostri eroi ci riconosciamo come comunità e identifichiamo quali valori condividere. E poi diciamocelo, raccontare le gesta degli eroi, di circolo o universali che siano, è una delle attività preferite da fare in club house. Gli eroi spesso sono poco sensati, tuttavia proprio la loro irragionevolezza li rende perfetti per deliziare gli appassionati di storie.
Ammiriamo tutti i grandi giocatori ma alcuni di questi sono gli eroi preferiti dai quali prendere ispirazione. Uno di questi è sicuramente proprio Seve
Lo amiamo perché possiamo identificarci in lui: spesso spediamo la pallina in mezzo ai boschi, nei bunker, nei parcheggi, proprio come lui. La differenza? Che Ballesteros è un eroe e dai boschi, dal bunker o dal parcheggio faceva birdie e lo faceva con uno stile e una grazia che è impossibile non ammirare e invidiare.
È l’incarnazione divertente e piena di talento del superuomo (Übermensch) di Nietzsche, nato per andare ‘oltre’ il golfista qualunque e godere della vita e del gioco accettandone la sofferenza, il dolore e le contraddizioni che l’accompagnano con gioioso, dionisiaco, amore per l’esistenza e per il golf.
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