Nello sport c’è vittoria e vittoria, ma quando questa arriva a una certa età, allora ha un gusto davvero tutto speciale.
Grazie al successo nell’RBC Heritage di settimana scorsa, Stewart Cink è diventato il solo quarto giocatore over 47, dal 1960 ad oggi, ad aver vinto più di un torneo in una stagione del PGA Tour.
Il ritorno alla vittoria di Cink lo scorso settembre nel Safeway Open ha messo la parola fine su un digiuno che durava da 11 anni, ovvero da quella Claret Jug sollevata a Turnberry nel 2009 e letteralmente strappata dalle mani di un leggendario Tom Watson, allora 59enne, solo al playoff.
In molti ormai sentanziavano che il suo trionfo a Turnberry sarebbe di fatto rimasta l’ultima perla di una brillante carriera ormai arrivata al capolinea. Invece Cink ha smentito tutti, conquistando prima il Safeway Open, la gara inaugurale della stagione 2020/2021 del PGA Tour, e poi il suo otttavo titolo sul circuito all’Harbour Town, rientrando addirittura tra i Top 50 del World Ranking per la prima volta dal gennaio del 2011.
Passano gli anni, cambiano le attrezzature, l’età media si abbassa ma una delle più grandi verità del golf non cambia mai, la longevità sportiva ad alti livelli del nostro sport.
Mentre la vita sportiva di un atleta ad alti livelli nel calcio o nel basket dura raramente oltre i 35 anni, i professionisti di golf rimangono spesso competitivi anche ben oltre i 40 anni. Un inversione di tendenza si inizia ad avvertire quando questi si avvicinano alla soglia dei 50. Solo cinque giocatori hanno vinto un major dopo il loro 45° compleanno, sottolineando la difficoltà di rimanere ultra-competitivi sul principale circuito intanto che ci si avvicina a grandi passi a quello Over 50, il PGA Tour Champions.
Qui di seguito vogliamo ricordare dieci stagioni del PGA Tour contrassegnate dalle gesta di campioni over 45. Non si tratta di una classifica ma solo di un’elenco in ordine temporale di dieci annate contraddistinte dalle eccezionali performance di grandi campioni ormai giunti alla soglia delle 50 primavere.
Sam Snead – 1957
Snead nacque pochi mesi da Ben Hogan e Byron Nelson nel 1912, e mentre gli altri due giocatori ebbero probabilmente risultati migliori, Slammin ’Sammy aveva dalla sua la longevità sportiva. Snead ha vinto il suo primo torneo del PGA Tour nel 1936 e il suo 82esimo e ultimo (record assoluto di tutti i tempi insieme a Tiger Wooods) nel 1965, collezionando 18 vittorie dopo i 40 anni.
Dopo aver compiuto 45 anni, il 27 maggio 1957 Snead vinse al Palm Beach Round Robin. Dopo questo successo infilò tre Top 10 consecutivi (U.S. Open, Western Open e PGA Championship), a cui aggiunse altri due secondi posti nel World Championship of Golf e nel Miller High Life Open.
Il momento clou dell’anno giunse al Dallas Open Invitational, dove girò in 60 (-11) il secondo round – il punteggio più basso registrato nella storia del Tour – e chiuse 20 sotto vincendo il torneo.
In quella stagione Snead portò a casa due vittorie e tre secondi posti e un totale di 28.261 dollari.
Sam Snead – 1960
Tre anni dopo Snead si ripete: vince due volte prima del 1° maggio, al De Soto Open Invitational e al Greater Greensboro Open. Fu la settima vittoria di Snead a Greensboro ma non l’ultima, che sarebbe arrivata cinque anni dopo, poco prima del suo 53° compleanno. Oggi è ancora suo il record del vincitore più anziano nella storia del Tour.
Snead giocò 11 volte durante la stagione 1960, anno in cui Arnold Palmer era al top del suo gioco e vinse otto volte – e Snead, allora 48enne, finì tra i Top 25 in tutte le 11 gare. Oltre alle due vittorie, chiuse una volta secondo al West Palm Beach Open Invitational e una terzo al PGA Championship.
Julius Boros – 1968
La vittoria di Boros al PGA Championship del 1968 è un record che resiste da 53 anni: è lui il più anziano giocatore (48 anni) ad aver vinto un major. Si giocò al Pecan Valley Golf Club di San Antonio, e Boros resistette al caldo infernale e a uno scatenato Arnold Palmer, beffandolo di un solo colpo.
Boros continuò ad esprimersi ad alti livelli per tutta l’estate del 1968, ottenendo un quarto posto nei due tornei successivi. Vinse poi il prestigioso Westchester Classic per un colpo, con Jack Nicklaus secondo. Fu quella la sua diciottesima e ultima vittoria sul PGA Tour, entrato di diritto nella World Golf Hall of Fame.
Jack Nicklaus – 1986
Il 1986 di Jack Nicklaus è nei libri di storia. Quando vinci il Masters a 46 anni, e nel modo in cui l’Orso d’Oro lo fece, con al fianco il figlio come caddie, portando le tue vittorie ad Augusta a sei e il totale dei major a 18, record tutt’ora imbattuto, non puoi che essere considerato LA leggenda di questo sport.
Una vittoria arrivata però davvero dal nulla: nelle sue sette gare prima di quella magica settimana ad Augusta, Nicklaus ottenne come miglior piazzamento un 39° posto. Mancò il taglio la settimana prima del Masters e in quella precedente si era addirittura ritirato. Ma la magia ritrovata improvvisamente con la vittoria al Masters durò poi per il resto di quella stagione. Finì 5° al Memorial, 8° allo U.S. Open e 9° alle World Series of Golf.
Hale Irwin – 1990
Irwin festeggiò 45 anni il 3 giugno 1990, la domenica del Kemper Open. Chiuse con un 69 quel giorno per finire terzo a pari merito. Due settimane dopo vinse il suo terzo e ultimo U.S. Open al playoff contro Mike Donald a Medinah. Sette giorni dopo, trionfò nel Buick Classic, prima di sfiorare un altro successo un mese dopo, quando terminò secondo al Buick Open.
Nel 1994, pochi mesi dopo aver vinto la RBC Heritage a 48 anni, Irwin è diventato il primo capitano a giocare nella storia della Presidents Cup. Diventò poi uno dei più grandi giocatori nella storia del PGA Tour Champions; le sue 45 vittorie sul circuito senior sono un record tutt’ora imbattuto. Solo Bernhard Langer, arrivato a 41 e con sette major senior, potrebbe sorpassarlo.
Vijay Singh – 2008
Singh è forse il simbolo assoluto tra i giocatori che hanno vinto di più nella seconda parte delle loro carriera, con 22 dei suoi 34 titoli sul PGA Tour arrivati dopo i 40 anni. Nel maggio 2008, a 45 anni, Singh trionfò nel WGC-Bridgestone in agosto e un mese dopo si impose nei primi due tornei dei playoff della FedEx Cup, conquistando al termine la coppa.
Con le sue tre vittorie stagionali e la FedEx Cup, Singh portò a casa quella stagione oltre 16 milioni di dollari. E nei guadagni in carriera il fijiano è il quinto in assoluto di tutti i tempi.
Kenny Perry – 2008
Con 14 vittorie in carriera, Perry ha uno dei migliori record per un giocatore che non ha mai vinto un major. Cinque di questi titoli sono arrivati dopo il suo 45° compleanno, e tre di questi nel 2008 a 47.
Perry giunse secondo all’AT&T Classic a marzo prima di vincere il Memorial, il Buick Open e il John Deere Classic in estate. Iniziò l’anno al numero 95 del World Ranking e lo chiuse tra i primi 20, qualificandosi per la Ryder Cup a Valhalla, dove conquistò 2 successi, perse un incontro e ne pareggio un altro, contribuendo al successo degli Stati Uniti.
Kenny Perry – 2009
Purtroppo il 2009 è anche l’anno della più grande delusione in carriera di Perry. In testa dopo 54 buche al Masters e ancora di due colpi a due buche dal termine, era a un passo dal diventare il giocatore più anziano a imporsi ad Augusta. I due bogey alla 17 e 18 lo costrinsero al playoff contro Angel Cabrera che poi perse.
Si consolò quell’anno con i successi nel FBR Open e nel Travellers Championship. La vittoria al TPC River Highlands lo portò addirittura al numero 4 del World Ranking a 48 anni suonati. Fu quella l’ultima vittoria della sua carriera sul Tour maggiore.
Phil Mickelson – 2016
È l’unica stagione in questa lista in cui il giocatore in questione non ha vinto almeno un torneo. E, come Perry, il ricordo per Mickelson è certamente dolceamaro. Lefty chiuse l’Open Championship a Troon con 17 sotto il par, compreso un giro finale in 65. Dietro a lui il vuoto, a 11 colpi di dtstanza.
Peccato però che davanti a Mickelson ci fosse uno scatenato Henrik Stenson che nelle ultime 18 buche, le più belle che si ricordano all’Open Championship dai tempi del famoso “Duello al Sole” tra Watson e Nicklaus nel 1975 a Turnberry, firmò uno strepitoso 63 vincendo di tre colpi.
Mickelson dichiarò poi che quella fu l’unica volta in carriera in cui giocò il suo miglior golf ma non bastò per vincere.
Fu uno dei tre secondi posti che Lefty ottenne quell’anno, insieme all’AT&T Pebble Beach Pro-Am e al FedEx St. Jude Classic. Giocò anche la Ryder Cup ad Hazeltine, l’ultima vinta dagli Stati Uniti, con un punteggio personale di 2 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta.
Stewart Cink – 2021
Cink era svanito dalle classifiche ormai da molto tempo: rimaneva solo il ricordo di quel successo a Turnberry strappato a Tom Watson nel 2009 a ricordargli un’impresa che ormai sembrava parte di una carriera passata.
Poi il cambio di coach, l’aggiunta 15-20 iarde di distanza al driver e il figlio Reagan come caddie gli hanno cambiato il destino. A settembre 2020 il Safeway Open a Napa, poi il 4° posto al Bermuda Championship e il 12° al Masters, preludio del suo secondo titolo stagionale, arrivato la settimana dopo Augusta.
Cink ha aperto l’RBC Heritage con un doppio 63, infrangendo il record del torneo su 36 buche. Il suo 69-70 nel fine settimana è stato sufficiente per una comoda vittoria di quattro colpi. Cink si unisce così a Bryson DeChambeau, di 20 anni più giovane, quale unici giocatori con più di una vittoria in questa stagione. E siamo solo ad aprile…