Quante volte, guardando il golf oltre i nostri confini, abbiamo pensato a quanto il “loro” sport fosse differente?
In Italia il golf dilettantistico ruota intorno alle gare amatoriali
Il numero di competizioni, ovviamente tralasciando il 2020, è in crescita esponenziale. E non c’è crisi che tenga. La gara domenicale, che tradizionalmente ha segnato la storia del golf nostrano, è stata dapprima bissata con un appuntamento il sabato, quindi, in molti circoli, affiancata da competizioni infrasettimanali. Proprio il lungo impegno temporale durante le giornate lavorative ha consigliato spesso gli organizzatori a preferire competizioni sulla distanza di nove buche rispetto le tradizionali 18. Il risultato però è sempre stato il medesimo: per giocare a golf in Italia bisogna spesso iscriversi a una gara.
Non è detto che questo sia un male, sia chiaro. In fondo anche in alcuni paesi d’oltralpe il numero di “Coppe Fragola” è in aumento. Quello che abbiamo sempre invidiato ai paesi golfisticamente più evoluti, è la possibilità di poter scendere in campo con i propri amici, consegnare lo score al rientro in clubhouse e ritenerlo valido per la variazione del proprio handicap di gioco. In alcuni paesi non c’è neppure bisogno di riconsegnarlo, poiché l’inserimento avviene direttamente da parte del giocatore.
Negli scorsi anni l’avvento degli Extra Day Score aveva già avviato il processo di “evoluzione” del golf nostrano. La macchinosità del procedimento e la poca pubblicizzazione non gli hanno permesso di diffondersi tra i nostri circoli.
General Play, la svolta
Dal 6 febbraio scorso l’entrata in vigore del General Play ha segnato una svolta. Ha permesso, seppur momentaneamente, di variare il proprio handicap di gioco anche fuori gara. In pratica si tratta di un’evoluzione degli Extra Day Score, senza la necessità di un numero minimo di giocatori per la validità della “mini gara”.
Chi vuole può andare in campo con un marcatore, giocare nove o 18 buche e, al rientro, riconsegnare lo score che viene validato ai fini della variazione del proprio livello di gioco.
La novità è inserita nel nuovo sistema di calcolo dell’handicap di gioco. Si tratta del The World handicap System, del quale abbiamo già parlato sulla rivista, grazie al contributo di Corrado Graglia e Davide Lantos.
Un breve ripasso
L’handicap di gioco viene ora calcolato tenendo conto dei migliori otto risultati nelle ultime 20 gare disputate. Il General Play permette di avere maggiori chance e un livello di gioco corretto anche a quanti non amano confrontarsi negli eventi che tradizionalmente costellano il calendario e occupano i weekend di molti circoli. Perché lo score sia inseribile è necessario che il percorso delle 9 o 18 buche sia in condizioni di validità per una gara ai fini dell’handicap e si versi una quota prima di partire dichiarando chi sarà il proprio marcatore. Tale quota non è da considerarsi come un’iscrizione bensì come un contributo per le spese di segreteria visto che nelle giornate di General Play non è consentito stilare una classifica e/o procedere alle premiazioni a fine giornata.
Grazie anche al temporaneo blocco delle gare causa Covid, pare che il sistema stia trovando i favori dei golfisti. In diversi golf club ci hanno fatto sapere che sono numerosi i giocatori che chiedono di poter giocare usufruendo del General Play.
In fondo la procedura è semplice:
- In segreteria si dichiara di voler giocare le buche a fini handicap;
- Si indica chi sarà il marcatore ritirando lo score;
- Si paga, ove previsto, un contributo di segreteria per la registrazione del punteggio
Grazie alla quota che viene richiesta, generalmente 5/10 euro, l’extra lavoro da parte della segreteria viene pagato e, soprattutto, queste quote possono contribuire a migliorare i magri bilanci dei circoli di questo periodo.
Alcuni circoli hanno ampliato l’iniziativa. Il contributo richiesto è di 20 euro e i giocatori ricevono gadget e omaggi.
Il tutto in attesa di poter scendere di nuovo in campo per le gare tradizionali
Questo sistema difficilmente sostituirà integralmente le competizioni alle quale siamo abituati. Sicuramente però è l’opportunità che può permettere di avere un livello di gioco più veritiero.
Un Golf con la G maiuscola per il quale non è raro sentirsi chiedere: “Ma l’Italia è pronta?”
I dubbi sono molti e, purtroppo spesso leciti.
Data l’importanza che rappresenta l’handicap per molti golfisti nostrani, ritenuto spesso uno status symbol, al momento dell’annuncio non sono mancate le battute.
Molti hanno commentato che presto avremo un Paese pieno di giocatori scratch.
Altri che ci saranno punteggi stellari nelle gare che prevedono finali internazionali. Il sospetto è che alcuni golfisti, che vogliono sfoggiare handicap a una cifra, scenderanno.
Altri, che invece puntano a vincere viaggi da sogno, si alzeranno per avere più colpi e maggiori chance di vittoria in gara. Il comune denominatore al quale si sottintende è che, grazie ad amici conniventi, ci saranno persone che trascorreranno i pomeriggi infrasettimanali ad “aggiustare” l’handicap.
Noi, che il golf lo amiamo e del quale viviamo, vogliamo credere che anche l’Italia sia pronta al vero Golf, puro, dove l’handicap sia solo un indicatore e non il metro per giudicare una persona o il pass per viaggi golfistici. I golfisti italiani, in questo periodo difficile, hanno dimostrato con il loro rispetto delle regole di essere un esempio per il resto del Paese.
Quanti invece avessero una mentalità differente, beh sappiano che le commissioni sportive continueranno a vigilare e potranno sempre proporre una variazione “coercitiva” dell’handicap.
The World Handicap System ha portato con sé un altro cambiamento
Il calcolo del nuovo livello di gioco una volta ultimata una gara. Il sapere a fine gara, grazie al calcolo esatto, quanto ci si sarebbe abbassati o se avessimo preso la virgola ci ha sempre dato carica o tristezza!
Ora non è più possibile vivere queste emozioni nell’immediatezza della giornata.
Il sistema infatti aggiorna il livello di gioco la sera e così si deve attendere la mezzanotte per sapere quanti colpi ci verranno concessi il giorno seguente.
Questo inoltre, specie inizialmente creerà disagio alle segreterie, che dovranno stampare gli score o aggiustare le partenze la mattina delle gare, specie nel caso di gare ufficiali quando si parte in ordine di handicap.