Sembra ieri quando a Tolcinasco, nell’Open d’Italia del 2004 vinto da Graeme McDowell, un ragazzino di belle speranze dal nome Francesco Molinari, ci lasciava tutti a bocca aperta firmando un secondo giro in 63 e chiudeva il torneo addirittura al 13° posto ancora da amateur. Due anni dopo quell’Open, sempre a Tolcinasco, Chicco lo stravinse, iniziando di fatto una carriera che lo ha portato nella storia del golf italiano e mondiale.
Giovedì prossimo a Pebble Beach prenderà parte al 40° major in carriera; il primo giocato il destino ha voluto che fosse proprio là dove undici anni dopo avrebbe sollevato nientemeno che la Claret Jug, a Carnoustie, primo italiano a conquistare un major nella storia del golf.
Da quel primo taglio mancato nel 2007 all’Open Championship a oggi, Francesco di strada ne ha fatta tanta, anzi tantissima.
Ha vinto tutto quello che uno può sperare di conquistare in questo sport a livello professionistico: un major (Open Championship 2018), un WGC (HSBC Champions nel 2010), il torneo più importante dell’European Tour, il BMW PGA Championship a Wentworth nel 2018, 2 gare sul PGA Tour (Quicken Loans National nel 2018 e Arnold Palmer Invitational nel 2019), 3 Ryder Cup (2010, 2012 e 2018, quest’ultima stabilendo il record assoluto di punti di un europeo in un match, 5 su 5), due Open d’Italia (2006 e 2016) e un Open di Spagna (2012).
Attuale numero 7 del mondo, dal 18 settembre 2016 non esce dai Top 50 del World Ranking e ha occupato come miglior posto la quinta piazza nel settembre del 2018, record assoluto per un italiano da quando esiste la classifica mondiale, ovvero dal 1986.
A Pebble Beach Francesco Molinari giocherà il suo decimo U.S. Open; nel torneo americano vanta come miglior risultato un 23° posto nel 2014 a Pinehurst; ha già giocato lo U.S. Open a Pebble Beach nel 2010 ma con scarsa fortuna, uscendo al taglio dopo 36 buche (79 75), mentre suo fratello Edoardo chiuse quella edizione al 47° posto con +14 (75 72 72 79).
Nelle cinque volte in cui ha invece passato il taglio allo U.S. Open, Chicco non è mai terminato oltre il 30° posto. Nei 39 major giocati sin’ora invece il numero uno azzurro vanta una vittoria (Open Championship 2018), un secondo posto (PGA Championship 2017), un quinto (Masters 2019) e un totale di 6 Top Ten, con 29 tagli superati.
Chicco non sarà questa volta l’unico italiano presente allo U.S. Open; con lui scenderà in campo a Pebble Beach nel suo primo major assoluto in carriera anche Renato Paratore, giunto attraverso le difficili qualifiche di Walton Heath disputate lo scorso 3 giugno, in cui ha strappato l’ultimo posto valido solo al play-off.
Occhi quindi tutti puntati sui due nostri portacolori, nella speranza che ci regalino un altro major indimenticabile, ma anche su Brooks Koepka, alla caccia di uno storico triplete che non accade dal lontanissimo 1905.
E poi il Fenomeno Tiger Woods, che riprende la rincorsa al record dei 18 major di Jack Nicklaus proprio là dove nel 2000 nello U.S. Open fu autore di una delle più straordinarie vittorie della sua carriera, con 15 colpi di margine sui secondi, record assoluto ancora imbattuto in una prova dello Slam.
Lo spettacolo quindi a Pebble Beach è assicurato; perderselo sarebbe un vero peccato.