Prima gara e prima vittoria per Phil Mickelson sul Champions Tour, circuito over 50 della PGA americana. Per il fuoriclasse californiano un trionfo annunciato e tutto sommato facile. Nel Charles Schwab Series all’Ozark National di Ridgedale (Missouri), Phil è partito fortissimo (61, 64, 66, -22) con uno squillante 10 sotto par. E questo scatto iniziale gli ha permesso di controllare la gara, tenendo lontani eventuali concorrenti.
Alla fine sono stati quattro i colpi di vantaggio su Tim Petrovic e sei su Kevin Sutherland. Nelle ultime nove buche Lefty si è limitato a gestire l’abbondante vantaggio senza forzare, che avrebbe probabilmente potuto essere ancora più ampio. Il risultato sicuramente non stupisce, visto il livello e la forma attuale di Michelson. Non è riuscito a entrare fra i primi 70 della FedEx e perciò ha scelto di esordire nel Champions Tour, ma in questo momento è probabilmente una spanna sopra il lotto dei partecipanti al circuito seniores della PGA americana.
Erano al via parecchi nomi celebri del Grande Golf, da Steve Stricker (quinto) a Ernie Els (settimo e terzo nella classifica generale), da K.J. Choi a Retief Goosen, all’incredibile Bernhard Langer. Il fuoriclasse tedesco, ventesimo nello Schwab, a 63 anni suonati conduce ancora la graduatoria del Champions Tour e pare proprio non abbia alcuna voglia di lasciare il primo posto che ormai occupa stabilmente da anni. Per lui, infatti, ben 41 le vittorie sul circuito degli Over 50 a stelle e strisce.
Mickelson adesso, dopo il primo successo senior a ritmo di record (punteggio più basso sul giro, 61 appunto, per un esordiente), ha un nuovo obiettivo. Riuscire a emulare Fred Funk e il “tricheco” Craig Stadler, che tornarono a vincere una gara sul PGA Tour dopo avere già giocato sul Champions.
Mickelson, pur dichiarando di considerarsi molto competitivo anche per il circuito maggiore, dovrebbe impegnarsi per un po’ anche fra i seniores. Appuntamento però di nuovo fra i big più giovani fra due settimane, per il Safeway Open a Napa (California), anticamera dello U.S. Open. L’appuntamento major dal 17 al 20 settembre è con il terribile percorso di Winged Foot (New York), teatro di gara per cui Lefty ha un pessimo ricordo. Fu lì che, nel 2006, arrivò secondo (una delle sue sei piazze d’onore, un record) avendo la vittoria in tasca fino al tee dell’ultima buca.
Per Phil, il rimo successo ha rappresentato anche un discreto assegno da depositare in banca: 450mila dollari. Forse meno “eccitante” il premio per il vincitore, con cui lo vedete ritratto in questa pagina…