In questo periodo tanto buio e drammatico, ci sono milioni di cose più importanti del nostro Gioco. Ma per tornare a respirare un po’ di libertà sulle amate buche, è indispensabile pensare già oggi a quando il COVID-19 ci darà respiro.
Quando e come torneremo in campo? Ne sapremo di più nei prossimi giorni, sperando che questa terribile pandemia lasci spazio a ripresa e speranza. Come tutto il resto delle attività del Paese, anche il golf rischia molto in questa terribile situazione. Essere pronti al via, nel rispetto delle disposizioni ministeriali, sarà il modo giusto per contenere al massimo le inevitabili conseguenze negative che ci aspettano. Chi ama il golf lo capirà alla perfezione. E darà senz’altro una mano.
È quello che comunque sta già succedendo. Girano da tempo proposte e suggerimenti che dovrebbero contribuire a definire un piano di nuove regole per clubhouse, campo e gioco. Punto d’incontro è la Federgolf, incaricata di mettere a punto un pacchetto di interventi su questo argomento di vitale importanza per tutti i Circoli italiani.
Abbiamo pubblicato sul questo sito Golf & Turismo una delle prime bozze di regolamentazione circolate. Come prevedibile, ha suscitato molte reazioni. Anche perché tutti noi golfisti non vediamo l’ora di poter rimettere i piedi su un green, fatto che rappresenterebbe anche un segnale importante dell’uscita da questo lungo e buio tunnel. Dopo poche ore l’articolo era già stato visualizzato sul nostro sito da migliaia utenti unici, dato emblematico dell’interesse sull’argomento. Molti suggerimenti sono poi arrivati in Viale Tiziano, a Roma. E crediamo che la Federgolf ha oggi a disposizione molto materiale su cui lavorare. Hanno fatto sentire il loro parere anche gli esperti più titolati, raccolti nell’AITG (Associazione Italiana Tecnici di Golf). Partendo da documenti già in discussione in altri Paesi, si sta mettendo a punto la mappa del Gioco prossimo venturo.
Già ora abbiamo visto che alcune proposte di intervento erano molto centrate. Altre invece lo sono molto meno e tali da snaturare alcuni aspetti del nostro sport o rendere tutto troppo più complicato. Come se, parlando di regole, ce ne fosse bisogno… Fra le varie discussioni, una delle più serrate sta riguardando l’asta della bandiera. Sempre in buca, senza toccarla, per paura di contagio? E la palla finita nella tazza, si può riprendere a mani nude? Non entriamo nel merito di queste discussioni tecnico/sanitarie. Però siamo in Italia e, questo ce lo dobbiamo riconoscere, c’è sempre qualcuno che ha un’idea brillante. Capace di salvare capra e cavoli.
Ve la proponiamo nel video qui sotto, sottolineando che già qualche Circolo è passato alla fase realizzativa. E qualcun altro ha invece puntato l’indice sostenendo inflessibilmente, regole alla mano, che si tratta di una soluzione non conforme. Staremo a vedere se si potrà ricavarne qualcosa. A noi sembra solo furba e potrebbe anche venire utilizzata abitualmente.
Il Gioco all’aperto per eccellenza
In attesa dei nuovi decreti per l’inizio di maggio, il confronto è già iniziato. Ma non sarà facile raggiungere compromessi condivisi da tutti. Siamo in Italia e, nel bene o nel male, la nostra proverbiale fantasia riesce a partorire mille idee differenti su cui discutere. Ma è fondamentale, ripetiamo, che le nuove regole di comportamento siano già approvate e conosciute quando potremo metterle in pratica nei nostri club.
Per definizione, il golf è un’attività con una media di 65 ettari di spazio. Un luogo adatto quindi per parentesi salutari all’aria aperta con norme che facilmente possono limitare, se non addirittura evitare, i contatti interpersonali. Questa specificità ha consentito a vari Stati americani di tenere aperti i campi. Ad esempio in Florida, il Governatore Ron DeSantis ha definito “essenziali” alcune attività, nel rispetto del distanziamento sociale. E queste sono camminare, correre, giocare a basket e golf.
Da noi finora non è stato così, vista la proibizione state proibite per tutte le attività sportive all’aperto. E, considerata l’estrema marginalità del golf in Italia, non ci sono state deroghe di nessun tipo. Peccato, perché forse nessuna attività sportiva consente come il golf di non avere contatti. Tipica la battuta circolata subito: se sul tee io come al solito faccio slice e tu gancio, ci ritroveremo nel bosco. Ma a 50 metri di distanza.
Ma si comincia a vedere una luce, se pur flebile, in fondo al tunnel. L’ipotesi di liberare, con le suddette nuove regole, anche il golf sembra possa arrivari a inizi maggio. Leggerete le novità su questo sito di Golf & Turismo. E speriamo siano quelle che tutti aspettiamo.
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Mr. Stableford
Una delle pratiche più simpatiche del nostro Gioco, in una partita fuori gara, è la “Mulligan”. Come tutti sapete, dopo un primo tee shot andato male, gli amici possono concedere un secondo colpo al poco fortunato giocatore. Questo di solito avviene sulla buca 1, ma un accordo fra tutti i componenti del flight può permettere di tenerlo d’acconto per un successivo disastro, tipo colpo in acqua. Molte sono le storie che ruotano attorno a questa consuetudine golfistica. Abbiamo scelto questa, che pare la più affidabile.
Negli anni ‘30, John A. “Buddy” Mulligan era addetto agli spogliatoi in un campo del New Jersey. A fine giornata, se il campo era libero, faceva qualche buca con due amici, Dave O’Connell e Des Sullivan, giornalista di golf. Un giorno il primo colpo di Mulligan fu pessimo e quindi chiese ai compagni di poterlo ripetere, visto che non aveva potuto allenarsi prima, come loro. Il permesso venne accordato e Buddy se ne vantò subito in clubhouse. L’idea fu sposata dai soci dell’Essex Fells Country Club, che ribattezzarono appunto “Mulligan” quel colpo regalato. E poi fu Sullivan a farlo conoscere attraverso il suo giornale.