Arnold Palmer, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, è scomparso domenica 25 settembre, all’età di 87 anni. La sua salute era andata velocemente peggiorando nell’ultimo periodo e oggi il grande Arnie ci ha purtroppo lasciato, a Pittsburgh, in Pennsylvania.
Palmer ha vinto in carriera sette major, fra cui quattro Masters, due Open e uno U.S. Open. Nel PGA Championship arrivò invece “solo” tre volte secondo. 62 i titoli sul PGA Tour, cui si sommano due nell’European Tour e altrettanti nel circuito asiatico, seguiti da 10 successi sul Senior Tour.
Cominciò a giocare presto a golf, in quanto suo padre era greenkeeper al LaTrobe Country Club, in Pennsylvania. Sul tour si fece subito notare per il suo carattere carismatico, il bell’aspetto e il gioco personale, di altissimo livello, coinvolgendo agli inizi del golf in televisione una schiera sempre più numerosa di fan, battezzati la Arnie’s Army. Vinse curiosamente i suoi quattro Masters tutti in anni pari e a distanza di due stagioni uno dall’altro, partendo nel 1958 e chiudendo i suoi successi ad Augusta nel 1964. Nel 1974 venne accolto nella Hall of Fame del golf.
Grande architetto di golf, continuava a guadagnare decine di milioni di dollari grazie a royalties per i prodotti con il suo marchio e per ile centinaia di campi che nel mondo portavano la sua firma. Ne realizzò tre anche in Italia, e cioè Castello Tolcinasco, Cà della Nave e Pavoniere.
Tante le reazioni alla notizia della scomparsa di colui che, per tecnica e presenza in campo, aveva sempre avuto il soprannome di The King. “Arnold è stato più di un grande giocatore di golf – sottolinea Jack Nicklaus, vincitore di 18 major – Era un pioniere del nostro sport e lo ha portato a un altro livello con la sua sola presenza. In campo siamo stati rivali, ma soprattutto ci consideravamo grandi amici.”
Tiger Woods ha invece detto: “Grazie Arnold per la tua amicizia, i tuoi consigli e le tante risate condivise insieme. È difficile immaginare il golf senza di te.”.
Rory McIlroy, subito dopo la vittoria nel Tour Championship e nella FedEx Cup, ha detto di Palmer: “Arnold non ha forse avuto l’albo d’oro più importante della storia, ma è il giocatore che ha reso più popolare il nostro sport. Senza Palmer, oggi non saremmo qui a disputarci tornei con così tanto denaro in palio. Arnie non stava bene da qualche tempo, ma è sempre rimasto un vero gentleman, nonostante le sofferenze. Sono davvero triste per la sua scomparsa.”
Anche il presidente americano Barack Obama ha voluto ricordarlo twittando una foto che lo ritrae con Palmer alla Casa Bianca.