Classe 1988, Rickie Fowler è certamente uno dei volti più noti e amati del golf professionistico mondiale. Quest’anno festeggia la sua decima stagione da professionista, una carriera che ad oggi gli ha regalato 9 successi, 5 sul PGA Tour, due sull’European Tour, uno sull’Asian Tour e la vittoria nell’Hero World Challenge, il torneo di Tiger Woods, nel dicembre del 2017.
Il suo ultimo successo è giunto a febbraio nel Waste Management Phoenix Open. Dal 2008 a oggi Fowler ha giocato ben 36 major e all’Augusta National scenderà in campo per la nona volta. Impressionante il numero di volte che il talento californiano è andato vicinissimo a cancellare quello scomodo zero dalla casella di successi in un major; Fowler conta ben tre secondi posti (U.S. Open e Open Championship 2014 e Masters 2018), un terzo (PGA Championship 2014) e un totale di 9 Top 10.
Ma vietato parlare di maledizione; Fowler non sembra essere per nulla preoccupato, anzi. Ha semplicemente smesso di dire che è giunto il suo momento ma rimane perfettamente lucido su quali siano le sue reali possibilità di successo, soprattutto ad Augusta, campo che ama e in cui ha sempre espresso un gran gioco.
“Sono più pronto di quanto sia mai stato” – ha dichiarato nei giorni scorsi -. “Non sto dicendo che sicuramente vincerò ad Augusta ma che ho ottime possibilità di essere in contention anche quest’anno. Amo questo posto e il Masters e so che qui posso esprimere la parte migliore del mio gioco. Lo scorso anno ho dato dutto nell’ultimo giro ma Patrick è stato più bravo di me, nulla da dire. Era il suo momento e se lo è meritato al 100%. Certo sarebbe stato bello avere una buca in più, chissà allora come sarebbe finita”.
A soli 30 anni l’esperienza non gli manca davvero; giovedì sarà il suo 37° major e forse mai come questa volta è consapevole dei suoi mezzi. “È stato bello essere lì a lottare tra i primi lo scorso anno per la Green Jacket ma ora è tempo di fare qualcosa di meglio…”.