Nel 2024 il Circolo Golf Torino festeggia lo storico traguardo del Centenario, un secolo ricco di successi e di trionfi in campo professionistico e dilettantistico che lo hanno reso il club più titolato d’Italia
La storia centenaria del Circolo Golf Torino
La lunga e prestigiosa storia del Circolo Golf Torino nasce in realtà 124 anni fa, nel 1920, su iniziativa di un gruppo di undici gentiluomini che, grazie alla loro volontà e passione per il gioco, decisero dopo la ‘Grande Guerra’ di fondare il Club.
La prima sede si trovava nel basso Canavese, vicino a San Maurizio, non lontano da quella attuale. È proprio nel 1924 che il Circolo Golf Torino si affilia alla Federazione Italiana Golf, e nel 1927 sposta la sua casa a Mirafiori, dove erano presenti nove buche in condivisione con le corse ippiche.
Dopo un ulteriore trasloco, per motivi di spazio, si sposta sul Colle della Maddalena, e solo nel 1956 si trasferisce definitivamente nella sede che tutti conosciamo, La Mandria, parco regionale tra i più belli e affascinanti della Pianura Padana, già riserva di caccia dei Savoia, a due passi dalla splendida Reggia di Venaria.
Le tre dizioni dell’Open d’Italia
Tra le gloriose pagine della sua storia, il Circolo Golf Torino annovera anche tre edizioni dell’Open d’Italia.
La prima nel 1999, sotto la gestione del celebre Presidente, l’Ingegner Sergio Pininfarina, la seconda nel 2013 targata Lindt, per il 70° anniversario del nostro torneo nazionale, e quella dell’anno successivo, in occasione dell’Open d’Italia by Damiani.
Alla scoperta del Circolo
Entrando dal cancello d’ingresso si respira fin da subito un’atmosfera magica e ricca di storia, con il meraviglioso e imponente campo pratica ad accoglierti sulla sinistra del viale alberato.
Una volta parcheggiato, incamminandosi verso la Club House, si viene subito accolti dalla professionalità e dalla gentilezza di tutti i ragazzi del Caddie Master, un vero plus e un valore aggiunto del Circolo.
Tutte le facilities del Club, come il putting green, l’area approcci, il pro-shop e lo stesso campo pratica sono impreziositi da meravigliosi fiori e piante secolari che rendono ancora più unico il contesto.
Pochi passi all’interno della raffinata Club House e subito si è catapultati in alcune delle pagine più belle della storia del nostro sport.
Alle pareti e sugli scaffali spiccano foto, trofei e targhe celebrative di tutte le vittorie in campo dilettantistico e professionistico ottenute dai soci del Club in cent’anni di vita.
I due fratelli Molinari e Lorenzo Silva, orgoglio del Circolo Golf Torino
Su tutte quelle ottenute da uno dei presidenti storici, Lorenzo Silva, e quelle dei due fratelli Molinari, Edoardo e Francesco, vero e proprio orgoglio e figli adottivi del Circolo.
Due campioni nati e cresciuti tra le mura del Club di Fiano Torinese, che hanno portato nel suo Albo d’Oro la World Cup del 2009 e le edizioni 2010 e 2012 della Ryder Cup.
Le vittorie di Francesco Molinari
Oltre alle vittorie di squadra, Francesco Molinari è stato per anni il miglior giocatore italiano, raggiungendo il numero 5 del ranking mondiale dopo lo storico trionfo nell’Open Championship del 2018 a Carnoustie, in Scozia, il primo azzurro a conquistare un major.
Tra le sue indimenticabili vittorie ci sono anche i due titoli sul PGA Tour: il Quickens Loans National, sempre nel 2018, e l’Arnold Palmer Invitational nel 2019.
In campo europeo, oltre al major del 2018, Chicco ha vinto altri cinque tornei, tra cui due Open d’Italia, il primo nel 2006 e il secondo nel 2016, il WGC-HSB Championship nel 2010 e l’Open de España nel 2012.
Edoardo invece ha ottenuto otto vittorie individuali, di cui tre sul massimo circuito europeo e cinque sul Challenge Tour.
L’intervista con il Presidente del Circolo Giorgio Tadolini
In occasione del centenario abbiamo raggiunto Giorgio Tadolini, al secondo mandato come Presidente, che ci ha raccontato passato, presente e futuro di un Club che nel tempo è diventato un punto di riferimento assoluto per la qualità dei suoi servizi.
Presidente, cosa ha rappresentato e rappresenta oggi il Circolo Golf Torino per il movimento golfistico italiano?
Ha rappresentato e rappresenta tutto ciò che rimanda al concetto di agonismo e di spirito sportivo.
Da sempre il Circolo Golf Torino si distingue per la grossa attenzione nel creare un vivaio di giocatori da portare ai vertici delle classifiche italiane e mondiali.
Creare degli atleti significa farli crescere all’interno del Circolo, fare squadra, avere un team affiatato con i coach e portare avanti un lavoro programmato e graduale negli anni della crescita. Il nostro non è un Circolo in cui si va e si viene.
È un Circolo in cui i soci sono orgogliosi di farne parte e dove, nel tempo, anche i loro figli continueranno a esserlo, attraverso le loro rispettive carriere sportive.
Quali saranno gli eventi in programma per celebrare questo importantissimo traguardo?
Quest’anno tutte le gare saranno improntate sui festeggiamenti dei cento anni.
Gli sponsor parteciperanno attivamente nel rimarcare questo grande evento in modo tale che tutti i circoli d’Italia possano condividere con noi quest’anno.
Cento anni sono un traguardo importantissimo al quale pochissimi circoli sono arrivati.
I festeggiamenti che si terranno nel mese di giugno saranno sicuramente all’altezza della situazione e all’evento, caratterizzato da momenti di svago e di eleganza, saranno invitati importantissimi ospiti.
Il Circolo Golf Torino ha una fortissima tradizione che rispecchia i valori sani e antichi del golf: rispetto dell’etichetta, sportività, integrità e amicizia in campo e fuori. Qual è l’aspetto che secondo lei vi contraddistingue più di tutti?
Dalle sue origini il golf ha sempre rappresentato un momento di aggregazione fra persone che si conoscono, ma anche no. In campo si va in quattro e molto spesso gli altri tre non si conoscono.
Quindi il momento di aggregazione è sicuramente uno di quelli fondamentali del nostro gioco.
Ma non è soltanto questo: è spirito sportivo, rispetto delle regole e più che etichetta, è eleganza. Quindi, dovessi dare una preferenza a uno di questi punti, darei molto peso allo spirito sportivo che tutti i circoli dovrebbero ricercare.
È un gioco individuale ma la correttezza è fondamentale oltre che per sé stessi, anche per chi gioca con te.
Perché non etichetta ma eleganza? Perché l’etichetta nel tempo e con l’evoluzione delle culture è in continuo mutamento, mentre l’eleganza, in un contesto naturale come è il golf, racchiude nella sua parola tutti gli aspetti, da quello esteriore a quello interiore.
Il Circolo Golf Torino ha ottenuto negli anni numerose vittorie in campo nazionale e internazionale, sia di squadra che individuale, con le grandi carriere professionistiche dei fratelli Molinari, così come quelle ottenute a livello dilettantistico dell’ex presidente Lorenzo Silva. Sicuramente per voi è un motivo d’orgoglio, ma qual è il segreto di questi numerosi successi sportivi?
Ricollegandomi a quanto detto prima, far crescere dei ragazzi nel mondo dello sport significa condivisione degli obiettivi, spirito di squadra e soprattutto aiuto reciproco. Le squadre parlano una sola lingua e la sintonia è alla base del successo.
I singoli individui sono il risultato di un ambiente che ha offerto loro la possibilità di crescere.
Ritengo che il Circolo Golf Torino sia il più blasonato d’Italia soprattutto per l’aspetto dilettantistico, in quanto nel momento in cui un atleta passa al professionismo si allontana obbligatoriamente dal Circolo.
Nella nostra storia abbiamo avuto 56 atleti che hanno rappresentato la Nazionale, direi che è un motivo d’orgoglio molto importante. Il futuro sarà improntato sulla stessa storia e motivazione. Lo dimostrano i 150 atleti del nostro Club dei Giovani.
Il Circolo Golf Torino ha beneficiato in qualche modo dell’effetto Ryder Cup in termini di green fee esteri? Che anno è stato il 2023 da questo punto di vista e quali saranno e sfide del 2024, anche alla luce della partnership con gli altri circoli piemontesi di Torino Golf Destination?
2023, Ryder Cup, Marco Simone, Roma, un evento che sicuramente passerà alla storia come la più bella e ben organizzata Ryder che sia stata fatta al mondo.
Roma parla da sola e la capacità di attrazione della città e dei suoi colli sono ineguagliabili. Il campo è stato sicuramente oltre le attese, perfetto e il numero dei visitatori è stato un successo per la città di Roma molto importante.
Dire che abbiamo un ritorno diretto sui nostri circoli purtroppo è un po’ presto. Gli incrementi di visite straniere sono sulla linea degli anni precedenti.
È importante un grande lavoro da parte della federazione sui territori per dare più visibilità a questo sport partendo dalla base dei giovani.
Solo in questo caso, fra qualche anno, vedremo una partecipazione maggiore di nostri concittadini a queste manifestazioni. La Ryder Cup è un inizio. Adesso tutti insieme bisogna lavorare sodo.
Per quanto concerne al progetto Torino Golf Destination, nato nel 2014 tra il nostro Circolo e Biella le Betulle, ha visto prima il Royal Park i Roveri aggiungersi nel 2018 e poi Margara lo scorso dicembre.
I risultati sono più che buoni. I green fee esteri sono aumentati e siamo ora presenti nelle maggiori fiere del turismo europeo oltre che da tre anni al PGA Show di Orlando, anche grazie alla Regione Piemonte che crede in questo progetto di valorizzazione del territorio all’insegna della collaborazione tra circoli di golf.
ll Circolo Golf Torino negli ultimi anni sta aprendo sempre più alle famiglie e ai giovani. Quali saranno le sfide future che vi aspettano?
La risposta è estremamente semplice. I giovani sono sempre stati e saranno sempre il futuro.
Senza giovani, oltre a non garantire la sopravvivenza futura, non esiste quel necessario ricambio di idee e quegli stimoli che solo le nuove generazioni possono dare.
Uno dei punti cardine del mio programma alla presidenza è stato quello di riportare all’interno del Circolo il maggior numero di giovani, sia come eredi dei nostri soci sia come amici degli stessi.
Le nuove leve devono poter vivere il Circolo con la propria famiglia e trovare quelle strutture necessarie che possano rendere un weekend un momento di svago da ricordare.
Non esiste alternativa ai giovani e posso affermare che con l’inserimento all’interno del Consiglio di alcuni loro rappresentanti, la spinta al rinnovamento sta diventando molto importante.