Solo pochi secondi dopo che l’ultimo putt del vincitore dell’Open Championship termina in buca, l’inquadratura passa dal green della 18 alle mani dell’incisore che scolpisce ufficialmente il nome del nuovo Champion Golfer of the Year sul basamento della mitica Claret Jug.
Ma chi è costui?
Si tratta di Garry Harvey, professionista con una vittoria sul Tour ma anche figlio d’arte di quello che è stato l’incisore dell’Open Championship per 33 anni, Alex Harvey.
Fino agli Anni ’60 il trofeo veniva fatto incidere dagli stessi vincitori ma nel 1968 Roberto De Vicenzo, che l’aveva conquistato l’anno precedente, se ne dimenticò.
Celebre fu anche il caso di Gary Player, che fece mettere il suo nome talmente grande da occupare ben due colonne del basamento della coppa.
La R&A decise allora di affidarsi a un noto incisore dell’epoca a St Andrews, Alex Harvey, che rimase in carica fino al 2004, quando il nome di Todd Hamilton fu per la prima volta scolpito sulla brocca dal figlio Garry.
L’incisione più difficile? A detta dello stesso Garry quella di Padraig Harrington che conta ben 17 lettere, come del resto quella del nostro Francesco Molinari nel 2018 a Carnoustie, che per motivi di spazio hanno dovuto entrambe essere fatte con spazi minimi tra una lettera e l’altra.