Il suo è stato il nome più pesante tra gli ultimi sei giocatori che hanno deciso ieri di aderire al LIV Golf Invitational, la superlega saudita con a capo Greg Norman, alla vigilia del torneo in programma a Boston questa settimana.
La perdita di Cameron Smith, numero 2 del mondo, è di fatto il colpo più duro sinora subìto dal PGA Tour. Mai infatti un giocatore tra i primi dieci del World Ranking aveva aderito al LIV. E il tutto nella migliore stagione disputata dall’australiano da quando è professionista, con le vittorie nel Sentry Tournament of Champions, nel The Players e nell’Open Championship a St Andrews.
Raggiunto telefonicamente dai colleghi di Golf Digest, Smith non ha esitato ad ammettere che l’offerta economica del LIV è stata una delle ragioni alla base della sua scelta di lasciare il PGA Tour, su cui ha trionfato sei volte da quando è professionista.
Accordo da cento milioni di dollari
Il talento australiano non ha voluto rivelare l’ammontare del suo accordo con il LIV anche se le voci più attendibili parlano di 100 milioni. “I soldi sono stati sicuramente un fattore importante nel prendere queasta decisione, non voglio fare l’ipocrita e dire che non è vero – ha dichiarato il Champion Golfer of the Year -. È stata ovviamente una decisione commerciale, un’offerta che non potevo ignorare”.
Smith, che ha guadagnato oltre 27 milioni di dollari durante i suoi otto anni trascorsi sul PGA Tour, ha però anche aggiunto che non è stata la sola ragione. La possibilità di poter trascorrere tre mesi all’anno nella sua natale Australia è stato un altro importante punto a favore. La stagione del LIV infatti terminerà ad ottobre, quando è programmato l’ultimo evento del 2022 a Miami, e riprenderà solo a metà febbraio 2023.
“La cosa più importante per me è che il programma del LIV è davvero allettante – ha aggiunto -. Potrò finalmente trascorrere più tempo a casa mia in Australia e forse anche organizzare un evento laggiù. Non sono mai stato in grado di farlo e riavere quella parte della mia vita è davvero entusiasmante”.
Smith si era trasferito negli Stati Uniti nel 2015 e da allora è stato in grado di tornare a casa solo per un paio di settimane alla fine di ogni anno solare per giocare all’Australian Open e al PGA Championship, quest’ultimo vinto due volte.
“Vivo in Florida ormai da sette anni e amo ìli Stati Uniti ma mi mancano le piccole cose, come i matrimoni degli amici, le feste di compleanno e andare a vedere il rugby che piccole cose come i matrimoni degli amici, le feste di compleanno o andare a vedere tutti insieme le partite di rugby come facevamo un tempo”.
Nel 2023 a Sydney un evento LIV
C’è anche la probabilità che all’Australia venga assegnato almeno un evento del LIV nel 2023. Golf Digest Australia ha riferito lo scorso giugno che un evento del LIV dovrebbe essere bdisputato a Sydney a fine aprile. “Sono sicuro che con la presenza mia e di Marc Leishman per il LIV organizzare un torneo in Ausralia sarà un successo assicurato”, ha detto Smith.
Il numero 2 del mondo e gli altri cinque neo acquisti del LIV Golf faranno il loro debutto nella superlega sauduta questo venerdì al The International di Bolton, evento previsto sulle tradizionali 54 buche del format. Smith e Leishman si inseriranno in una squadra tutta australiana insieme a Matt Jones e Wade Ormsby.
“Personalmente amo gli eventi a squadre ed è qualcosa a cui vorrei poter partecipare più spesso”, ha detto Smith. “Adoro il format scelto dal LIV con team da quattro. Se non sei in corsa per l’individuale hai sempre l’obiettivo di fare bene per la tua squadra”.
Niente Presidents Cup
La decisione di Smith di unirsi al LIV lo esclude automaticamente dalla prossima Presidents Cup, in programma dal 23 al 25 di settembre al Quail Hollow Golf Club in Ohio.
Smith era entrato nell’International Team come primo qualificato del ranking grazie alle sue ottime prestazioni di quest’anno.
Ma nel momento in cui scenderà in campo venerdì al The International a Boston, il numero 2 del mondo sarà automaticamente sospeso dal PGA Tour e non sarà quindi più idoneo per competere a Quail Hollow.
Lo stesso accadrà al cileno Joaquin Niemann, anche lui qualificatosi automaticamente, all’altro australiano Marc Leishman e all’indiano Anirban Lahiri, entrambi potenziali scelte del capitano Trevor Immelmann per la squadra internazionale.