Tanti auguri a Tiger Woods, che oggi compie 44 anni. Il fenomeno del golf mondiale è infatti nato il 30 dicembre 1975 a Cypress, in California, da papà Earl e mamma Kultida Punsawad. Nel suo DNA un vero melting pot di razze, che alla fine hanno composto un quadro atletico a dir poco straordinario.
Suo padre, di Manhattan (piccola cittadina del Kansas), infatti proveniva da una famiglia afroamericana ma con antenati cinesi e pellerossa. La madre a sua volta, nata a Kanchanaburi, in Thailandia, aveva anche discendenze cinesi e olandesi. Lo stesso Tiger ha definito il suo cocktail etnico coniando la parola “Cablinasian“, un’abbreviazione di Caucasian, Black, American Indian e Asian.
Tiger ha trascorso i suoi primi anni da bambino prodigio a Orange County, in California. Grazie all’enorme passione di Earl, golfista one digit di ottimo livello, iniziò a giocare sul percorso di Los Alamitos, vicino a una base militare (il padre era tenente colonnello dell’Esercito).
Eldrick (nome inventato dalla madre) “Tiger” (soprannome derivato da un compagno d’armi vietnamita del padre) Tont (comune nome thailandese) Woods diventò il più giovane vincitore dell’U.S. Amateur Championship a soli 15 anni. Riconquistò poi il titolo altre due volte, stabilendo un record tuttora imbattuto.
Dopo il primo Masters da dilettante a 19 anni, Tiger diventò professionista a 20. Era il 1996 e da allora, per gran parte di questi 23 anni, ci ha regalato una serie incredibile di emozioni. Con tutto il rispetto per nomi come Jack Nicklaus, Gary Player o Arnold Palmer – giusto per citare per tutti i fantastici “Big Three” – nessuno come Woods ha contribuito a far crescere il golf in maniera esponenziale. Grazie a lui si sono appassionati milioni di spettatori, molti dei quali poi hanno provato a scendere su un percorso con sacca e bastoni.
La sua straordinaria popolarità è stata alimentata da un successo dopo l’altro, da un record dopo l’altro. Basterà ricordare i 15 major e le 82 vittorie nel PGA Tour, con le quali ha eguagliato il primato di Sam Snead. E non a caso, Tiger è stato il primo sportivo a superare la siderale cifra di un miliardo di dollari guadagnati, che oggi sono saliti a un miliardo e 400 milioni.
Per problemi personali e poi per l’infinita serie di interventi chirurgici sul suo eccezionale fisico, abbiamo creduto di averlo perso. Dal Bridgestone Invitational del 4 agosto 2013 sono infatti passati 2.241 giorni senza vederlo alzare un trofeo, giorni trascorsi fra speranze, delusioni e camere operatorie. Poi come per un miracolo è arrivato quel 23 settembre 2018 e il trionfo nel Tour Championship, gara finale della FedEx Cup e del calendario PGA Tour. E poi ancora l’apoteosi del Masters 2019, lo Zozo Championship, una splendida regia e un grande gioco alla Presidents Cup in Australia.
Per questi e per mille altri motivi, che riempirebbero libri interi, tanti, tantissimi auguri Tiger. Grazie per tutto quello che stai rappresentando per il golf. A una radio australiana, prima della Presidents Cup, Woods ha dichiarato che appenderà la sacca al chiodo al compimento dei 50 anni. Ovvero il 30 dicembre 2025. Noi abbiamo perciò ancora cinque anni per godere delle imprese di uno straordinario e irripetibile fuoriclasse. Non ne perderemo nemmeno un secondo, potete starne certi.