Bryson DeChambeau negli ultimi anni ha completamente cambiato atteggiamento nei confronti di se stesso e del pubblico. Carismatico come pochi sul Tour, intrattiene, diverte e fa la cosa che gli riesce meglio: giocare bene a golf

Era tarda sera e il buio iniziava a fare capolino domenica 17 giugno scorso.
Bryson DeChambeau aveva appena finito le interviste di routine post vittoria del suo secondo U.S. Open e le innumerevoli foto di rito. Avrebbe potuto salutare tutti, salire in macchina e partire per la sua casa a Dallas. Invece, corse verso un gruppo di ragazzi rimasti ad aspettarlo e con la scarsa luce rimasta si assicurò che tutti avessero una foto e un autografo.

Scattò selfie, porse loro la coppa perché tutti potessero toccare con mano quel trionfo che avevano aiutato, con il loro sostegno, a rendere possibile.
È questo atteggiamento quello che più ha colpito del fuoriclasse americano. Al di là della sua lunghezza siderale e di un gioco corto sopraffino, è proprio il coinvolgimento che ha avuto con il pubblico in completo visibilio per lui ad aver catturato l’attenzione di tutti. 

Ecco che con questa 124esima edizione dello U.S. Open, DeChambeau ha riscritto le regole del campione, sempre più vicino alla gente tanto da coinvolgerla e intrattenerla dal primo all’ultimo colpo. 

Sono finiti i tempi di Tiger Woods, il golf in persona, per carità, ma pur sempre una figura enigmatica e distante dalla gente. Il mondo intero non ha mai smesso di amarlo e lui ha sempre ricambiato con il suo gioco, il suo carisma e il talento.

Oggi, la figura del campione passa anche attraverso l’aspetto emotivo ed empatico. 

Indimenticabili le scene in campo nelle quali DeChambeau si ferma a firmare il cappellino di un bimbo con la sua stessa coppola, così come nell’ultimo e decisivo quarto giro si è avvicinato a un ragazzino in sedia a rotelle firmandogli la bandiera. Un atteggiamento impensabile fino a quella domenica a Pinehurst. 

In fondo, il pubblico pagante che segue dietro le corde non desidera altro che un grazie, una stretta di mano e una visiera del cappello tirata su in segno di saluto e gratitudine. 

E questo DeChambeau l’ha capito molto bene e ha trovato un modo semplice, figlio dei tempi attuali, per essere più vicino ai fan: YouTube.

Con questa piattaforma digitale il due volte campione U.S. Open ha creato oltre un centinaio di video con la missione di far crescere sempre più il golf rendendolo più coinvolgente agli occhi di chi lo guarda. Di conseguenza, i contenuti digitali hanno fatto scoprire chi è il vero Bryson, aspetto che ha imparato con il tempo a usare a suo favore.

“Con il mio canale YouTube intraprendo conversazioni dirette con persone che sono veramente coinvolte in tutto ciò che sto facendo. È uno strumento di comunicazione davvero fantastico che mette in mostra il vero me, senza maschere”.

DeChambeau ha rotto gli schemi del golf dando vita a una nuova interpretazione di questo sport. Con questo successo digitale ci sta facendo capire che oltre a quello che si è, a quello che si pensa e che si crea, c’è qualcosa di più lontano che è possibile raggiungere. E avere un rapporto diretto e così privilegiato con chi lo segue sembra proprio essere la strada giusta. 

Ma per essere il giocatore attuale il buon Bryson è passato attraverso una vera e propria metamorfosi fisica e, soprattutto, psicologica.

Durante il Covid mise su venti chili di massa muscolare convinto che il cambiamento fisico sarebbe stato un enorme vantaggio in termini di risultati, non solo di lunghezza.

Da quando è rientrato in campo post Pandemia ha letteralmente catalizzato l’attenzione del pubblico con la sua lunghezza fuori da ogni standard al quale eravamo abituati. Ma dietro questo personaggio, questo ‘Mister Muscolo’ del PGA Tour, non si capiva mai cosa si celasse. Spesso arrogante con uscite fuori luogo, è stato più volte criticato e bistrattato dai suoi colleghi del Tour e ha dovuto fare i conti con le malelingue che circolavano sul suo conto arrivando al punto di voler smettere di giocare. 

“Nel 2022 ho pensato di lasciare il golf per le troppe accuse ricevute. Sono stato torturato sui social e mi sono state additate reazioni e parole che non corrispondevano alla realtà”.

Poi, la reazione e la decisione di non mollare tutto e questo anche grazie al sostegno dell’attore statunitense Chris Pratt, la star Marvel ed eroe del film ‘Guardiani della Galassia’. “Da Chris ho trovato un aiuto inatteso. Mi ha spiegato quello che gli accade nel cinema e le critiche che riceve quando un suo film non piace e ho capito che ciò che più conta riguarda la mia persona, quello che sono, soprattutto al di fuori del mondo del golf”.

Oggi, DeChambeau appare diverso.

Non più in cerca di adulazioni, ha sperimentato sulla sua pelle il senso della vita stessa, sia nel bene che nel male, e trovato il successo nei rapporti interpersonali, aspetto sempre lasciato in secondo piano. 

E il merito va sicuramente al passaggio al LIV Golf e al suo team di gioco, Paul Casey, Charles Howell III e Anirban Lahiri. DeChambeau è il lupo solitario che ora fa parte di un branco e forse aveva bisogno di perdersi nella superlega araba per ritrovare se stesso. “Grazie ai Crushers, i miei compagni di squadra, ho capito che nella vita c’è molto di più oltre al semplice golf. Trattare te stesso con rispetto è il primo passo per avere una buona relazione con gli altri. Sono una persona felice, che ama il golf in modo totalizzante. Ci tengo davvero a fare bene e a mostrare ai tifosi un lato di me che è rimasto celato per così tanto tempo”.

Ecco che ritorna in auge la scena che abbiamo raccontato nell’attacco di questo articolo. 

In mezzo a quel gruppo di tifosi, rimasti ad aspettarlo fino a tarda sera, Bryson era semplicemente se stesso. E mentre il suo sorriso cresceva, i selfie venivano scattati, si stringevano mani e “batteva il cinque”, era chiaro che quel ragazzo con la coppola non fosse più un semplice Youtuber di successo e fresco vincitore di uno U.S. Open. 

Bryson DeChambeau era diventato a tutti gli effetti il nuovo campione del popolo.

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