Abbiamo incontrato la prima volta Angel Cabrera durante un Open d’Italia a Tolcinasco. Era il 2006 e il campione argentino tenne una gradevole clinic per la stampa, dopo aver giocato una Pro-Am “rossonera”, in team con Shevchenko, Massaro e Donadoni. Ci fece provare i suoi bastoni, pesantissime putrelle d’acciaio con le quali era quasi impossibile alzare la palla.
Lui li impugnava invece con la leggerezza di una farfalla, sparando bordate sempre ai limiti del campo pratica. A riprova della sua straordinaria forza, che attorno ai green sapeva però trasformarsi in una precisione millimetrica. Fu una esperienza molto interessante, a contatto con un personaggio guascone, rumoroso, dalla risata contagiosa e con un fisico non proprio da atleta.
L’anno dopo “El Pato” (il papero) vinse il primo dei suoi due major, lo U.S. Open. Eravamo in piena “era Tiger” e la vittoria nello U.S. Open sembrò quasi un miracolo. Trionfò con l’incredibile punteggio di 5 sopra il par, bruciando di un colpo proprio Woods, secondo pari merito con Jim Furyk.
Il bis arrivò nel 2009, quando indossò la Giacca Verde del Masters, al termine di uno spareggio a tre con Chad Campbell e Kenny Perry. Non neghiamo che, in quelle due occasioni, facemmo un tifo smaccato per lui. Primo argentino a salire così in alto nel golf mondiale e giocatore sudamericano più famoso di sempre, era riuscito a interrompere la monotonia delle vittorie americane, a parte qualche bella eccezione dal Vecchio Continente.
E per un pelo non raddoppiò. Nel 2013 arrivò ancora al playoff per la vittoria al Masters. Perse però alla seconda buca di spareggio, superato dall’australiano Adam Scott, che colse quello che finora è il suo unico successo in un major.
La simpatia per il 51enne campione di Cordoba ha subito adesso un colpo fatale, anche se ovviamente bisognerà aspettare l’evoluzione degli eventi prima di trarre conclusioni affrettate. La polizia federale brasiliana lo ha infatti arrestato giovedì 14 gennaio, a Rio de Janeiro. Verrà con ogni probabilità estradato in patria per essere accusato di diversi crimini, presumibilmente commessi a partire dal 2016. Cabrera era già nella lista dei codici rossi dell’Interpol.
Il comunicato della polizia afferma che l’arresto è stato autorizzato dalla massima corte brasiliana e Angel Cabrera sarà trattenuto fino alla sua estradizione in patria. I funzionari in Argentina lo accusano di aggressione, furto, intimidazioni illegali e ripetuta mancanza di rispetto verso le autorità. I media locali hanno riferito all’inizio di gennaio che la ex moglie di Cabrera, Silva Rivadero, aveva presentato due accuse contro di lui. I rapporti dicono anche che Cecilia Torres, un’altra ex partner, ha affermato che Cabrera l’aveva presa a pugni, minacciata e tentato di investirla con la sua auto nel 2016. Davvero una brutta storia.