Fin dall’inizio, nel lungo e delicato cammino verso la Ryder Cup, il rapporto tra la Federazione Italiana Golf e il Governo italiano è stato la chiave che ha permesso di scardinare molte delicate questioni. Nel momento della candidatura, fondamentale per la vittoria italiana contro i Paesi concorrenti fu il sostegno economico del Governo di allora.
Poi, nel corso di questi intensi otto anni, lo stesso Governo, sotto diversi colori politici, ha lavorato a braccetto con la FIG smarcando molti dei principali nodi e contribuito a promuovere il nostro movimento in maniera capillare. L’ultimo anno solare è stato quello decisivo: con il countdown che si assottigliava, molti sono stati aspetti di primaria importanza smarcati, come quello delle opere di viabilità nei dintorni del Marco Simone.
Il Vicepresidente e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, e quello del Turismo, Daniela Santanchè, hanno avuto il grande merito di scendere in campo in prima persona per promuovere la Ryder e il golf in diversi appuntamenti, mostrando un forte attaccamento alla causa. Per parlare di questo lungo viaggio di avvicinamento abbiamo avuto l’onore e il piacere di incontrare a La Farnesina proprio Antonio Tajani, in una piacevole chiacchierata a pochi giorni dalla cerimonia di inaugurazione.
Ministro, cosa significa per Roma e per il nostro Paese ospitare la Ryder e quali i vantaggi che ne deriveranno?
Intanto è stato un grande successo per la Federazione Italiana Golf e per il suo Presidente in particolare il fatto di organizzare in Italia la Ryder. Ogni evento che si riesce a portare nel nostro Paese è un riflettore internazionale che si accende su di noi. Saremo alla guida del G7 a partire dal 1° gennaio 2024, siamo la seconda manifattura d’Europa, un grande Paese protagonista della scena internazionale. Roma è la Capitale d’Italia, candidata ad ospitare l’Expo 2030 e da sempre ospita grandi eventi di ogni genere. Significano nuove possibilità di business e incremento delle presenze turistiche. Roma ha un turismo religioso e culturale ma quello sportivo è di uguale importanza. Nel 2032 ci potrebbero essere gli Europei di Calcio, tutte manifestazioni come la Ryder stessa che contribuiscono a incrementare il nostro PIL. Già adesso lo sport rappresenta il 3,4% del nostro prodotto interno lordo, una cifra ragguardevole. Significa contribuire a sviluppare la nostra economia, creare infrastrutture più moderne per ospitare il pubblico, dare vita a una serie di opportunità non solo per la città dove si svolge l’evento ma anche per il resto d’Italia. Molta gente verrà a Roma a vedere la Ryder e, una volta terminata, proseguirà il suo viaggio in altre città d’arte della nostra penisola. E lo farà magari grazie alla rete dell’alta velocità che abbiamo realizzato il nostro Paese che permette di visitarlo facilmente. Significa favorire tutti i settori turistici e, in più, c’è un discorso di prestigio. Tutti i media parleranno dell’Italia e sono convinto che faremo un’ottima figura anche in questa occasione. È un evento che ha anche un sapore politico importante in questo momento, perché rafforza le relazioni transatlantiche tra Stati Uniti ed Europa grazie allo sport e sanziona ancora una volta questo legame che c’è tra le due sponde dell’Oceano Atlantico.
Infine non va sottovalutato l’elemento educativo: un grande evento seguito da milioni di persone in tivù appassiona soprattutto i giovani. Se questi invece che vedere immagini violente e di degrado hanno la possibilità di seguire lo sport, qualunque esso sia, prendono coscienza che possono realizzarsi, competere e formarsi praticando una disciplina. La Ryder può creare un importante effetto emulazione nei ragazzi, e sappiamo bene che lo sport è lo strumento migliore per tenerli lontani dai pericoli della società moderna. Stiamo parlando di un evento che genera un enorme business ma non sottovaluterei questo aspetto sociale di fondamentale importanza che spinge i giovani ad appassionarsi allo sport. Io credo che qualsiasi attività sportiva sia utile alla formazione di una persona e lo sport lo è per natura.
Il Governo è sceso in campo al fianco della FIG per la promozione della Ryder. Quali sono stati i più importanti appuntamenti istituzionali?
Appena ci siamo insediati ho parlato con il Presidente Chimenti e chiesto ai Ministri dello Sport e del Turismo di metterci intorno a un tavolo a lavorare per valorizzare la Ryder da tutti i punti di vista. Ho trovato grande entusiasmo, abbiamo organizzato eventi di presentazione a Roma, a Milano e in molte città del Paese. Poi, in tutte le ambasciate d’Italia abbiamo promosso la Ryder per utilizzare la diplomazia dello sport. Ritengo che la politica estera non la faccia solo il ministro ma tutti gli italiani che all’estero riescono ad essere credibili e ad avere delle idee, dal piccolo imprenditore al grande campione. Noi proponiamo all’estero lo sport come immagine positiva dell’Italia, per attrarre interesse e investimenti. La Ryder vera e propria l’abbiamo presentata al Consolato d’Italia di New York alla presenza del Vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, un momento emozionante. Siamo stati a Tokyo, in un bellissimo evento organizzato nella nostra ambasciata, in cui io personalmente mi sono pure prestato a effettuare un colpo al simulatore. A Nuova Delhi, con il celebre attore Kabir Bedi, nel mezzo di una mostra dell’industria italiana che produce in India. L’abbiamo quindi sempre inserita in un contesto di diplomazia italiana, tutte occasioni che hanno permesso alle nostre ambasciate di vivere giornate di incontri e relazioni con imprenditori e appassionati.
Ha mai provato a giocare a golf e che opinione si è fatto di questa disciplina?
Ho solo fatto qualche prova per divertimento, per vedere come funzionava, ma nulla di più. A Tokyo ho provato perché ero lì in qualità di ministro ed era implicito che lo facessi, per fortuna non me la sono cavata male. Come tutti gli sport che si svolgono nella natura ha un fascino particolare. Capacità fisica e mentale, intelligenza e rispetto per il campo, e quindi per l’ambiente. Noi siamo nati per stare in mezzo alla natura e abbiamo il dovere di rispettarla e curarla, e nel golf c’è un enorme rispetto del verde. È uno sport dall’alto valore educativo.
Lo stretto rapporto tra il Governo e la FIG ha permesso di arrivare preparati all’appuntamento. Quali sono state le chiavi di questo successo?
Partirei dalla professionalità ed empatia del Presidente Chimenti, uomo di grande simpatia in grado di coinvolgere tutti i suoi interlocutori. Poi credo che sia un dovere del Governo promuovere iniziative positive che fanno il bene dell’Italia. Se la Federazione Golf vince una gara per ospitare la Ryder il Governo deve sostenere quella parte d’Italia che ha ottenuto tale risultato. Così come abbiamo fatto per il vertice della FAO, che siamo riusciti a far svolgere a Roma e in cui ci siamo impegnati che si svolgesse nei migliori dei modi per l’immagine del nostro Paese, per promuoverlo e farlo conoscere. Per questo abbiamo organizzato con i ministri Abodi e Santanchè presentazioni ed eventi in tema Ryder, perché anche loro come me credono nel valore e nell’importanza di questo speciale appuntamento. Sono tanti gli aspetti positivi di un evento simile: economico, poi il prestigio, le presenze turistiche, gli investimenti degli sponsor. Sono occasioni uniche che portano vantaggi ai nostri concittadini e quindi il dovere del Governo è quello di appoggiarli al massimo.
Il golf è un asset turistico che permette di destagionalizzare l’offerta muovendo una clientela importante. Ci saranno da parte del Governo iniziative future atte a favorire lo sviluppo dell’Italia come destinazione golfistica?
Sicuramente. L’ho detto anche quando ero Commissario Europeo all’Industria e al Turismo: l’Italia deve puntare sulla destagionalizzazione del turismo per incrementare le presenze, soprattutto in bassa stagione. Il golf è uno sport che si può praticare tutto l’anno e quindi deve essere sostenuto. Noi promuoviamo all’estero tutte le attività italiane perché siano uno strumento per attrarre presenze ma anche giocatori. Il golf è una disciplina che attira anche un turismo d’élite e questo può significare per Roma e l’Italia un considerevole ritorno in termini economici.
Sarà presente al Marco Simone e cosa si augura, risultato sportivo a parte?
Sicuramente sì, almeno in una giornata. Mi auguro che sia un successo su tutta la linea, un momento di grande divertimento per il pubblico. Che ci sia tanta gente che venga a vedere non solo la Ryder ma il nostro Paese, il più bello del mondo, e che poi possa tornare a casa entusiasta dell’esperienza fatta. In campo poi avremo dei veri e propri ambasciatori, i 24 campioni protagonisti della sfida, che con le loro gesta daranno una visibilità mondiale all’evento. Più l’Italia diventa protagonista più possiamo dare risposte concrete a 60 milioni di cittadini e contribuire a farli vivere sempre meglio. Se gira l’economia si creano nuove opportunità di lavoro e il dato attuale del 3,4 del PIL generato dallo sport potrebbe crescere ancora sino ad arrivare al 5/6%.