Addio a Pete Dye, il più grande architetto di campi da golf
Si è spento all’età di 94 anni Paul (Pete) Dye, l’architetto che ha per sempre rivoluzionato il concetto di campo da golf lasciando un’impronta indelebile nel panorama golfistico.
Il leggendario designer di campi è stato il creatore del TPC Sawgrass, del Crooked Stick, dell’Ocean Course a Kiawah Island, di Whistling Straits e di molti altri tra i quali spicca il Franciacorta Golf Club.
Pete e Alice
Un autentico genio, il cui nome è inserito nella Hall of Fame del golf. Il successo l’ha sempre condiviso con Alice, sua moglie, l’amore della sua vita, che ha passato ben 69 anni accanto a lui.
Si sono conosciuti ovviamente su un campo da golf dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, si sono sposati e hanno iniziano a progettare campi.
Il primo fu a Indianapolis. Da un enorme campo di grano ricavano un percorso, gli impedimenti sono tanti e Pete dal nervoso spezza un bastone su una roccia: a fine lavori il campo si chiamerà “Crooked Stick” (bastone storto).
Due figli, due nipoti e l’umorismo di chi non si prende sul serio.
Insieme hanno disegnato tantissimi percorsi (145 progetti originali e 24 ristrutturazioni), il più famoso dei quali resta il THE PLAYERS Stadium al TPC Sawgrass di Ponte Vedra Beach, in Florida, sede del THE PLAYERS.
Il TPC Sawgrass fu costruito per il suo vecchio amico Deane Beman, allora commissario del PGA Tour. Il suo design estremo è stato rivelato durante il Players Championship del 1982, vinto da Jerry Pate, che, dopo aver imbucato il putt finale, ha spintonato Beman e Pete nel lago lungo il green della diciottesima buca, per poi gettarvisi a sua volta.
Paul (Pete) Dye ha ravvivato la moderna architettura del golf costruendo campi riconoscibili e difficili. “Il golf non è un gioco facile, perché dovrei disegnare campi facili? È giusto che ogni golfista, esperto o mediocre, sia un po’ frustato davanti a un determinato colpo”. Queste le parole dell’architetto più famoso del mondo. “La mia ispirazione arriva direttamente dai golfisti che, nonostante le imprecazioni, considerano un’esperienza memorabile giocare su uno dei miei campi”.
La caratteristica fondamentale della carriera di Dye è che aveva il coraggio di fare ciò che nessuno avrebbe mai osato fare. Per ogni campo da golf che costruiva, si assumeva qualche rischio. E quello successivo non aveva mai nulla in comune con il precedente. Ci sono sequenze incomparabili di buche, come le otto poste proprio sopra il Mar dei Caraibi al Teeth of the Dog. Ma più di tutto c’è la ricorrente architettura a linee e angoli in ogni luogo strategico, dove devi affrontare un ostacolo per aprirti la strada al colpo successivo.
Tutto il mondo lo identifica con la buca 17 del TPC Sawgrass, l’incredibile green circondato dall’acqua. Ma l’idea di creare un isolotto era di sua moglie Alice. Fu sempre lei a mettere il muro di assi a protezione del green della 13 all’Harbour Town e decidere di costruire un bunker impossibile proprio davanti al green della 17 al Whistling Straits.
“Il mio lavoro racconterà la mia storia
ed è così che spero di essere ricordato”
Ieri, 9 gennaio se n’è andato un grande architetto ma i suoi disegni e i suoi progetti sono ancora qui, studiati da futuri giocatori, amati dagli storici e conservati come esempi classici di campi da golf da orgogliosi membri di club.