Il nostro torneo di punta spegne ottanta candeline ed è uno degli appuntamenti più antichi del circuito continentale. La Ryder Cup è un valore aggiunto e non deve metterlo in ombra.
Ottant’anni e oltre tre milioni di dollari quali montepremi sono un biglietto da visita più che sufficiente per sottolineare come l’Open d’Italia sia uno degli eventi clou della stagione del DP World Tour.
Sono passati quasi 100 anni da quando Francesco Pasquali si aggiudicò la prima edizione giocata da tre golfisti a Stresa sulla distanza di 36 buche.
Da allora l’Open ha visto scendere in campo molti tra i campioni che hanno scritto la storia del golf mondiale.
Da Henry Cotton e Percy Alliss, che vennero in Italia nelle edizioni anteguerra, alle contese tra i “tre moschettieri” Casera, Grappasonni e Angelini artefici di memorabili battaglie nel periodo post-bellico.
E ancora, Greg Norman, Seve Ballesteros, José María Olazábal, Ian Woosnam, Sandy Lyle e Bernhard Langer tra le stelle più lucenti che hanno illuminato il cielo della nostra kermesse sino alla fine dello scorso secolo.
Il resto è storia recente, con le due vittorie di Francesco Molinari e la presenza di tanti giovani saliti alla ribalta di un torneo trampolino di lancio per futuri campioni.
Ecco, date queste premesse, togliere importanza alla nostra gara relegandola a una “prova generale” della prossima Ryder Cup è quantomeno ingiusto. Certo, la competizione Europa-USA ha un valore enorme ma prendere sottogamba l’80° Open d’Italia sarebbe da golfisti poco attenti e competenti.
Non va sminuito, specialmente tenendo bene in mente il punto dal quale siamo partiti. Un paio di decenni fa eravamo fanalino di coda per montepremi, con i campioni che venivano “per favore” più che per ambizione, un po’ come avveniva per i successi.
Ci sono stati decenni nei quali ottenere una vittoria di un italiano sull’European Tour era un miraggio, un evento casuale. Poi, con i fratelli Molinari ci siamo abituati bene al punto che oggi i trionfi di altri giocatori, come Migliozzi, Paratore o Laporta ci sembrano normali. Anzi, ci lamentiamo quando non arrivano con continuità. Stesso discorso per l’Open stesso.
La Federazione l’ha preso in mano nel 2003 e da allora i numeri delle presenze di pubblico e campioni è cresciuto. La politica intrapresa con ingresso gratuito non deve sminuirne il valore, anzi, deve essere motivo di amplificazione del nostro sport anche tra quanti non lo giocano ancora.
La politica di apertura e diffusione è suffragata anche dagli accordi con le emittenti televisive, Sky, NOW e soprattutto RAI, che possono portare gli swing nelle case di tutti gli italiani. E di swing belli da vedere al Marco Simone dal 4 al 7 maggio ce ne saranno parecchi.
I protagonisti
Tra i maggiori indiziati per la vittoria ci sono i gemelli Højgaard. Nicolai ha già trionfato nell’Open d’Italia nel 2021, ripetendosi il febbraio seguente negli Emirati, mentre Rasmus ha già tre titoli all’attivo, tra i quali quello conquistato a Mauritius nel 2019 che lo ha reso il terzo più precoce vincitore della storia dell’European Tour. Entrambi stanno giocando a livelli eccellenti e ambiscono sicuramente a mettersi in mostra anche in vista Ryder, dove potrebbero essere i nuovi fratelli protagonisti dopo i Molinari.
Insieme ai gemelli Højgaard c’è un terzo danese che parte tra i favoriti: Thorbjørn Olesen. Già vincitore a Gardagolf nel 2018 e con sette titoli sul Tour, Olesen sta giocando una delle sue migliori stagioni. Nel mese di febbraio ha conquistato tre Top Ten in altrettante apparizioni e ora si metterà alla prova nel primo torneo giocato nel Vecchio Continente.
Tra i più attesi sicuramente c’è Victor Perez, al quale i favori del pronostico arrivano dalla posizione nella Race to Dubai. La vittoria ad Abu Dhabi ha permesso al transalpino di mettere “fieno in cascina” ma la Top 20 di due anni fa e il terzo posto dello scorso settembre raccontano di una buona affinità tra Victor e il percorso del Marco Simone.
In cerca di un buon risultato anche Adrian Meronk, che due anni fa concluse al secondo posto al pari di Tommy Fleetwood. Il polacco ha ottenuto due titoli nel 2022 e alla Hero Cup ha dimostrato di essere un buon giocatore da match play, quindi per lui la prova romana avrà un peso ancora maggiore visto che sarà in campo l’intero staff del Team Europe alla prossima Ryder Cup.
Capitan Luke Donald e i vice Edoardo Molinari, Thomas Bjørn e Nicolas Colsaerts non vorranno però essere dei semplici osservatori. Tutti hanno palmarès invidiabili e sono ancora in grado di vincere un torneo. Sarebbe divertente se si mettessero da soli in difficoltà costringendosi all’autoconvocazione in Ryder.
Molti gli azzurri al via.
Il più atteso sarà certamente Guido Migliozzi, che non sta giocando ai livelli dello scorso anno ma che potrebbe trovare spunto dai fairway amici per rilanciarsi anche in ottica Ryder. Della partita anche Renato Paratore e Filippo Celli, che in quanto romani giocheranno realmente in casa, Francesco Laporta e Matteo Manassero. Ovviamente, come da tradizione, potrebbero esserci altri “big” che annunceranno la loro presenza all’ultimo momento; quindi, non vogliatecene se non ne avete letto i loro nomi.
Il percorso
Il Marco Simone Golf & Country Club sarà per la quarta volta palcoscenico dell’Open d’Italia.
La prima fu nel 1994, a coronamento dell’opera di restauro del Castello e il suo completamento con il percorso 18 buche.
La prima edizione fu appannaggio di Eduardo Romero, mentre nelle due più recenti, nel 2021 e 22, i titoli sono andati come detto a Nicolai Højgaard e Robert MacIntyre, campione in carica.
Rispetto allo scorso anno sono state apportate alcune ulteriori modifiche, che potete leggere nelle pagine seguenti, a un campo tecnico e progettato per i grandi eventi, proprio come il DS Automobiles 80° Open d’Italia.
Non solo golf
L’Open d’Italia sarà una festa di sport e divertimento nella quale le palline con le fossette saranno solo una delle tante componenti.
Dalle ore 9 di ogni giorno i bambini, con il supporto di educatori qualificati del CONI Lazio e di tecnici federali, potranno svolgere discipline e attività ricreative, dinamiche e coinvolgenti come pallacanestro, scherma, vela, tennis, tiro a segno, rugby, atletica, bocce.
Ovviamente non mancherà il golf da provare, per i più piccoli, grazie all’attrezzatura U.S. Kids che, con le proprie attività propedeutiche farà avvicinare sempre più bambini al nostro mondo. Per gli adulti invece prove di golf gratuite con i maestri della PGAI.