Nel golf, come nella vita, la soglia dei 40 anni non spaventa più. Tanti i campioni del nostro sport che hanno trovato la vittoria superati gli “anta” a discapito dei giovani bombardieri.
Nello sport c’è vittoria e vittoria, ma quando questa arriva a una certa età, allora ha un gusto davvero tutto speciale.
Passano gli anni, le attrezzature si evolvono, l’età media si abbassa ma una delle più grandi verità del golf non cambia mai, la longevità sportiva ad alti livelli.
Mentre la vita di un atleta nel calcio o nel basket dura raramente oltre i 35 anni, i professionisti di golf rimangono spesso competitivi e riescono addirittura a svoltare dopo aver raggiunto gli “anta”.
Staccarsi dalle competizioni per un golfista leggendario può essere molto complicato, ancor di più se si ha la consapevolezza di poter ancora incidere come negli anni migliori.
La leggenda Tiger Woods
Provate a chiederlo a Tiger Woods, che in occasione dell’Open Championship al Royal Troon del luglio scorso non si è risparmiato nell’affermare che continuerà a scendere in campo finché avrà la certezza di poter vincere.
Così, le carriere si allungano e i primati assumono contorni inverosimili.
L’aspetto straordinario di personalità come quella di Tiger sta anche nel saper ribaltare i pronostici e le attese, che con il passare del tempo diventano un avversario in più da battere. Indimenticabile la sua vittoria al Masters del 2019 a 43 anni per poi ripetersi pochi mesi dopo, a ottobre, nello Zozo Championship, conquistando così il suo 82° titolo in carriera ed eguagliando il record di Sam Snead.
Ma il 15 volte campione major è solo uno dei grandi nomi del golf che sono riusciti oltre i 40 anni a sollevare un trofeo.
Molti di questi addirittura hanno giocato meglio o vinto di più superata quella soglia.
Il record di Miguel Ángel Jiménez
E uno dei primati non può che andare a Miguel Ángel Jiménez.
Lo spagnolo, classe 1964, ha vinto 21 titoli sul DP World Tour, tra questi 14 le affermazioni non più in tenera età.
Ancora oggi detiene il record di più anziano vincitore sul circuito europeo andando a segno nell’Open di Spagna (maggio 2014), alla veneranda età di 50 anni.
Il più vincente di sempre è però Vijay Singh, che dopo aver spento le 40 candeline nel 2003 si è portato a casa 22 trofei.
Nel 2004 ‘The Big Fijian’ vinse nove volte sul PGA Tour e ne aggiunse altre cinque l’anno successivo.
Il suo palmarès si è arricchito nel 2008, a 45 anni, con tre primi posti. In pratica, più di due terzi dei suoi titoli li ha conquistati oltre i fatidici 40.
L’albo d’oro del golf è ricco di nomi che hanno scritto pagine di storia.
Jack Nicklaus, Mr Major
Pensiamo a Jack Nicklaus, che ha indossato l’ultima Giacca Verde nel 1986 a 46 anni.
Se andiamo indietro con la memoria il perfetto esempio di golf senza età è indiscutibilmente Ben Hogan che nel 1953, a 41 anni, fece il filotto aggiudicandosi Masters, U.S. Open e Open Championship.
Tra i nomi che sicuramente meritano un posto d’onore tra i grandi, di età e di talento, c’è Costantino Rocca.
Il nostro Costantino Rocca
Primo italiano a giocare in Ryder Cup, ne disputò tre a 37, 39 e 41 anni (nel 1993, 1995 e 1997).
Le sue quattro vittorie sul circuito europeo arrivano tutte dopo aver compiuto 37 anni, la prima nel 1993 e l’ultima nel 1999.
Ma torniamo ai giorni nostri, dove vincere sul Tour sta diventando sempre più difficile, con le nuove generazioni che a meno di vent’anni sono già campioni a tutto tondo, usciti dalle più importanti università americane e pronti a prendere a morsi la vita.
Negli ultimi anni confermarsi sui due massimi circuiti è un compito arduo ma, la storia insegna, non impossibile.
Il ritorno alla vittoria di Stewart Cink
Nell’aprile del 2021, grazie al successo nell’RBC Heritage, Stewart Cink è diventato il solo quarto giocatore over 47, dal 1960 ad oggi, ad aver vinto più di un torneo in una stagione del PGA Tour.
L’anno precedente, si era imposto in un altro evento del circuito americano mettendo la parola fine a un digiuno che durava da 11 anni, ovvero da quella Claret Jug sollevata a Turnberry nel 2009 e letteralmente strappata dalle mani di un leggendario Tom Watson, allora 59enne, solo al playoff.
Facciamo un salto temporale di 12 anni, nel 2021, quando un altro miracolo golfistico è andato in scena in un tardo pomeriggio di maggio.
Sul green della 18 dell’Ocean Course di Kiawah Island il pubblico impazziva urlando il suo nome a squarciagola.
Lui, visibilmente emozionato, imbucava il suo ultimo putt per poi lasciarsi andare a un abbraccio liberatorio con il fratello e caddie Tim.
Intramontabile Phil Mickelson
Questo signore che il 23 maggio di tre anni fa ci ha fatto emozionare, scalpitare, tremare e incitare si chiama Phil Mickelson, e a 50 anni e 11 mesi ha vinto il 103° PGA Championship firmando il suo sesto major in carriera.
Nel 2016 si era reso nuovamente protagonista al Royal Troon, ma quella volta dovette cedere lo scettro a un altro fresco 40enne, Henrik Stenson, che divenne il primo svedese a vincere il major britannico con un punteggio record di -20 e rubando così il primato a Tiger Woods alla voce “score più basso” (-19 nel 2000 a St Andrews).
Dietro a questi grandi nomi e alle loro numerose vittorie che ce ne sono altri che, con costanza e perseveranza, hanno ottenuto il primo titolo ben superata la soglia dei 40.
La rinascita di Richard Bland
Uno su tutti, Richard Bland che nel 2021, a 48 anni e 101 giorni, ha sollevato il trofeo del British Masters dopo ben 477 tornei disputati, strappandolo dalle mani del nostro Guido Migliozzi solo al play-off.
Da quel momento qualcosa si è sbloccato nel gioco e nella mente dell’inglese che sta attualmente vivendo una seconda giovinezza.
È stato uno dei primi giocatori a unirsi al LIV Golf e, nel frattempo, è diventato uno dei nomi più in voga sul PGA Tour Champions, il circuito over 50 americano.
Quest’anno nel giro di un mese, tra la fine di maggio e quella di giugno, ha conquistato i due major di categoria: il Senior PGA Championship e lo U.S. Senior Open.
Ovviamente negli ultimi anni stiamo assistendo a un vero e proprio cambio della guardia.
Età e tecnologia
Se andiamo nel dettaglio, vediamo come negli anni ‘80 e ‘90, l’età media dei migliori cento giocatori del World Ranking sia addirittura aumentata, passando da 32,3 anni nel 1987 a 36,5 anni nel 1996.
Questo periodo era infatti caratterizzato da giocatori come Greg Norman, Tom Kite e Hale Irwin, competitivi fino ai loro quarant’anni inoltrati.
Ma è a partire dal 2004 che si è verificato un significativo abbassamento.
L’età media sul PGA Tour è drasticamente diminuita passando dai 34,8 del 2008 ai 30,8 nel 2023.
Passaggio che potremmo definire la diretta conseguenza delle innumerevoli evoluzioni della tecnologia nelle attrezzature da golf a partire dall’introduzione di nuovi driver, ferri e palline che hanno permesso ai giovani giocatori di raggiungere performance elevate più rapidamente.
Attrezzature migliori hanno ridotto la curva di apprendimento, consentendo alle nuove generazioni di competere efficacemente ai massimi livelli già all’inizio della loro carriera.
E, nello stesso tempo, ha aiutato i veterani dei circuiti a mantenersi al passo con i tempi, continuando a presenziare lungo i fairway dei più importanti tornei del mondo.
Grazie ai progressi nella medicina sportiva e nella scienza dell’allenamento, molti giocatori riescono a prolungare le loro carriere migliorando la propria forma fisica e aggiungendo distanza.
Esempio lampante è Phil Mickelson che dall’immagine del classico americano con la pancia si è trasformato, arrivando ad avere un fisico asciutto e tonico a 54 anni compiuti.
È chiaro che a vedere questi campioni che non mollano il colpo nonostante la concorrenza accanita dei ventenni verrebbe proprio da dire che la vita comincia a quarant’anni.
Prima, in fondo, è solo pratica.