Gli Open nazionali sono uno degli aspetti che differenziano il golf europeo da quello statunitense. L’Open in Europa è l’evento di punta per il movimento e fa da vetrina al Paese stesso facendolo conoscere sia da un punto di vista golfistico che turistico. Noi in Europa siamo fortunati ad avere questa tradizione di gare che sono nate insieme al golf stesso.
In America questo aspetto manca. Ci sono sì tornei che hanno radici lontane nel tempo, come lo U.S. Open, che quest’anno compie addirittura 123 anni, ma che però non legano la loro tradizione al territorio, aspetto prettamente europeo del golf professionistico.
Open d’Italia
L’Open d’Italia è l’evento di punta del nostro golf e anche quest’anno, Ryder Cup a parte, metterà in mostra il nostro Paese portandolo nelle case di tutti i golfisti del mondo. Ci sarà ancora più curiosità per vedere il percorso sul quale qualche mese dopo si giocherà la biennale sfida tra europei e statunitensi.
È inevitabile che nell’anno della Ryder l’Open venga un po’ sottovalutato, ma resta comunque una gara di primissimo livello grazie anche a uno dei montepremi più alti della stagione continentale.
La presenza della Ryder è anche un “sacrificio” temporaneo visto che ha comportato un cambiamento di data da settembre a maggio, collocandolo in un periodo del calendario molto intenso sul PGA Tour. Il ritorno visto in prospettiva sarà davvero enorme, con tantissimi Paesi collegati al Marco Simone e una vetrina importantissima per Roma e per l’Italia intera.
L’Open è il torneo che ogni golfista si segna sul proprio calendario, sia quando si è dilettanti che da professionisti. Mi ricordo che da ragazzino vivevo questa settimana in modo speciale: i miei genitori mi portavano a seguirlo sempre, almeno uno dei quattro giorni di gara. Ho bellissimi ricordi da tifoso ancor prima che da giocatore.
Fortunatamente è uno dei tornei più antichi dell’Europa continentale, con grande tradizione e che ha sempre goduto di field composti da giocatori che hanno poi segnato indelebilmente la storia del golf. Il suo prestigio resta immutato negli anni ed è bello che, con il sostegno della Federazione e degli sponsor, abbia mantenuto un livello alto.
Il mio Open
Ne ho giocati tanti in carriera ma uno di quelli che mi è rimasto maggiormente impresso è quello legato al mio esordio assoluto, nel 1999 ancora da dilettante. Ricordo l’ammirazione che avevo guardando i campioni che di solito osservavo in tivù e l’emozione sul tee della buca 1: è qualcosa che ho ancora ben presente.
Giocare come dilettante è particolare perché non sei abituato alla routine che poi acquisisci sul Tour quando fai il grande salto. Da professionista cambia davvero tutto, perché giochi un torneo dopo l’altro e l’emozione piano piano svanisce e diventa abitudine, salvo quando torni a giocare l’Open di casa.
L’edizione di Tolcinasco del 2006 è stato un passo chiave della mia carriera perché è coinciso con il primo successo sul Tour. L’anno prima, seppur senza vittorie, avevo tenuto la carta e questo mi aveva dato sicurezza. Sono arrivato a Tolcinasco con risultati non positivi ottenendo un trionfo inaspettato che, come ogni vittoria, ha portato dei vantaggi sia da un punto di vista pratico che emotivo, come la certezza della carta.
L’ho rivinto poi dieci anni dopo, quando erano già successe molte cose. Ricordo che la gara al Golf Milano arrivò in un’epoca di cambiamenti, specie nello staff. Se Tolcinasco è stato l’inizio della prima parte della mia carriera, il trionfo al Milano ha rappresentato l’apripista della seconda. È stata una vittoria che mi ha dato conferme e rilanciato a grandi livelli.
Stiamo per assistere a una nuova edizione al Marco Simone e fare pronostici è molto difficile. Il motivo è che il percorso non avvantaggia un tipo di giocatore in particolare. Gli addetti al campo hanno fatto un ottimo lavoro e penso che la chiave starà nei colpi al green. È un campo tecnico che richiede una varietà di colpi e mette alla prova i giocatori in tutte le fasi del gioco. Penso sarà un Open aperto poiché sarà difficile che qualcuno possa staccare il resto del field. Le ultime due edizioni sono state entusiasmanti e anche questa, sono sicuro, non sarà da meno.