Jon Rahm ha vinto lo U.S. Open e con il successo è diventato il numero uno del mondo. Era il più atteso alla vigilia e lo spagnolo non ha disatteso le aspettative. Dopo un intero torneo in alta classifica ha attaccato nelle ultime 18 buche guadagnando cinque posizioni sino a raggiungere la testa del leaderboard. L’epilogo del torneo è stato avvincente, degno da finale di major.
Louis Oosthuizen si trovava al comando con un colpo di vantaggio su Rahm sul tee della penultima buca. Proprio la 17, un difficile par 4 di 450 metri, è stata lo snodo della gara. Bogey per il major winner sudafricano e birdie per lo spagnolo, che andava avanti. I giochi però non erano ancora fatti poiché la 18, par 5, è da sempre buca da colpo di reni allo sprint. Al birdie di Oosthuizen ha risposto Rahm e così il colpo di margine è rimasto, per un giro in 67 colpi per -6 totale, e il 26enne di Barrika ha potuto mettere in bacheca il primo titolo dello Slam.
Azzurri meravigliosi
Guido Migliozzi ha completato il torneo al quarto posto. Il risultato ha un valore ancora maggiore poiché per il 25enne vicentino si trattava dell’esordio nei major. Dopo aver concluso le primo 9 buche a quota -2 Guido ha attaccato nelle buche di rientro. È arrivato qualche errore, che ci sta quando si gioca in modo aggressivo, con due bogey ma anche tre birdie. Giro in 68 colpi, secondo migliore assoluto di giornata dietro al vincitore, e 72° posto nel ranking!
Francesco Molinari non è riuscito ad andare oltre il par nell’ultimo giro di Torrey Pines. Tre birdie e altrettanti bogey nel suo score e par per il torneo che gli è valso il 13° posto. Probabilmente al torinese rimarrà il rammarico di un giro sbagliato, quello della seconda giornata, con cinque colpi che hanno zavorrato il suo punteggio. Un risultato più che positivo, anche in relazione al rientro in campo dopo lo stop per l’infortunio alla schiena.
Anche suo fratello Edoardo ha concluso le ultime 18 buche in par, punteggio che gli ha permesso di risalire 10 posizioni in classifica e terminare al 35° posto. Dodo può essere più che soddisfatto. Tornato dopo qualche anno di difficoltà a competere in un torneo per i grandissimi ha superato il taglio e respirato l’aria di major.
Gli altri big sbagliano lo sprint
McIlroy, Dechambeau, ma anche Johnson e Thomas si erano lasciati la possibilità di provare a vincere o, per lo meno, raggiungere il podio. Il comune denominatore della loro tornata finale è stato il segno + davanti allo score del loro giro. Rory McIlroy era in contention, con un parziale di un colpo sotto il par al giro di boa. Fatali le buche 11 e 12, bogey e doppio, che lo hanno estromesso dalla corsa al titolo. 73 colpi quelli finali e un totale di -1 che gli è valso il settimo posto. Buche di rientro letali per Justin Thomas che è incappato in due doppi. Punteggio del giro e torneo di +2 e 19° posto appaiato a Dustin Johnson che, partito sotto par, non ha mai trovato il giusto ritmo lasciando ambizioni di podio e lo scettro di leader mondiale alla 10, triplo bogey e torneo finito. Il più deluso probabilmente è stato Bryson DeChambeau che sognerà a lungo le buche di rientro di Torrey Pines. Il bombardiere americano, partito con il punteggi di -3 raggiunto dopo il terzo giro, aveva raggiunto quota -5 grazie ai due birdie nelle buche di uscita. Poi qualcosa è cambiato dalla 10. Bogey alla 11 e 12, doppio alla 12, par cinque dove ha provato il tutto per tutto cercando di rientrare in gara. Epilogo con un quadruplo alla 17 e crollo al 23° posto con +3 totale.