Rory McIlroy e Scottie Scheffler, rispettivamente numeri tre e uno del World Ranking, hanno sfruttato nel migliore dei modi il moving day del 123° U.S. Open avvicinandosi alla vetta. Il nordirlandese occupa la terza posizione con il punteggio di -9 raggiunto al termine di un giro in 69 colpi, uno meglio del par del percorso nord del Los Angeles Country Club. Alle sue spalle il numero uno al mondo che, dopo 16 buche in altalena con quattro bogey e tre birdie, è stato protagonista di un finale da campione nel quale ha realizzato un eagle e un birdie. Con 68 colpi e un parziale di -2 ha concluso a quota -7 lasciandosi chance di vittoria.
Una coppia al comando
Con il passare dei giorni il campo sta diventando più complicato da addomesticare e i punteggi si sono immancabilmente alzati. Rickie Fowler, che era partito fortissimo e aveva mantenuto la leadership al giro di boa, non è andato oltre il par nella terza giornata. L’americano, che ha eguagliato il miglior score nella storia della competizione dopo 36 buche, ha provato a controllare e limitare gli errori. Quello alla buca 18 però lo ha riportato in par lasciandolo in vetta alla classifica in compagnia di Wyndham Clark che ha colmato il gap di un colpo. Lo statunitense dopo nove buche perfette, due i suoi birdie e nessun errore, ha reagito bene ai due bogey (11 e 12) con un birdie alla 13 così come all’ultima buca nella quale ha recuperato il colpo perso alla 17.
Chi vincerà?
Una sola vittoria in carriera per Wyndham Clark e il taglio mancato lo scorso anno (ma anche al PGA Championship) non pongono lo statunitense tra i favoriti al via dell’ultimo giro. Qualche dubbio anche su Rickie Fowler che, oltre alla pressione legata al giocare in ultima partenza, potrebbe dover rispondere agli attacchi degli inseguitori. “Sono situazioni nelle quali mi sono già trovato e non ho paura di fallire – ha detto – dovrò pensare a divertirmi e a fare bene”. Difficile non guardare il leaderboard o sentire i boati del pubblico.
Sebbene sulla carta il destino sia nelle mani dei due leader, l’andamento delle ultime 18 buche dipenderà da McIlroy e Scheffler. I due giocheranno insieme ma non potranno “marcarsi”. Una partenza fulminea di uno o entrambi metterà pressione al duo in testa. Il nordirlandese Rory McIlroy, vincitore nel 2011, ha un solo colpo da recuperare e in giornata giusta può fare cose straordinarie. Al numero uno al mondo basta il momentum e il finale del moving day ne è stata riprova.
Gli altri protagonisti
La lotta per il titolo sembra limitata ai quattro nomi citati ma, in caso di debacle totale, qualcuno potrebbe fare un miracolo rinvenendo da dietro. Harris English è quinto (-6) seguito a un colpo dall’ex numero uno al mondo Dustin Johnson, vincitore nel 2016, e Xander Schauffele che, dopo l’exploit iniziale, è tornato sulla terra non riuscendo più a scendere sotto par. Cameron Smith e Bryson DeChambeau sono noni a -3, troppo lontani per poter sperare in qualsiasi miracolo.