Stiamo parlando di una delle buche più iconiche del mondo, la 17 dello Stadium Course al TPC di Sawgrass, Ponte Vedra Beach, Florida.
Un terribile par 3 di soli 130 metri che però mette i brividi anche ai navigati professionisti del PGA Tour ogni anno nel corso del Players Championship, il torneo definito per montepremi e tradizione il quinto major del golf mondiale.
Il suo tee shot fa venire il braccino solo a vederlo: un green a isola contornato da sola acqua, un bunker a proteggere le aste corte a destra e una superficie stile biliardo stracolma di pendenze tali da far scivolare facilmente la palla a mollo nell’ostacolo se si atterra nella parte sbagliata.
Tanto per avere un’idea, è stimato che nel corso di un anno solare, The Players a parte, nell’acqua che protegge l’Island Green, così è soprannominato il capolavoro architettonico realizzato dal grande Pete Dye, finiscano mediamente tra le 100 e le 120m mila palline, una cifra astronomica.
Ma dilettanti a parte, anche i famosi campioni del Tour ogni anno finiscono per fare ricorso a molte delle proprie palline in sacca, in pieno stile Roy McAvoy, alias Kevin Kostner, nel celebre film degli ani 90 sul golf, Tin Cup.
Giovedì, nel giro di apertura del Players 2021, Byeong Hun An ha rischiato di scrivere la storia: per raccogliere la sua palla in buca alla 17 il coreano ha infatti impiegato ben 11 colpi (con quattro palle in acqua), sfiorando il record negativo assoluto di Bob Tway, che nel 2005 chiuse con un pesantissimo 12. E non è stato l’unico: ogni anno l’Island Green non fa sconti proprio a nessuno.
Tanto per capirci, durante il Players, la 17 ha una media score ampiamente sopra i 3 colpi e quasi sempre risulta, score alla mano, una delle buche più difficili dello Stadium Course.
Il record di palle in acqua? Spetta all’edizione 2007, dove furono 93 in quattro giri. La giornata più ‘ricettiva’ in assoluto il primo round proprio di quell’anno, quando addirittura 50 palle finirono in acqua alla 17, più di quanto fatto registrare nell’intera ultima edizione giocata pre pandemia, quella del 2019.
Chiudiamo con una nota positiva. Sono 9 le hole in one che si contano nella storia del Players in quello che è considerato uno dei par 3 più delicati del mondo.
Nessuno però ci è riuscito per un periodo lunghissimo, dal 2003 al 2016, ma nelle ultime quattro edizioni in tre hanno raccolto la loro palla in buca dopo il primo colpo: Willy Wilcox (2016), Sergio Garcia (2017) e Ryan Moore (2019).
Conclusione: non serve creare par 3 siderali per far venire il mal di testa anche ai migliori colpitori di palla del mondo. Un concetto che il grande Pete Dye conosceva benissimo, creando una delle buche più magistrali al mondo.
LE PALLE IN ACQUA ALLA 17 AL PLAYERS
(tra parentesi il totale per ogni singolo giro)
– 2019 (14 6 8 17) 45
– 2018 (24 21 6 3) 54
– 2017 (19 29 10 11) 69
– 2016 (6 9 17 4) 36
– 2015 (21 16 3 5) 45
– 2014 (12 12 1 3) 28
– 2013 (15 9 7 13) 44
– 2012 (18 11 4 6) 39
– 2011 (12 14 8 6) 40
– 2010 (7 8 5 9) 29
– 2009 (16 6 4 6) 32
– 2008 (20 18 10 16) 64
– 2007 (50 21 10 12) 93
– 2006 (19 17 12 9) 57
– 2005 (7 8 25 28) 68
– 2004 (9 10 4 7) 30
– 2003 (6 10 3 10) 29