Nei prossimi giorni assisteremo alle prove di Ryder al Marco Simone. Questo perchè la massima manifestazione golfistica italiana sarà un duro test in vista della sfida tra Europa e stati uniti, anche se il percorso non sarà così punitivo come a fine settembre.

Maggio è il mese dell’open d’Italia ma, prima di parlare della più importante gara del nostro paese, faccio un passo indietro ripercorrendo il Masters. Penso sia stata una delle edizioni più avvincenti degli ultimi anni.

Alla fine, ha dominato Jon Rahm, anche se sino all’ultima giornata non sembrava che potesse “passeggiare” nel giro finale. Jon ha avuto un piccolo calo prima del Masters non giocando al meglio, ma si è subito ripreso. Ah, male secondo i suoi standard, s’intende! Ora è in formissima e speriamo che mantenga questo stato a settembre.

Alcuni hanno detto “Santo Jon Rahm” perché ha evitato un possibile disastro causato dall’eventuale vittoria di un giocatore del LIV. Per me, anche se avesse vinto un giocatore della lega araba non sarebbe successo nulla. Erano giunte voci di eventuali festeggiamenti con bandiere e vessilli, ma prima di tutto siamo golfisti e sappiamo mantenere un certo decoro.

Sicuramente, noi del Tour tifavamo per Rahm, ma sapevamo che anche una vittoria di Koepka o Mickleson non avrebbe avuto ripercussioni particolari e da parte di tutti ci sarebbero stati solo complimenti. Peraltro, Brooks stesso ha ammesso che non vede l’ora di giocare il prossimo U.S. Open.

Ha fatto scalpore il poco seguito a Phil Mickelson. Il fatto è che chi segue il golf è competente e ha capito le motivazioni che hanno spinto i giocatori a sposare la Superlega ma soprattutto il loro tentativo di voler tenere il piede in due scarpe, anzi i bastoni in due tour. I tifosi seguono chi preferiscono e spesso sono i giocatori più in forma.

Sul fronte europeo Hovland ha fatto un ottimo primo giro e ha espresso un golf di livello eccellente. Penso che sia pronto per vincere un major. Invece mi ha deluso Rory. Sembra che lui e Augusta non si piglino. Non ha mai avuto vere chance di vittoria ad Augusta. Certo, ha fatto ottimi piazzamenti ma un conto è finire terzo facendo 72 la domenica ed essendo al comando, un altro è concludere con 64 perché non hai nulla da perdere ma neanche da vincere, non potendo più raggiungere chi è al comando. Secondo me, se non cambia modo d’interpretare Augusta non potrà ottenere grandi risultati. 

Mi spiego: su quel campo non puoi giocare sempre all’attacco tirando a tutte le bandiere. Serve pazienza e Tiger lo ha dimostrato spesso accontentandosi del par e passando il taglio.

Il Masters ha confermato come il meteo e la fortuna, in una gara singola, possano fare una grande differenza. Questa volta hanno influito parecchio. Rahm e Hovland sono stati ai vertici del leaderboard pur giocando dalla “parte sbagliata”. Se Rahm avesse perso per un colpo sarebbe stato un vero peccato e sicuramente non da imputare al suo gioco.

Prove di Ryder Cup

Veniamo all’Open d’Italia, che verosimilmente non avrà presenze americane né di europei che giocano sul PGA Tour. Chi doveva provare è venuto lo scorso anno o due edizioni fa. Ciononostante, sarà un Open con molti contenuti. Spero ci sia tanta gente perché è bello essere davanti a un pubblico numeroso e una folta presenza è anche un buon biglietto da visita nel mondo per il nostro golf. 

Sarà un Open banco di prova della Ryder Cup, con giovani che proveranno a mettersi in mostra per settembre. È un po’ calato il termometro su Guido Migliozzi che per ora non ha giocato molto bene: è lontano dai suoi livelli ma è capace di qualunque cosa. Speriamo che possa fare un grande torneo e svoltare la stagione. Tra i favoriti vedo i fratelli Nicolai e Rasmus Højgaard, hanno un gioco che si addice al percorso e possono vincere.