Dodici mesi fa un ventenne di belle speranze, Nicolai Højgaard, giunto al Marco Simone solo grazie a una wild card, superava a sorpresa con un finale trilling alla 18 Tommy Fleetwood, portandosi a casa il suo primo titolo in carriera da professionista. Un trionfo quello del danese che lo ha fatto entrare nella storia del golf dalla porta principale visto che nessuno, da quando esistono le statistiche dell’European Tour, ovvero dal 1972, era riuscito a vincere l’Open d’Italia così giovane, 20 anni e 177 giorni. Bisogna risalire agli albori della nostra massima competizione golfistica, addirittura alla seconda edizione disputata nel 1926 all’Alpino, per scovare l’unico che riuscì a fare meglio di Højgaard in 78 edizioni. Fu il francese Auguste Boyer, che insieme al belga Flory Van Donck detiene anche il record di vittorie, quattro, nel nostro torneo. Boyer vinse davanti allo scozzese Alec Ross a soli 18 anni.
La favola di Højgaard al Marco Simone chiuse lo scorso anno due settimane davvero indimenticabili per la famiglia danese. La settimana prima, infatti, il suo gemello Rasmus aveva sollevato nientemeno che il trofeo dell’Omega European Masters a Crans. Nella storia dell’European Tour non era mai successo prima che due fratelli riuscissero a trionfare in due tornei consecutivi.
Dodici mesi dopo il Marco Simone riabbraccia per la terza volta nella sua storia l’Open d’Italia e lo fa in grandissimo stile. Quello che si appresta a scendere in campo sulle 18 buche che ospiteranno tra dodici mesi la Ryder Cup è un field davvero stellare. A capitanarlo ci sarà nientemeno che il numero 3 del mondo, Rory McIlroy, all’esordio assoluto nel nostro Open. Le prime indiscrezioni sulla sua presenza a Roma sono arrivate già a luglio, in occasione dell’Open.
Championship di St Andrews. Il quattro volte campione major ed ex numero 1 del mondo per ben 106 settimane aveva ufficiosamente confermato la sua partecipazione all’Open d’Italia ad alcuni giocatori azzurri, con l’obiettivo di prendere per la prima volta contatto con le 18 buche che ospiteranno nel 2023 la Ryder Cup, dove McIlroy sarà uno dei pilastri del Team Europe.
Era dai tempi di Jon Rahm al Golf Milano nel 2017 che uno dei primi cinque giocatori del World Ranking non prendeva parte al nostro Open. Per McIlroy non si tratterà però della prima assoluta su un campo italiano: il talento di Holywood nel 2007 a soli 16 anni dominò letteralmente i Campionati Internazionali d’Italia al Golf Club Biella Le Betulle, chiudendo con un totale di -18 e facendo registrare il record del campo piemontese, 65. Un primato quello di McIlroy che curiosamente fu pareggiato solo lo scorso anno dal biellese Gregorio De Leo, anche lui al via dell’Open d’Italia quest’anno, nel secondo giro del Campionato Nazionale Maschile Match Play Trofeo Giuseppe Silva.
Sulla scia di McIlroy altri grandi nomi atterreranno a Roma per testare il Marco Simone a ormai dodici mesi della biennale sfida Europa-Stati Uniti. Matthew Fitzpatrick, fresco del suo primo major, lo U.S. Open al The Country Club, e Viktor Hovland, astro nascente del golf continentale e già grande protagonista da rookie alla Ryder di Whistling Straits nel 2021, all’esordio dalle nostre parti. Non ancora confermati, al momento di andare in stampa, ci sono anche Jon Rahm, campione U.S. Open a Torrey Pines nel 2021, e Tommy Fleetwood, vincitore della Race to Dubai 2017 ed eroe a Parigi con Francesco Molinari.
Se anche lo spagnolo sarà della partita, stando all’attuale World Ranking, mai l’Open d’Italia ha ospitato tre dei primi Top 10 della classifica mondiale, senza dimenticare che Hovland occupa l’11esima posizione alle spalle di Fitzpatrick. Un ‘parterre de roi’ quello di questa 79esima edizione che apre nei migliori dei modi i dodici mesi finali di avvicinamento all’evento più importante della nostra storia golfistica, la Ryder.
Uno spettacolo a cui prenderanno parte sulle magnifiche 18 buche del campo di Guidonia anche tutti i nostri ragazzi, a partire da Francesco Molinari, che l’Open di casa lo ha già vinto due volte nel 2006 e nel 2016, sino all’ultimo talento sfornato dalla nostra invidiabile scuola, Filippo Celli, secondo azzurro dopo Matteo Manassero a conquistare la Silver Medal dell’Open Championship. E se lo scorso anno, alla prima del nuovo tracciato del Marco Simone, erano accorsi in tantissimi ad assistere al torneo, è d’obbligo pensare che quest’anno lo spettacolo, anche fuori dal campo, sarà davvero indimenticabile.