Dopo una stagione vissuta non al massimo delle mie possibilità e l’amarezza per non essere a Roma, ricomincio dalla buona prestazione di Crans Montana.
Quella dell’OMEGA European Masters è senza dubbio una delle mie settimane preferite del calendario del DP World Tour.
Come da tradizione, anche quest’anno ho avuto al mio fianco la mia fidanzata e la mia famiglia e mi sono venuti a trovare numerosi amici. Aver avuto la possibilità di condividere con loro queste giornate, ha contribuito a rendere questo torneo ancora più speciale.
Per quanto riguarda il gioco è stata una performance stranissima
Primo giro in 72 (+2) condizionato dai bogey iniziali della 3 e della 5. Poi il secondo colpo alla 6 con pitch in mano finito fuori limite mi ha condizionato non poco. Per fortuna sono riuscito a limitare i danni con tre birdie e un bogey alla penultima buca. Comunque in campo mi sentivo bene e a mio agio.
Le buone sensazioni del giovedì si sono poi tradotte nel super giro della seconda giornata. Ho avuto la fortuna di partire dalle seconde nove, sfruttando fin da subito tutte le opportunità di birdie che ho avuto, chiudendo le mie prime nove con un roboante 29 (-7).
Dopo il birdie della 2 e quello della 5, dopo aver imbucato il terzo colpo direttamente dal bunker, avevo davanti a me quattro buche dove poter realizzare altri birdie e segnare uno score record di 59, ma purtroppo non ci sono riuscito. Il giro in 61 (-9) è un gran risultato, anche se non è la prima volta per me visto che mi era già capitato l’anno scorso nell’ultimo giro dell’Open di Francia, che mi ha permesso di vincere il torneo, e quest’anno in Corea.
Ogni volta però è speciale e realizzare questi risultati tanto sotto par ti dà molta fiducia!
Qualche anno fa in Spagna, in un torneo del Challenge Tour, ho realizzato anche un -10, che ad oggi risulta essere il mio best score in carriera. Il terzo giro l’ho giocato bene ma non mi è entrato veramente nessun putt, poi qualche bogey di troppo e pochi birdie mi hanno fatto chiudere in 71 (+1).
Domenica, dopo aver iniziato con due brutti bogey alla 1 e alla 3, mi sono subito ripreso con quattro birdie dalla 5 alla 9 che hanno dato il là alla mia rimonta e a un rush finale incredibile iniziato con l’eagle alla 14 dopo il bogey con tre putt alla 11 e i quattro birdie finali consecutivi che mi hanno fatto tornare in alto in classifica.
Peccato veramente per quei due giri che non mi hanno permesso di lottare per la vittoria finale. Sembra quasi che a volte non sia io a giocare e a scendere in campo ma il mio sosia, una sorta di Dottor Jekyll e Mister Hyde!
È stata comunque una bella settimana, che mi ha lasciato buone sensazioni in vista dei prossimi appuntamenti in Europa.
Le scelte di Luke Donald
Venendo alla Ryder Cup e alle scelte di Luke Donald, ovviamente non mi aspettavo una sua chiamata, ma c’è comunque rammarico per non partecipare all’edizione casalinga di questo evento imperdibile.
C’è da dire anche che, per i giocatori che come me frequentano il circuito europeo, non è così facile qualificarsi, praticamente ci giochiamo un solo posto, che quest’anno è spettato a Robert MacIntyre. Se lo merita tutto, visto il recente secondo posto ottenuto allo Scottish Open, perso solamente perché contro c’era un McIlroy in forma mostruosa.
Sulle wild card non c’è molto da dire, sono tutti dei giocatori incredibili, e sono contento che in squadra ci siano dei giovani rookie come Ludvig Aberg e Nicolai Højgaard, oltre a MacIntyre e Straka.
Spero che potranno dare un apporto significativo alla causa europea, magari proprio grazie alla loro spensieratezza e una maggiore aggressività.
Per ora ho visto solo dei colpi di Ludvig Aberg e colpisce la palla davvero bene. Complimenti al capitano e ai suoi vice per averlo scelto.
Personalmente ci sono rimasto un pò male per Adrian Meronk. Il polacco quest’anno ha fatto davvero una stagione incredibile, con la vittoria dell’Open d’Italia, senza dimenticare i due tornei vinti nel 2022. È un peccato che non ci sarà a Roma.
L’ho incontrato a Crans Montana in occasione dell’OMEGA European Masters e gli ho detto di non prendersela troppo, che tra due anni a New York, per la Ryder Cup 2025 ci saremo tutti e due in campo. Quello sarà sicuramente uno dei miei grandi obiettivi per il futuro.
Nel frattempo, godiamoci questa Ryder a Roma dal primo all’ultimo colpo.