Il secondo giro del Masters, quello che tradizionalmente focalizza le attenzioni sugli esclusi, ha invece tenuto incollati gli sguardi in alta classifica che lascia presagire un moving day da rock and roll.

Justin Rose, leader dopo l’apertura, è rimasto tale senza però strappare. L’inglese ha completato le 18 buche dell’Augusta National in 71 colpi, uno solamente sotto il par, mettendo il segno sul leaderboard a quota -8. Troppo pochi per fare il vuoto o pensare di avere un fine settimana incontrollo.

Alle sue spalle, a una sola lunghezza, Bryson DeChambeau che, per ora, è il più regolare. Il 31enne californiano ha limitato gli errori rispetto al giro d’apertura, un solo bogey contro i quattro iniziali, migliorando il suo parziale di un colpo, da 69 a 68. Niente fuochi d’artificio per il più social del field ma tanta concretezza, fattore che ad Augusta non guasta.

Un Rory da urlo, ma durerà?

Dopo le prime 18 buche erano arrivate le prime sentenze per Rory McIlroy: “ecco, il solito Rory che compromette il torneo nei primi due giri”; e ancora: “ma come si può avere un wedge in mano al green e fare doppio bogey?”. Rory è stato devastante, come e più di sempre, con il driver. Ha aperto vie, sopra gli alberi del percorso georgiano, che nessuno aveva osato immaginare. Oltre 340 yards a tagliare i dogleg e wedge in mano piuttosto che ferri sette o otto. È riuscito a concretizzare consegnando una carta “clean” di 66 colpi che lo ha fatto balzare al terzo posto. Le domande che tutti si fanno ora è la stessa di sempre: “riuscirà a non rovinare tutto conquistando finalmente la Giacca Verde?”. I numeri non lo aiutano. Sinora, nelle 16 edizioni giocate, non c’è riuscito. Peraltro nessun giocatore ha mani vinto il torneo realizzando due doppi bogey. Lui lo ha fatto in un solo giro, riuscend a essere ancora in corsa, questo la dice lunga sulle sue qualità.

Al suo fianco Corey Conners. Quindi un gruppetto di quattro giocatori dal profumo di Ryder a quota -5: Shane Lowry, Tyrrell Hatton, Scottie Scheffler e Matt McCarty (che la Ryder non l’ha ancora giocata ma la sogna). Ma non è tutto perché scendendo di un colpo, quindi -4 a quattro dal leader, ci sono Rasmus Højgaard, Viktor Hovland e Jason Day.

Una parte alta della classifica con così tanti giocatori affermati non si vedeva da tempo. Mai come ora il moving day sarà determinante perché chi avrà coraggio, e soprattutto concretezza, riuscirà a darsi un vantaggio per il giro finale. Insomma, mettiamoci comodi e preparaziamoci a vivere un weekend del Masters a ritmo di Rock and Roll.