Lo scorso fine settimana Matteo Manassero ha deciso di volare in Inghilterra al British Challenge piuttosto che prendere parte alla kermesse romana dell’Open d’Italia. La scelta, in alcune club house italiane, è stata discussa, dibattuta e spesso criticata.
“Una vittoria o una top ten potrebbero fargli svoltare la stagione e la carriera riportandolo ai livelli di un tempo” hanno commentato i più. I fatti sono che il saggio Matteo è ben consapevole del proprio attuale livello e focalizzato sul cammino per tornare tra i grandissimi.
Ha iniziato la stagione con l’Alps Tour, circuito nel quale aveva diritto di giocare ma, alla luce dei risultati, di livello troppo basso per lui. A inizio maggio si è affacciato sul Challenge Tour, vero banco di prova in vista del ritorno nel tour maggiore.
Un percorso, quello di The Belfry dove si è giocato il British Challenge, sicuramente tosto. Non è un caso se sia stato palcoscenico di quattro edizioni di Ryder Cup. Manassero veniva dal taglio mancato al B-NL Challenge Trophy. Ha iniziato la gara con il piede giusto, 24° con 69 colpi, quindi è salito tra i top ten, piazzamento che non ha più lasciato. Quinto dopo il terzo giro ma senza possibilità di vittoria per l’ampio distano dai giocatori in vetta alla classifica.
Il gioco regolare dei primi tre giri, solo quattro bogey totali, ha avuto qualche singhiozzo nelle ultime 18 complicate buche. Due bogey e un doppio ma 69 colpi, come quelli del vincitore Hugo Leon (-19). Settimo posto e prima top ten stagionale conquistata.
Il piazzamento gli ha permesso di scalare di sette posizioni il ranking salendo al 67° posto. L’obiettivo è entrare nella finale di Maiorca e conquistare nuovamente la carta dell’European Tour con un piazzamento tra i primi 20 nel ranking. Mancano ancora sei gare alla finale e da giovedì si gioca in Germania. La strada è quella giusta, Matteo Manassero lo sa. Gli altri nelle club house? Saliranno sul suo carro a giochi fatti.