La sfida a suon di dollari tra LIV e PGA Tour non cenna a placarsi. I giocatori della Superlega sono scesi in campo recentemente chiedendo che anche i loro tornei valessero per il World Ranking. L’ennesimo diniego ora rischia di amplificarsi causa la conseguente esclusione dai tornei major, ai quali si accede, tra gli altri criteri, proprio per la classifica mondiale.
La risposta araba non si è fatta attendere ed è arrivata per voce di Majed Al Sorour, Chief Executive di Saudi Golf, in una intervista al The New Yorker, periodico statunitense. “Se le differenti organizzazioni che gestiscono i tornei del Grande Slam dovessero bandire dagli stessi i giocatori della LIV, vorrà dire che creeremo i nostri eventi Major. Per ora – ha aggiunto – queste organizzazioni si stanno schierando con il PGA Tour e non ne capisco il perché”.
Quindi non solo LIV Tour non è intenzionato a fare passi indietro, bensì gioca al raddoppio. La risposta dal fronte americano non si è fatta attendere. Per fronteggiare l’avanzata economica della Superlega araba, il PGA Tour ha alzato ancora la posta annunciando altri quattro eventi “elevati” che vanteranno ognuno un montepremi di 20 milioni di dollari. Cifre super per il Phoenix Open, l’RBC Heritage, il Wells Fargo Championship e il Travelers Championship.
Sale dunque da 9 a 13 il numero di tornei “elevati” che vedranno la presenza in campo di tutti i big mondiali, eccezion fatta per quelli passati alla LIV Golf. Tra i professionisti del PGA Tour però aleggia qualche perplessità. Come mai ora il circuito alza i montepremi e non lo ha fatto in precedenza se i soldi erano comunque disponibili?