Se la Costa del Sol viene vista come la Mecca del golf per i numerosi percorsi presenti in pochi chilometri, il Lago Maggiore non è da meno. 171 buche giocabili entro la distanza di meno di un’ora.
Il Lago Maggiore, visto dal tee della 18 del Des Iles Borromées, ha un fascino misterioso. Se non proprio carico di segreti, il Verbano un po’ bizzarro lo è. Intanto il nome, che trae in inganno generazioni di scolari alle prese con le nozioni di geografia: “Qual è il più grande lago italiano?” “Il Maggiore o Verbano, signora maestra”. “Asino, è il Garda che è più grande del Maggiore e del Lago di Como messi insieme”.
E poi le due sponde, quella “grassa” piemontese e quella “magra” lombarda, diverse che più diverse non si può. D’accordo: accade in tutti i laghi ai piedi delle Alpi che sulla riva occidentale il turismo la faccia da padrone mentre su quella orientale occorra saper scovare i tesori
che vi si celano.
Lago Maggiore, terra di cultura e comicità
Ma qui da una parte soggiornavano gli aristocratici di mezza Europa, dall’altra ci si consumava nelle fabbriche di ceramica o nelle officine della piccola e piccolissima industria. E verrebbe da pensare che quelli gioviali, divertenti, spassosi siano gli abitanti della sponda grassa. Invece in quel fazzoletto di terra che, sulla riva opposta, va da Laveno a Cittiglio e poi su su fino a Luino, sono sbocciati alcuni dei più grandi e stralunati interpreti della comicità italiana: da Renato Pozzetto a Francesco Salvi, da Enzo Iacchetti a Massimo Boldi, per non parlare di Nanni Svampa e di sua maestà Dario Fo. Enzo Iacchetti sostiene che è proprio la conformazione del lago alla base di questa fioritura: “I pensieri non trovano ostacoli sul loro cammino, prendono velocità, attraversano l’acqua fino ad arrivare sulla sponda opposta dove si imbattono nella montagna, rimbalzano e tornano indietro nelle nostre teste, provocando quelle deflagrazioni che diventano battute, nonsense, testi surreali”.
Lo sapeva bene Piero Chiara che su questi personaggi un po’ border line ha costruito il suo cast letterario. Se a guidarci nel nostro viaggio sul Verbano ci fosse, ad esempio, il Temistocle Orimbelli, protagonista de “La Stanza del Vescovo”, allora sì che scivolare sull’acqua tra Lombardia, Piemonte e Svizzera diventerebbe un percorso in equilibrio tra realtà e fantasia. Temistocle conosceva le darsene, le ville, le insenature, ma anche le mille storie che il lago racconta, i pettegolezzi che galleggiano tra un’onda e l’altra, le avventure che si incontrano dove l’acqua accarezza la riva. Ma anche senza l’Orimbelli al timone della “Tinca”, il viaggio è di quelli che non si dimenticano. Sulla barca ci starebbe di diritto anche la sacca da golf.
Lago Maggiore è la Costa del Sol italiana
Sulle sponde del lago in una settantina di chilometri si incontrano 10 Circoli per un totale di 171 buche da campionato. Offerta da Costa del Sol, per intenderci, quanto a densità di percorsi.
Alpino di Stresa
Potremmo suggerire all’Orimbelli di farci attraccare al porto di Arona. Qui, salendo verso il Mottarone, ci si imbatte nel campo che ha fatto da capostipite a tutto il fiorire successivo. L’Alpino di Stresa accoglie i golfisti dal settembre 1925. Qui si gioca nella storia. Il campo è stato disegnato da Peter Gannon e portato a termine da Francesco Pasquali, che su quel percorso si laureò anche primo vincitore dell’Open d’Italia. Le nove buche di Gignese ospitarono infatti le prime tre edizioni del più importante torneo tricolore. Il percorso si snoda a 700 metri di altezza e come ai tempi di Pasquali continua a mettere alla prova le capacità di chi lo sfida. Alcune buche sono cieche (sui tee di partenza della 2 e della 3 due monitor consentono di non rischiare di colpire il flight che precede), tutte obbligano a studiare un’attenta strategia per arrivare in green senza troppi problemi.
Des Iles Borromées
A sei chilometri dall’Alpino si aprono i cancelli del Golf Des Iles Borromées, 18 buche par 72, disegnate da Marco Croze e aperte dal 1987. Anche qui la posizione consente non solo di fuggire dall’afa estiva, ma anche di assaporare panorami unici: dal green della 9 lo sguardo spazia verso le montagne del Sempione e della Val Grande. Dal tee di partenza della 18, il panorama abbraccia quattro laghi (Maggiore, Varese, Monate e Comabbio) oltre a tutta la catena delle Alpi del Canton Ticino. Il percorso lo ha ideato la natura e si vede subito. Betulle, pini, abeti, larici, querce, lecci e castagni si aggiungono ai dislivelli e agli ostacoli del terreno, rendendo il gioco molto divertente, ma anche impegnativo.
Verbania
Risalendo la sponda piemontese del Maggiore, in meno di mezz’ora si arriva al Golf Continental Verbania, 9 buche con doppie partenze par 68 e altre 9 executive. Qui dal 1996 migliaia di turisti italiani e stranieri si cimentano con un percorso pianeggiante sulle rive del lago di Mergozzo. Una serie di ostacoli d’acqua e una macchia di ontani rappresentano le difficoltà principali di un tracciato piacevole e riposante.
Piandisole
Un’altra mezz’ora di auto e si sale fino ai 1.000 metri di Premeno. Siamo alle porte della Val Grande, la zona selvaggia più estesa d’Italia. Qui il Golf Piandisole propone 9 buche doppie partenze par 68. Anche in questo caso alcune buche rappresentano un test impegnativo per ogni tipo di giocatore. A partire dalla 6, un par 3 in salita, per finire alla 9, par 4 di 372 metri con dogleg a sinistra, che si è guadagnata l’attestato di più difficile di tutto il percorso.
Patriziale
Costeggiando il Lago Maggiore verso nord si arriva in Svizzera, ad Ascona, perla rossocrociata del Verbano. Qui da secoli il Patriziato, ossia l’ente di diritto pubblico che amministra proprietà collettive (simile alle Regole Ampezzane o alla Magnifica Comunità della Val di Fiemme, per intenderci) difende luoghi, tradizioni e interessi della collettività. E gestisce direttamente, oltre a boschi e terreni, anche il lido, il porto, il tennis e il golf. Il Golf Patriziale di Ascona è stato aperto nel 1928 e da allora è considerato uno dei percorsi più belli di tutta la Confederazione. L’impressione è di giocare in un parco: 50 ettari di zona verde di grande bellezza con più di 60 tipologie di alberi,
innumerevoli specie di fiori, uccelli, insetti. Non è insolito imbattersi a volte in tassi e volpi. Le 18 buche pianeggianti hanno fairway abbastanza ampi da non mettere troppa pressione sul tee shot, ma poi si rivelano intriganti e affascinanti per giocatori di ogni capacità. Manutenzione, in pista e fuori, sempre ai massimi livelli.
Gerre
Basta spostarsi di una manciata di chilometri all’interno e si è subito sul tee della 1 del Golf Gerre di Losone (18 buche, par 71, 6.250 metri) immerso in un paesaggio naturale, unico e tipicamente ticinese, in una vallata fiancheggiata dalla Valle Maggia e dalle Centovalli. Il campo è prevalentemente pianeggiante e adatto a giocatori di qualsiasi livello. Un consiglio: sfruttate la sunset rate che permette di giocare in orari un filo meno comodi, ma anche meno frequentati e, soprattutto, quasi a metà prezzo.
Dei Laghi
Tornando verso sud, sulla sponda varesina del Maggiore, una volta oltrepassate la Luino di Piero Chiara e la Laveno di Renato Pozzetto, dalle parti di Ispra una deviazione di qualche chilometro conduce al Golf dei Laghi (18 buche, 6.137 metri, par 73). Il percorso è vario e completo: 6 buche pianeggianti in campo abbastanza aperto, 6 nel bosco e 6 a salire e scendere una collina. Dopo qualche anno di cura non proprio impeccabile, da quando il percorso è stato preso in gestione da Golf Idea, la manutenzione è tornata ai massimi livelli, con continui miglioramenti dei fairway e delle zone accessorie (quest’anno sono state messe a dimora 55 piante delle famose “pesche di Monate”, succulenta specialità della zona).
Arona
Dove il Lago Maggiore si incanala nel Ticino, il Golf Club Arona da oltre 20 anni sforna nuovi golfisti e offre 9 buche divertenti e interessanti. Laghetti e bunker complicano la vita ai giocatori più irruenti, ma tutti i frequentatori hanno imparato a rispettare un percorso non troppo vasto, ma piuttosto impegnativo. La manutenzione è sempre a ottimi livelli, i prezzi – e di questi tempi non è poco – molto abbordabili.
Castelconturbia
Sulle alture che fanno da contorno alla parte meridionale del Maggiore, in pratica uno di fronte all’altro, due dei percorsi più belli d’Italia. Da una parte il Golf Club Castelconturbia, 27 buche opera di Robert Trent Jones sr, una firma una garanzia.
I tre percorsi a 9 buche (giallo, azzurro e rosso) hanno caratteristiche abbastanza simili e questo consente di abbinarli con grande facilità. Alcune buche restano nella memoria (la 7 gialla su tutte: par 4 dogleg a sinistra, bandiera su un isolotto tra i salici e, come sfondo, sua maestà il Monte Rosa), ma tutto il campo è da urlo. Compresa la splendida clubhouse – con tanto di foresteria – dalle cui terrazze si abbracciano le buche finali di ogni tracciato, una specie di golf stadium apprezzatissimo nelle due edizioni dell’Open disputate a Conturbia.
Bogogno
Quasi dirimpettaio il Bogogno Golf Resort propone due percorsi da leccarsi i baffi: il Conte (18 buche, par 72, 6.206 metri) più pianeggiante e malleabile, e il Bonora (18 buche, par 72 , 6.284 metri) che rappresenta una specie di tesi di laurea per chi crede di saper domare anche le buche più difficili. Il tutto ospitato in un parco secolare, con clubhouse accogliente e un raffinato hotel con spa super attrezzata.
Anche i meno romantici non resistono al fascino di un aperitivo al tramonto sulle terrazza della clubhouse o dell’albergo. QuandoAl tramonto il sole gioca a rimpiattino con il Monte Rosa e le ombre si allungano sui green vellutati e sui laghetti del percorso.
Bye bye Costa del Sol
Dieci campi vari, tecnici e interessanti, 171 buche, trasferimenti agili, panorami da cartolina. Il riso col persico e la “paniscia” non danno scampo alla paella. Costa del Sol, quest’anno non mi avrai.