Archiviata la seconda estate targata COVID, riprendiamo il nostro girovagare fra i golf italiani. Nella speranza di lasciarci poco alla volta alle spalle questo terribile periodo e riprendere a circolare senza troppe limitazioni, andando tutti di nuovo alla scoperta di campi e club.
Per l’itinerario di settembre la scelta è caduta sulle splendide 27 buche di Valsanzibio, che costituiscono il patrimonio del Golf Club Padova
Un circolo storico, con una grande tradizione e servizi di altissimo livello nella magnifica e imponente clubhouse, senza dubbio ai vertici nel nostro Paese grazie anche alla rivisitazione di pochi anni fa.
Ad accompagnarci nel nostro viaggio da Milano a Padova, una fra le nostre vetture preferite, l’elegante berlina sportiva Jaguar XE, nella sua ultima e bellissima versione
Dalla metropoli lombarda, rotta a est sull’Autostrada Torino-Trieste (o in alternativa BreBeMi fino a Brescia), uscita a Vicenza Est e poi verso sud in direzione di Abano e Galzignano Terme. Come alternativa leggermente più lunga ma quasi tutta in autostrada, si arriva fino alla Padova-Bologna e quindi si esce a Terme Euganee.
Siamo in una zona particolarmente rigogliosa, con una serie di rilievi che si innalzano sopra la pianura fino a un massimo di 600 metri. Sono i Colli Euganei, un gruppo di colline di origine vulcanica, che sorgono isolate a sudovest di Padova. Occupano un’area di quasi 220 chilometri quadrati, che è tutelata dal Parco regionale dei Colli Euganei.
Istituito nel 1989, è stato il primo aperto in Veneto.
Il Parco, abitato dall’uomo fin dal Paleolitico Inferiore, racchiude interessanti siti archeologici, musei naturalistici ed etnografici. Al suo interno si collocano 15 comuni che uniscono al pregio ambientale le suggestioni di fortificazioni medievali, antichi borghi in pietra, ville venete, giardini storici, eremi e monasteri, avvolti nella quiete di pregiati vigneti. Il più celebre dei comuni è Abano, ma noti sono anche Este, Galzignano e Montegrotto.
Da non dimenticare Arquà Petrarca
Il celebre poeta toscano si innamorò del luogo che probabilmente gli ricordava la terra natìa e decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita in una bella casa del borgo, dove morì nel 1374.
Le aree boschive dei Colli Euganei sono dominate da ampie zone a macchia mediterranea, coperte da castagneti e querceti. Oltre 200 i sentieri che si addentrano nel Parco, 17 dei quali accatastati dall’Ente che lo controlla e dotati di segnaletica per escursioni sicure.
Questi morbidi rilievi avvolgono completamente la meta del nostro itinerario e regalano un panorama inconfondibile dalle buche del Circolo patavino. Il primo percorso di golf di Padova è nato ormai quasi 60 anni fa (venne infatti aperto nel 1962). Suo fondatore l’imprenditore Igino Kofler, fra l’altro anche calciatore, dirigente sportivo e per alcuni anni presidente della Confindustria di Padova. Attorniato dagli appassionati soci di quello che allora si chiamava Golf Club Euganeo, Kofler lanciò il progetto che incontrò in poco tempo un buon numero di sostenitori. E nacque così un club che sarebbe diventato grande protagonista del golf italiano.
Giallo, Blu e Rosso
Il circolo oggi dispone di 27 splendide buche pianeggianti. 18 di queste, le prime ad essere state realizzate, sono opera dell’architetto John Harris, uno dei più celebri del periodo, collegato allo studio inglese Cotton di Londra. Come abbiamo già ricordato, si snodano ai piedi dei Colli Euganei e trasmettono fin dal primo momento una sensazione di armonia tecnica e paesaggistica. Importante per queste celebri buche, inserite nei percorsi Blu e Giallo, anche il contributo di Benedetto Sgaravatti, altro presidente del Circolo. Signature hole del Golf Club Padova è senz’altro la 2 del Giallo, un dogleg verso destra che si apre su un vero spettacolo.
È l’immagine del green cui fa da meraviglioso sfondo il “Padiglione di Diana”, che vi abbiamo proposto nelle pagine di apertura del servizio. Era l’entrata principale via acqua alla splendida tenuta dei Barbarigo (XVII e XVIII secolo), che vale sicuramente una visita approfondita. Il “Padiglione di Diana” fu una delle prime opere costruite del progetto di Luigi Bernini (inizio lavori attorno al 1662).
La superba e imponente porta d’ingresso rappresenta uno dei luoghi più importanti di tutto il complesso monumentale di Valsanzibio, un vero gioiello con oltre 350 anni storia. All’interno architetture, ruscelli, cascate, fontane, laghetti, scherzi d’acqua e peschiere, fra innumerevoli alberi ed arbusti, su più di 10 ettari di superficie.
Fiore all’occhiello di Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani il labirinto in bossi di circa 400 anni, probabilmente il più antico del suo genere, con pareti alte fino a 5 metri, uniche al mondo.
Il percorso Rosso di nove buche è invece stato firmato dal più prolifico architetto italiano, il veneziano Marco Croze, e ha visto la sua inaugurazione a inizio secolo. Caratterizzato da una concezione moderna e intrigante dei green, propone un’importante presenza di specchi d’acqua.
Tutto il vasto terreno occupato dal golf è un vero e proprio orto botanico con 8.000 alberi e cespugli scelti secondo criteri estetici e tecnici.
In armonia con il paesaggio
Come abbiamo già accennato all’inizio, fiore all’occhiello del Golf Club Padova è la splendida clubhouse, grande esempio di razionalità combinata con gusto impeccabile. Il suo disegno dimostra una insolita lungimiranza per le esigenze di uno sport che all’inizio degli anni ’60 era ancora agli albori in Italia. Grazie alla visione del fondatore, Igino Kofler, e alla felice matita del progettista, l’ingegner Bonoldi, il risultato è una struttura in armonia con il paesaggio, ricca di spazi dedicati all’accoglienza dei giocatori dopo l’attività sportiva e alla convivialità tra soci e ospiti.
Negli anni la clubhouse si è arricchita con una splendida piscina estiva, con la nuova palestra modernamente attrezzata, con la sauna, le sale biliardo, biblioteca e fumatori. Il tutto con grandi sale riunioni a disposizione dei soci. Nonostante questi interventi, la clubhouse non ha perso un centesimo degli iniziali stile ed eleganza, ma anzi se vogliamo oggi è ancora più affascinante. Anche grazie alla preziosa e recente ristrutturazione, opera dell’architetto milanese Pietro Castellini Baldissera.
Servizi di alto livello
Da qualche anno, la clubhouse di Padova Valsanzibio si è arricchita con la nuova e accogliente foresteria. Al secondo piano della struttura, con vista su fairway e green, il Relais Golf Padova è un punto di riferimento per soci e per gli ospiti, che possono godere di una struttura ricca dei migliori comfort, in un’atmosfera rilassante e in un contesto moderno ed esclusivo.
Altro punto di forza del Circolo l’elegante ristorante, che si apre su una splendida terrazza affacciata sul campo. Con il suo discreto charme è davvero anche un posto ideale per organizzare colazioni e cene di lavoro. Come ogni ristorante di golf che si rispetti, la ristorazione è disponibile in qualsiasi momento della giornata, per assicurare a soci e ospiti un servizio “su misura”.
Sapori della tradizione
Per iniziare, a colazione una gustosa scelta di torte fatte in casa, frutta fresca, gustosi formaggi e salumi locali. A pranzo a disposizione dei clienti due possibilità, fra menù à la carte e light lunch studiato per i golfisti.
Finale di giornata con un menù articolato con sapori della gastronomia veneta e italiana, accompagnati da un’ampia scelta di vini selezionati fra le migliori etichette prodotte da cantine nazionale ed estere.
Presidente del Circolo dal 2014 è Francesco Zanotto, sotto la guida del quale sono stati realizzati importanti interventi, primo fra tutti la conclusione dei lavori per la foresteria. Alla guida del sodalizio padovano l’hanno preceduto, in ordine cronologico, i già citati Kofler e Sgaravatti, cui sono seguiti Umberto Minciarelli, Ascanio Calvi di Bergolo (a lui il record di 17 anni di presidenza continuati), Giampiero Becherucci e Claudio Giordano.
Al timone del numeroso staff del club, da vari anni si trova Wilma Sturaro, ormai una vera istituzione vista la lunga militanza fra segreteria e direzione. A tutti vanno i nostri complimenti per la perfetta manutenzione dei percorsi e l’altissimo livello dei servizi. Tornare a Padova è sempre un piacere e, viceversa, un vero peccato dover ripartire.