Sono passati 25 anni dal primo successo di Tiger Woods sul PGA Tour. Era infatti il 6 ottobre del 1996 quando, al TPC Summerlin di Las Vegas, il giovane predestinato superò al play off David Love III nel Las Vegas Invitational. Cinque giri e 90 buche non furono infatti sufficienti a decretare il vincitore ma l’affamato “Big Cat” la spuntò alla 91ma. Per lui un assegno di 297 mila dollari, primo di una serie lunghissima. La vittoria consentì a Tiger di entrare nei primi 100 del ranking Fed Ex Cup, posizione che, grazie al secondo titolo dell’anno nel Walt Disney World/Oldsmobile Classic, lievitò sino al numero 23.
Quell’anno segnò la svolta non solo della carriera del giovane californiano, bensì dell’intero golf mondiale. La sua notorietà e dominio furono il volano per la crescita dell’intero sistema golf. Sponsor e, di conseguenza montepremi, lievitarono. Quel weekend, lo stesso che da oggi vede in calendario il Shriners Children’s Open, diede al Fenomeno il primo di 82 titoli sul PGA Tour, record condiviso con Sam Snead. La differenza mediatica tra i due però è stata sostanziale. Il primo è stato un grande campione, il secondo colui che ha segnato la rivoluzione della disciplina. Ha elevato la preparazione atletica e il livello di gioco di tutti i professionisti nel mondo. È riuscito a ispirare giovani. Ha stravolto l’economia del golf, sport che lo ha reso ricco.
Tiger infatti è stato il primo sportivo a superare il miliardo di dollari e per anni stabilmente tra gli sportivi più pagati al mondo. Oggi, dopo il grave incidente d’auto in cui è rimasto coinvolto lo scorso febbraio a Los Angeles, sta affrontando la sfida più dura. Quello verso il ritorno alla normalità.