L’irlandese Shane Lowry con il totale di -11 ha vinto un po’ a sorpresa, ma meritatamente. Lowry ha superato Bubba Watson, secondo con 271 (-9), Jim Furyk e l’inglese Justin Rose, terzi con 273 (-7) e che, leader entrambi dopo 54 buche con due colpi di margine sul vincitore, hanno ceduto nell’ultimo turno.
In quinta posizione con 274 (-6) Robert Streb, in sesta con 275 (-5) Brooks Koepka, il neozelandese Danny Lee e gli svedesi Henrik Stenson e David Lingmerth e solo in decima con 276 (-4) Jordan Spieth, che non è riuscito per la seconda volta consecutiva a farsi lasciare il trono mondiale dal nordirlandese Rory McIlroy, campione uscente del torneo e fermo per un infortunio alla caviglia. Stesso score anche per Rickie Fowler.
Lowry, 28enne di Mullingar, ha colto il terzo titolo in carriera, dopo i due ottenuti nell’European Tour. Essendo la gara valida anche per il PGA Tour ha ricevuto un’esenzione di tre anni per il circuito americano.
Ha concluso in retrovia Francesco Molinari, 61° con 290 (69 74 74 73, +10).
TERZO GIRO: L’inglese Justin Rose, con uno sprint di 63 (-7) colpi e lo score di 201 (67 71 63, -9) ha raggiunto Jim Furyk (201 – 66 66 69) in vetta alla classifica. Non ha avuto tentennamenti Justin Rose, in risalita dall’ottava posizione con sette birdie senza bogey. Jim Furyk, invece, ha girato in 69 (-1) colpi con tre birdie e due bogey, ma nel finale ha faticato per evitare di perdere la leadership salvandosi da un paio di bogey con ottimi putt. Comunque è scemato il vantaggio di quattro colpi che aveva dopo 36 buche.
Ha tenuto l’irlandese Shane Lowry, terzo con 203 (-7) e con buone speranze di partecipare alla lotta per il titolo, mentre anche se sono al quarto posto con 205 (-5) dovranno sicuramente affidarsi a un giro di altissimo livello, avendo quattro colpi da recuperare, Bubba Watson, l’australiano Steven Bowditch, l’inglese Ian Poulter e lo svedese Henrik Stenson. Dopo una buona partenza, ha rallentato il nordirlandese Graeme McDowell, ottavo con 206 (-4), e sono fuori gioco Rickie Fowler, 15° con 209 (-1), e Jordan Spieth, 17° con 210 (70 68 72, par).
Ancora una giornata poco favorevole a Francesco Molinari che, con il secondo parziale consecutivo di 74 (+4), è sceso dal 46° al 58° posto con 217 (69 74 74, +7). Francesco Molinari era sotto par dopo 14 buche (-1 con due birdie e un bogey), ma all’improvviso gli si è spenta la luce e ha lasciato sul campo cinque colpi in tre buche con bogey alla 15ª e alla 17ª e un “8” alla 16ª (par 5).
SECONDO GIRO: Brusca frenata di Francesco Molinari (nella foto) nel WGC-Bridgestone Invitational, dove nel secondo giro è sceso dal 14° al 46° posto con 143 colpi (69 74, +3), dopo un parziale di 74 (+4). I problemi per Molinari sono iniziati alla quarta buca con un bogey, che sono diventati tre all’ottava. L’unico birdie alla nona sembrava il segnale di un cambio di rotta, ma nel rientro sono arrivati altri due bogey.
Jim Furyk ha raddoppiato il 66 (-4) iniziale e con lo score di 132 (-8) ha preso il comando lasciando a quattro colpi Dustin Johnson, Bubba Watson e l’irlandese Shane Lowry (136, -4), tutti in rimonta da metà graduatoria.
In quinta posizione con 137 (-3) il nordirlandese Graeme McDowell, lo svedese Henrik Stenson e il neozelandese Danny Lee, leader dopo 18 buche, e in ottava con 138 (70 68, -2) Jordan Spieth, rinvenuto dalla 22ª. Il numero due mondiale è ancora in condizione di vincere, unica opzione per poter superare nel World Ranking l’attuale leader, il nordirlandese Rory McIlroy, campione uscente della gara che non ha potuto difendere il titolo perché fermo ai box per un infortunio alla caviglia. Affiancano Spieth, Webb Simpson, Patrick Reed, Robert Streb, Brooks Koepka, gli inglesi Justin Rose e Lee Westwood, lo spagnolo Sergio Garcia, e l’australiano Jason Day.
Furyk, 45enne di West Chester (Pennsylvania) con 17 titoli nel tour, l’ultimo ottenuto quest’anno dopo cinque stagioni a secco, ha nel palmares un major (US Open, 2003), ma non vi figurano successi in eventi del WGC. Si è procurato l’occasione per colmare la lacuna , come detto, con un 66 prodotto di un cammino un po’ irregolare, con sette birdie e tre bogey, ma indubbiamente efficace. Sei birdie per tutti e tre i primi inseguitori, insieme a due bogey per Watson e per Lowry (66) e a tre per Johnson (67, -3). Comune denominatore di sei birdie anche per Spieth (68, -2), ma con quattro bogey.
PRIMO GIRO: Con una bella partenza in 69 (-1) colpi Francesco Molinari è al 14° posto nel WGC-Bridgestone Invitational, terzo dei quattro tornei stagionali del World Golf Championships (mini circuito mondiale), che si sta svolgendo sul percorso South (par 70) del Firestone CC, ad Akron nell’Ohio.
Ha preso il comando con 65 (-5) il neozelandese Danny Lee, ma sono subito dietro buona parte dei migliori del lotto. Lo seguono con 66 (-4) Jim Furyk e il nordirlandese Graeme McDowell e con 67 (-3) Rickie Fowler e l’inglese Justin Rose. In sesta posizione con 68 (-2) Webb Simpson, Robert Streb, lo svedese Henrik Stenson, gli inglesi Paul Casey, Lee Westwood e Ian Poulter, il francese Victor Dubuisson e il giapponese Koumei Oda. E’ in bella compagnia Molinari con Dustin Johnson, Keegan Bradley, Brooks Koepka, Kevin Na, con l’australiano Jason Day, con il giapponese Hideki Matsuyama e con il danese Soren Kjeldsen.
Non è stato proprio impeccabile Jordan Spieth, 22° con 70 (par), ma il ritardo non è preoccupante per uno della sua classe, e soprattutto determinato a divenire il nuovo numero uno mondiale, scalzando il nordirlandese Rory McIlroy, campione uscente che non ha potuto difendere il titolo perché fermo ai box per un infortunio alla caviglia. Hanno ampi margini per rimontare anche Bubba Watson, Zach Johnson, il tedesco Martin Kaymer e il sudafricano Charl Schwartzel, stesso score di Spieth.
Un colpo in più per spagnolo Sergio Garcia, 37° con 71 (+1), e distacchi già pesanti per Matt Kuchar, per l’australiano Adam Scott, per il sudafricano Louis Oosthuizen e per l’irlandese Padraig Harrington, 44.i con 72 (+2). Quanto mai deludente Phil Mickelson, 71° con 76 (+6) e quasi in coda al gruppo dei 77 partecipanti.
Sorpresa relativa la leadership di Danny Lee, perché il 25enne nato a Seoul in Corea e come detto di nazionalità neozelandese, sebbene sia solo al 31° evento disputato sul PGA Tour, ha già ottenuto il primo titolo a luglio (Greenbrier Classic). E’ partito dalla buca 10 e nella prima parte del tragitto ha avuto qualche incertezza, pure se il bilancio è stato attivo con quattro birdie e due bogey. Praticamente impeccabile nel rientro con altri tre birdie. Ritmo alto anche per Graeme McDowell, con cinque birdie e un bogey, e per Jim Furyk con sei birdie e due bogey.
Francesco Molinari, anch’egli al via dalla 10, ha messo subito a segno un birdie, poi se n’è andato in altalena. Bogey-birdie-bogey per passare in par (35) al giro di boa. Quindi due birdie appena virato, un bogey e cinque par a chiudere per un inizio sicuramente positivo.
PROLOGO: Nuovo impegno nel golf d’élite per Francesco Molinari (nella foto) che sarà tra i 77 protagonisti del WGC-Bridgestone Invitational, penultimo dei quattro tornei stagionali del World Golf Championships in programma sul percorso South del Firestone CC, ad Akron nell’Ohio. Il torinese è alla sesta presenza in tale evento dove ha ottenuto il miglior piazzamento con il 15° posto nel 2011. Complessivamente ha disputato 21 gare del WGC (Bridgestone Invitational 5, Cadillac Championship 5, Cadillac Match Play 6 e HSBC Champions 5). Ha iniziato la sequenza nel 2009 dall’HSBC Champions, che ha vinto nel 2010 e che ha saltato nel 2014, unica defezione nella striscia.
Per una volta fanno rumore gli assenti: infatti mancheranno il nordirlandese Rory McIlroy, numero uno mondiale, campione uscente e ancora alle prese con l’infortunio alla caviglia, e Tiger Woods, che ha vinto questo torneo per ben otto volte, l’ultima nel 2013.
Favorito d’obbligo Jordan Spieth, numero due del World ranking, che ha una nuova occasione per salire sul tetto del mondo, superando McIlroy, attualmente avanti per poco più di un punto. Lo statunitense, che ha appena festeggiato i 22 anni, è reduce da tre settimane di riposo seguite all’Open Championship e torna deciso a dare corpo alle proprie ambizioni e a cogliere il quinto successo stagionale e il primo in un WGC.
Saranno in tanti, comunque, a tentare di cambiare i suoi piani. Sembrano più tonici Zach Johnson, caricato dalla vittoria proprio nell’Open Championship, Dustin Johnson, anche se in Scozia ha brillato solo per 36 buche, Rickie Fowler, l’inglese Justin Rose e gli australiani Jason Day e Adam Scott.
Un gradino sotto, ma con tanta classe da poter annullare la differenza di condizione, Bubba Watson, Keegan Bradley, Jim Furyk e lo spagnolo Sergio Garcia, lo scorso anno secondo. Infine la lunga lista di giocatori, che magari al momento non brillano, ma che quanto meno vale sempre la pena di seguire almeno per qualche buca sul campo quali Phil Mickelson, il tedesco Martin Kaymer, lo svedese Henrik Stenson, gli inglesi Ian Poulter e Paul Casey, i sudafricani Louis Oosthuizen e Charl Schwartzel, l’irlandese Padraig Harrington, il nordirlandese Graeme McDowell e il thailandese Thongchai Jaidee.
Quanto a Molinari, in una stagione di luci e qualche ombra, potrebbe trovare la gara giusta a patto che non incappi in quelle due o tre distrazioni che, a volte, finiscono per penalizzarlo nei momenti decisivi. Il montepremi è di ben 9.250.000 dollari con prima moneta di 1.570.000 dollari.