Sepp Straka vince il John Deere Classic sul percorso del TPC Deere Run in Illinois con un punteggio di -21, grazie a un super giro conclusivo in 62 (-9).

E pensare che il giocatore austriaco, cresciuto in Georgia, si trovava sul 18° fairway, a 181 metri e a due colpi dal diventare il 13° giocatore del PGA Tour a poter registrare un giro sotto i 60, e solo il quinto ad assicurarsi anche la vittoria, successo solamente due volte nella storia ( a David Duval nel 1999 nel The American Express e a Stuart Appleby nel 2010 nel Greenbrier Classic).

Nonostante il doppio bogey alla 18, che gli ha fatto sfumare questo primato, Straka è riuscito a recuperare 32 posizioni in classifica grazie al 62 di domenica, assicurandosi così la vittoria e il suo secondo titolo sul PGA Tour e chissà che questo successo non gli porti slancio, maggiori sicurezze e motivazioni per provare a ottenere una chiamata, magari come wild card nella squadra europea, per la prossima Ryder Cup di Roma.

Con questa vittoria, Straka raggiunge il 18° posto in FedExCup e il 27° nella classifica ufficiale del golf mondiale, oltre a una prima moneta da 1.332.000.

Dietro al giocatore austriaco a solo due lunghezze, Brendon Todd (68) e Alex Smalley (67), hanno concluso il loro torneo al secondo posto a pari merito a -19; mentre il debuttante sul Tour  e molto promettente giovane svedese Ludvig Aberg e l’americano Adam Schenk, concludendo rispettivamente l’ultima giornata in 63 e 68, condividono la quarta posizione finale.

Le dichiarazioni del vincitore

“Mancano pochi mesi a settembre e sono contento che il mio gioco sia in buona forma. Spero di poter fare un salto di qualità nelle prossime settimane. Non ho mai avuto molta fiducia in me stesso quando ero più giovane. Mio fratello (Sam) era un po’ più bravo di me. La mia classe al liceo era piena di giocatori molto bravi, quindi non ho mai avuto molto successo quando ho iniziato a giocare a golf seriamente. Penso che una cosa su cui ho cercato di lavorare molto e su cui sono migliorato sia la costanza negli allenamenti, che si traduce poi in campo. Al mio meglio sento di poter competere con chiunque. Ovviamente negli ultimi tre giorni avrei potuto competere con chiunque al mondo, ma crescendo non avrei mai pensato di avere la possibilità di giocare sul PGA Tour. Questo è solo un grande sogno che si realizza”.

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