Quando McIlroy fa il McIlroy di solito non ce n’è per nessuno.
Ma quello che ha conquistato con merito per la prima volta in carriera l’AT&T Pebble Beach Pro-Am, non è stato il solito Rory spaccatutto.
Lo ha detto a più riprese questa settimana che avrebbe approcciato il torneo e uno dei templi sacri del golf mondiale, Pebble Beach, con un gioco più conservativo del solito, cercando di limitare al minimo il rischio di bogey.
Un cambiamento ispirato dalle gesta di Scottie Scheffler, che McIlroy ha citato come esempio quale giocatore in grado più di ogni altro mai visto di firmare giri bogey free.
E così è stato. Nel primo e nel terzo round, quello giocato in un clima più scozzese che californiano, non ha lasciato sul campo nemmeno un colpo.
E domenica, partito in testa insieme all’amico e compagno di Ryder Cup, Shane Lowry, ne ha segnato solo uno nel 66 finale che gli ha consentito di conquistare agevolmente il suo 27° titolo in carriera sul PGA Tour e il primo in California dopo dieci anni.
Il driver, l’arma vincente
Ma McIlroy ha anche dimostrato che la sua risorsa più grande, il driver, regna ancora sovrano.
Ha dominato il field nella classifica dei colpi guadagnati dal tee (+5,97) e nella distanza (336,7 yard). La sua lunghezza media con il driver è stata di ben 17 yard più lunga del secondo, Gary Woodland, che ha registrato una media di 319,7 yard dal tee.
Il vantaggio di potenza di McIlroy è stato palese nel giro finale soprattutto alla 14, dove ha tirato un drive di 339 yard (310 metri) e al green ha poi giocato un ferro 7 da 221 yard (202 metri). Il putt per l’eagle da circa 8 metri imbucato è stata la svolta definitiva del torneo, con il vantaggio su Shane Lowry e gli altri inseguitori che saliva a tre colpi con solo quattro buche da giocare.
Le dichiarazioni di Rory
“La 14 ha fatto ovviamente una grande differenza – ha detto sorridente al termine con il trofeo in mano -. “Ho fatto due grandi colpi per mettermi nella posizione perfetta per chiudere con un eagle. Ho sfruttato la mia lunghezza, ho tirato dei buoni drive e sono riuscito a trarne vantaggio, cosa che qui in passato non avevo fatto”.
“Quando facevo birdie, Rory replicava prontamente – ha commentato Shane Lowry, secondo al termine a due colpi dal connazionale -. Poi l’eagle alla 14 ha chiuso i giochi”.
Per McIlroy è il primo titolo conquistato in carriera a Pebble Beach e il 42° in carriera L’ultima volta in California risaliva al WGC-Cadillac Match Play del 2015, quando si impose in finale su Gary Woodland per 4&2.
Solo Tiger Woods e Phil Mickelson negli ultimi trent’anni hanno vinto almeno 27 volte sul PGA Tour inclusi quattro o più major.
Ora l’asticella per questa nuova versione del campione nordirlandese si alza ancora una volta: dopo le brucianti delusioni dello scorso anno nei major, sarà finalmente il 2025 l’anno buono per il suo ritorno al successo in uno Slam?
Questa la classifica finale del AT&T Pebble Beach Pro-Am