Tra tutti i tornei del Tour, il Genesis Scottish Open è sicuramente uno di quelli che consiglierei di andare a vedere. Innanzitutto, perché è l’antipasto dell’Open Championship e quindi il field è stellare, con tanti giocatori americani che arrivano per abituarsi con una settimana di anticipo al clima anglosassone. Tuttavia, il vero motivo per cui vale la pena partecipare è il pathos che si respira. Come il fratello maggiore, il Genesis Scottish Open è caratterizzato da un clima variabile, con condizioni che cambiano più volte nell’arco della stessa giornata, rendendo il torneo ancora più incerto e interessante.

Per noi fotografi, questo non è il massimo, poiché siamo costantemente impegnati a coprire e scoprire l’attrezzatura.
E avendo sempre le mani occupate, non possiamo certo usare un ombrello! Tuttavia, l’atmosfera è unica e ineguagliabile, quella che solo nel Regno Unito, parlando di golf, sa regalare. Tanti tifosi con birra in mano seguono il torneo e urlano incessantemente per incitare i propri beniamini, incuranti di pioggia e vento.

Da diversi anni, ormai, il torneo si gioca al Renaissance Club a North Berwick

Fotograficamente parlando, il campo è decisamente interessante; le buche più spettacolari e scenografiche sono la 12, la 13 e la 14, rispettivamente par 3, par 4 e par 3, affacciate sul mare. Da queste buche si può godere una vista splendida sul caratteristico faro. Se non avete voglia di camminare e seguire qualcuno in particolare, vi consiglio di sedervi sulla parte sinistra della tribuna sul green della 14. Da questa posizione è possibile vedere bene il green della 12, tutta la 13 con lo spettacolare colpo al green con il faro sullo sfondo, e ovviamente il par 3 della 14.

Ludvig Aberg
Adam Scott

Sicuramente il Renaissance non è il campo più bello della zona. A mio avviso, Gullane e soprattutto Muirfield sono entrambi di un altro livello. Tuttavia, il Renaissance ha saputo regalare anche quest’anno un torneo interessante e combattuto fino alla fine.

La vittoria dello scozzese Robert MacIntyre, idolo di casa, imbucando il putt decisivo alla 18 ha aggiunto un’emozione unica alle immagini, perché il pubblico è letteralmente esploso in un fragoroso applauso. L’energia e la passione dei tifosi scozzesi hanno creato un’atmosfera elettrizzante, che ha reso questo torneo indimenticabile.

In definitiva, questo evento è un’esperienza altamente consigliata.
Potete abbinarla al golf giocato, andando a provare i tanti campi della zona e, perché no, i grandi classici come St Andrews, Kingsbarns e Carnoustie. Inoltre, potete approfittare dell’occasione per visitare la vicina Edimburgo. Oppure, se siete veramente appassionati di tornei e giocatori, potete assistere la settimana successiva anche al The Open Championship.

Un unico consiglio: se non volete dormire a Edimburgo, che dista circa 40 minuti dal campo, prenotate in anticipo, perché gli alloggi nella zona di North Berwick sono pochi e piuttosto costosi!