Colpi di scena durante la terza giornata del 120° U.S. Open con Matthew Wolff leader solitario.
Il percorso di Winged Foot, preparato al limite della giocabilità, ha nuovamente messo a dura prova i giocatori. Fairway stretti, duri, ondulati e rough impossibili hanno creato non pochi problemi non lasciando scampo al minimo errore. Primo tra tutti Patrick Reed, al comando a inizio del terzo giro. Per l’americano è stata una giornata da incubo soprattutto sulle seconde nove dove crolla segnando 7 bogey e portandosi in nona posizione.
La sorpresa che non ti aspetti
Wolff è stata la sorpresa che non ti aspetti. Ventidue anni di età e uno swing che possiamo definire al limite del discutibile, si è lasciato alle spalle giocatori molto più esperti di lui. Passato professionista nel 2019 ha già collezionato un successo vincendo l’anno scorso il 3M Open e arrivando quarto nel PGA Championship 2020.
Ancora incredulo su quanto gli stia capitando, sembra avere il carattere d’acciaio necessario a sfidare i suoi diretti inseguitori e il temibile West Course di Winged Foot.
Le premesse ci sono tutte nonostante sia al suo secondo anno da professionista e al suo primo U.S. Open. Dovesse alzare la coppa la cielo, sarebbe il secondo rookie a riuscire nell’impresa. L’ultimo giocatore a vincere al suo primo anno di apparizione in un major è stato Francis Ouimet e correva l’anno 1913. (Se non avete idea di chi sia, guardate il film “Il più bel gioco della mia vita”).
Domani Wolff partirà in team con Bryson DeChambeau. Il bombardiere del PGA Tour ha retto a un terzo giro non privo di difficoltà. Par di giornata e diversi putt imbucati per salvare lo score (29 putt in 18 buche) lo portano in seconda posizione a due colpi dal leader.
Occupa la terza piazza con -1 Luis Oosthizen, in netta ripresa dopo anni in cui è rimasto nelle retrovie. Quarti con par Hideky Matsuyama e Xander Schauffele.
Pronto a tutto domani anche Rory McIlory che con un ottimo -2 scala ben 16 posizioni piazzandosi sesto con +1 totale accanto a Harris English.
Continua un ottimo U.S. Open Renato Paratore, 28°. Peccato solo per i due bogey finali che ne hanno compromesso uno score difeso con le unghie e con i denti.
Ancora una volta lo U.S. Open non si smentisce con appena tre giocatori sotto par e diversi score con il + davanti.
Ma domani è un altro giorno e a Matthew Wolff serviranno precisione, potenza e controllo per domare i 6.172 metri e portarsi a casa il suo personale sogno americano.