Winged Foot, basta la parola. Se nella prima giornata la USGA aveva concesso ai protagonisti del 120° U.S. Open un campo privo di mal di testa eccessivi, che aveva fruttato il record di 21 giocatori sotto il par del campo, nelle seconde 18 buche tutto è tornato al suo posto.
Non c’è U.S. Open che si rispetti senza un percorso che non lasci scampo al minimo errore e che, a volte, penalizzi fin all’eccesso colpi al limite della perfezione. E se questo viene fatto su un tracciato, il West Course di Winged Foot, tra i più delicati tra i grandi classici americani, allora le sorprese diventano all’ordine del giorno.
Con bandiere estremamente difficili in molte delle buche chiave e l’aggiunta di un vento che ha soffiato insistentemente in gran parte della giornata il gioco è tratto: clamorosi capovolgimenti, taglio a +6 e uscite di scena eccellenti sono i titoli principali di questa seconda giornata, chiusa con soli tre giocatori in grado di girare sotto par, Bryson DeCambeau e Bubba Watson, entrambi impegnati al mattino, e Hideki Matsuyama.
Con Justin Thomas alle prese con una giornata diametralmente opposta a quella inaugurale, tenuta in piedi da una grande reazione nelle seconde nove per un 73 finale, il solo Patrick Reed, Masters champion 2018, è riuscito a contenere la furia Winged Foot tra i giocatori di testa, rimanendo aggrappato alla prima posizione a 136 (-4) grazie al birdie finale, davanti a Dechambeau (137), autore del miglior parziale di queste seconde 18 buche con 68 e unico del field ad aver girato sotto par in entrambe le giornate.
Dietro a loro a un colpo lo spagnolo che non ti aspetti, Rafa Cabrera Bello (70 oggi), Harris English e Thomas, davvero bravissimo a contenere una giornata iniziata malissimo (+ 5 dopo 10 buche) ma chiusa con orgoglio e talento per rimanere in contention tra i primissimi.
Una edizione tinta anche d’azzurro grazie alla bella prova di Renato Paratore, che dopo il 71 del primo giro si è meritatamente guadagnato il suo primo weekend in un major con un altro solido 72 che gli vale addirittura il 22° posto provvisorio insieme a big del calibro di Dustin Johnson e Rory McIlroy.
Alla seconda apparizione consecutiva allo U.S Open dopo quella del 2019 dove non aveva passato il taglio a Pebble Beach, Paratore ha ora tutte le carte in regola per ottenere un piazzamento di prestigio nel major americano più antico.
Svaniscono invece i sogni di gloria di molti grandissimi e attesi protagonisti della vigilia, primo su tutti Tiger Woods (77 di giornata, +10 totale), il campione uscente Gary Woodland, il numero 5 del mondo e vincitore del PGA Championship ad agosto, Collin Morikawa, Justin Rose e Phil MIckelson, il cui sogno di vendicarsi dell’edizione buttata al vento qui nel 2006 si ferma dopo sole 36 buche.