Tiger Woods giocherà a Pinehurst la 124esima edizione dello U.S Open  grazie a un’esenzione speciale.

In cosa consiste questa esenzione speciale per Tiger Woods?

L’U.S. Open ha un che di romantico, una bellezza che si ritrova nel suo nome: Open. Lo sport si batte il petto sulla meritocrazia, ma questo torneo è la meritocrazia incarnata. Agli U.S. Open non importa chi sei, cosa hai fatto, dove giochi o da dove vieni. Gli inviti non vengono dati, ma guadagnati.

Anche se non è sempre così…

Nel modulo di iscrizione allo U.S. Open, nella categoria F-23, tra le esenzioni dalle qualificazioni locali e finali, l’USGA si riserva il diritto di selezionare un giocatore per un’esenzione speciale al campionato nazionale.

Si tratta di una disposizione raramente utilizzata, che risale a 58 anni fa e che verrà concessa per la 35a volta la prossima settimana a Pinehurst No. 2, in modo che uno dei golfisti più decorati della storia dell’USGA abbia la possibilità di competere ancora una volta.

Perché a Tiger?

Naturalmente, si potrebbe sostenere che Tiger Woods si sia guadagnato l’esenzione speciale in virtù dei suoi 15 titoli major in carriera, tra cui tre vittorie allo U.S. Open.

Woods infatti ha l’esenzione a vita per il Masters e per il PGA Championship in quanto campione del passato e può giocare l’Open Championship fino al 2036, quando avrà 60 anni e sarà l’ultima volta che potrà giocarlo grazie alle sue tre vittorie della Claret Jug.

L’esenzione per lo U.S. Open

La vittoria dello U.S. Open comporta un’esenzione di soli 10 anni.

Poiché l’ultimo trionfo di Tiger in questo torneo risale al 2008 e l’esenzione di cinque anni per la vittoria del Masters del 2019 è scaduta, il 2024 ha segnato la prima volta nella carriera professionale di Woods che non è stato completamente esentato per gli U.S. Open.

Le dichiarazioni di Tiger sullo U.S Open

“Lo U.S. Open, il nostro campionato nazionale, è un evento davvero speciale per il nostro sport e ha contribuito a definire la mia carriera. Sono onorato di ricevere questa esenzione e non potrei essere più entusiasta dell’opportunità di partecipare all’edizione di quest’anno che si svolgere a Pinehurst, un luogo che significa molto per questo gioco”.

L’evoluzione dell’esenzione speciale allo U.S. Open

La pratica dell’esenzione speciale è iniziata nel 1966, quando il quattro volte vincitore dell’U.S. Open Ben Hogan ricevette un invito a giocare il campionato di quell’anno al The Olympic Club, luogo della sua sconfitta nel playoff contro Jack Fleck nel 1955.

L’allora 53enne Hogan dimostrò che l’invito era più che cerimoniale, realizzando un totale di 291 in quattro giorni e classificandosi al 12° posto.

L’esenzione speciale non fu utilizzata per altri 11 anni fino al 1977, quando fu concessa a tre giocatori (Sam Snead, Tommy Bolt e Julius Boros).

Sebbene solo 35 giocatori siano stati ammessi grazie a un’esenzione speciale, molti l’hanno ottenuta più volte.

Jack Nicklaus, quattro volte vincitore degli U.S. Open e due volte campione degli U.S. Amateur, ha ottenuto un’esenzione speciale in otto occasioni, a partire dal 1991 fino al 2000.

Arnold Palmer e Tom Watson hanno ricevuto entrambi cinque inviti speciali, mentre Seve Ballesteros, Gary Player, Lee Trevino e Hale Irwin hanno ottenuto più concessioni speciali.

L’incredibile storia di Hale Irwin

L’esenzione speciale di Irwin del 1990 è stata particolarmente speciale.

Irwin non vinceva sul PGA Tour da cinque anni ed erano passati 11 anni dal suo secondo successo in uno U.S. Open.

Ma all’età di 45 anni Irwin girò in 280 colpi (-8) per pareggiare Mike Donald, riuscendo poi a batterlo il giorno dopo in un playoff di 18 buche per il suo terzo titolo di campione nazionale.

Non sono solo gli ex vincitori a ottenere l’esenzione speciale.

Sia Aaron Baddeley che Michael Campbell hanno ricevuto un’esenzione speciale grazie a prestazioni internazionali (Baddeley ha vinto l’Australian Open del 1999 come dilettante; Campbell ha ottenuto cinque vittorie mondiali).

Phil Mickelson, notoriamente, non ha mai vinto l’U.S. Open, classificandosi secondo per sei volte.

Una volta ha dichiarato che non avrebbe accettato un’esenzione speciale se fosse stata concessa, ma Mickelson ha ammorbidito questa posizione per lo U.S. Open del 2021 nella sua città natale, San Diego (anche se vale la pena notare che Mickelson alla fine si è qualificato grazie alla vittoria del PGA Championship del 2021 poche settimane prima).

Ma quindi per quale esenzione speciale Tiger scenderà in campo per questa 124esima edizione dello U.S. Open?

Non c’è bisogno di ripetere tutti i riconoscimenti della sua carriera, ma vale la pena ricordare che ha svolto un ruolo indelebile nella storia dei campionati dell’USGA, vincendo tre U.S. Open, tre U.S. Amateurs e tre U.S. Juniors e pareggiando Bobby Jones per il maggior numero di titoli USGA in assoluto.

C’è anche l’aspetto commerciale di Woods.

Continua infatti a essere la più grande attrazione di questo sport e lo U.S. Open con Woods in campo ha maggiori probabilità di attirare l’attenzione, sia sul campo che in televisione e in streaming.

È quindi probabile che Woods riceva più esenzioni speciali, se necessario, in futuro.

Sicuramente riceverà un invito l’anno prossimo a Oakmont, in concomitanza con la 125esima edizione degli U.S. Open.

Pebble Beach, sede della storica vittoria di Woods allo U.S. Open del 2000, ospiterà nuovamente il torneo nel 2027, e c’è da scommettere che Woods otterrà l’invito anche per l’edizione che si terrà nella sua città natale, Los Angeles, nel 2031.

In breve, non stupitevi se l’esenzione speciale di Woods diventerà una sorta di tendenza per il prossimo futuro. O almeno fino a quando Woods non deciderà di non “meritarsele” più.

Il Bob Jones Award a Tiger Woods

Nella giornata di ieri Tiger Woods ha ricevuto il Bob Jones Award, la massima onorificenza dell’USGA. Istituita nel 1955 in onore di Bobby Jones, icona di golf e sportività.

Negli anni il premio è stato ricevuto da altri campionissimi come, tra gli altri, Gary Player (1966), Arnold Palmer (1971), Jack Nicklaus (1975) e Ben Hogan (1976).

Le parole di Tiger Woods in conferenza stampa sul figlio Charlie

“Mi fido di lui per quanto riguarda il mio swing e il mio gioco. Charlie mi ha visto giocare più di chiunque altro al mondo. In questi giorni che mi ha seguito in durante i giri di prova gli ho dato cosa guardare e a cosa stare attento. Oggi (ieri ndr.) mi ha dato anche un paio di piccoli consigli molto utili, è stato fantastico.

Sulla giornata di martedì vissuta da Charlie a fianco di Max Homa e Min Woo Lee e quella di lunedì con Justin Thomas, Rickie Fowler e Jordan Spieth in prova campo, Tiger ha aggiunto: “È una cosa bella per lui vedere questi giocatori che solitamente guarda solo in tv, su YouTube o su tik tok, qualunque cosa facciano. Era molto contento di seguire dal vivo Max Homa e Min Woo”.

Tiger Woods scenderà in campo per il primo giro di giovedì alle 7.29 (ore locali) con Will Zalatoris e Matt Fitzpatrick, mentre venerdì per il secondo giro alle 13.14 (ore locali).

Notizia dell’ultima ora il ritiro di Jon Rahm a causa di un problema al piede.

Tee Time

(Fonte Golf Digest)